News 17 Gen 2012

The Elder Scrolls V: Skyrim – La Recensione

Patto di Sangue…

E’ dal lontano 1994, anno di apparizione sul mercato di un innovativo ma immaturo titolo come The Elder Scrolls: Arena, che Bethesda incarna per i PC gamer (e da qualche anno a questa parte anche per la controparte consolara) il concetto stesso di Gioco di Ruolo. Riportando in auge un genere di nicchia che aveva visto nel decennio precedente titoli come Eye of the Beholder o la serie di Ultima ritagliarsi una sempre maggiore fetta di utenti, arrivando a creare delle fanbase di non poco conto, Bethesda ha reinventato il concetto di gioco di ruolo all’occidentale creando, anno dopo anno, titoli come Daggerfall, Morrowind ed Oblivion. Ad ogni incarnazione di questo oramai popolarissimo franchise si è assistito ad un graduale e sistematico perfezionamento delle meccaniche di gioco che, di volta in volta, ha fatto gridare al “gioco di ruolo totale” o, per lo meno, all’ennesimo miracolo videoludico.

Con la saga di The Elder Scrolls, Bethesda ha firmato un vero e proprio patto di sangue con i videogiocatori che, alla stregua di seguaci, hanno seguito in ogni angolo di Tamriel i protagonisti impersonati di volta in volta per porre rimedio ai problemi del regno; la community di fans/seguaci di questa saga ha garantito alla stessa una virtuale immortalità realizzando, con una sistematicità a dir poco stupefacente, mod amatoriali (e non, visto l’immenso lavoro svolto da alcuni coder in questo campo) che tengono tuttora in vita giochi come Morrowind od Oblivion usciti, rispettivamente, nel 2002 e nel 2006. Di fronte a cotanto successo e seguito Bethesda ha da sempre lavorato in stretta sinergia con la propria fanbase per migliorare la sua ultima creatura: Skyrim.

Sono dunque riusciti i ragazzi di questa software house nell’arduo compito di perfezionare quel mostro di giocabilità e longevità rispondente al nome di Oblivion? Dopo centinaia di ore di gioco utilizzate per sviscerare il maggior numero possibile di elementi da questo Behemot creato da Bethesda, a detta recensione spetta l’arduo compito di dare la suddetta risposta: Skyrim migliora in ogni elemento quanto visto in Oblivion facendo dei difetti additati al suo predecessore i suoi punti di forza, risultando dunque la migliore esperienza RPG esistente sul mercato, vessata solo da una quantità a dir poco immane di Bug.

LO AMERANNO: I puristi dei giochi di ruolo, i gamer alla ricerca di una esperienza appagante e virtualmente infinita.

LO ODIERANNO: I gamer poco pazienti, gli amanti degli hack n’ slash allo stato puro.

E’ SIMILE A: Fallout 3, Two Worlds II, Dragon Age (Il primo)

Titolo: The Elder Scrolls V: Skyrim

Piattaforma: PCXbox 360 / Playstation 3

Sviluppatore: Bethesda Game Studios

Publisher: Bethesda Softworks

Giocatori: 1

Online e extra : Assente

Lingua : Italiano (Testi e Parlato)

Parlare di questo gioco non è facile, non sarà breve e sono consapevole del fatto che,  pur impegnandomi a fondo, non riuscirò mai a coprire TUTTI gli elementi inseriti in modo certosino dai ragazzi della Bethesda in questo capolavoro contemporaneo rispondente al nome di Skyrim, non per una mia mancanza ma, esclusivamente, per la vastità e la profondità del mondo che ci troveremo davanti. La main quest ci terrà impegnati per circa 75-80 ore, che lieviteranno esponenzialmente allorchè decideremo di inoltrarci nelle smisurate lande di Skyrim alla ricerca di artefatti misteriosi, per risolvere side quest o, semplicemente, per godere della magnificenza degli scenari che ci si pareranno davanti di volta in volta.

Bethesda ha intrapreso, oramai da 4 anni a questa parte, un percorso che la ha portata ad essere, prima con Fallout 3, ed ora con questo immenso Skyrim, il punto di riferimento per gli “Open World RPG”, fondendo due generi tra loro distanti anni luce, arrivando ad integrare elementi tipici dei GDR di stampo occidentale in un contesto sandbox, ottenendo dunque come risultato dei mondi vivi e pulsanti, in cui i personaggi incontrati di volta in volta nel nostro cammino hanno una loro vita ed in cui qualsiasi azione commessa si ripercuote direttamente nell’evoluzione della trama. Memori di tutte queste premesse e consapevoli della gravità del nostro compito, immergiamoci in questo capolavoro chiamato Skyrim!

La presenza dei Draghi è la novità di maggior rilievo rispetto ad Oblivion...

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STORYBOARD

...e in piena tradizione "The Elder Scrolls"...questo scheletro sta per fare una brutta fine...

Gli eventi che ci troveremo a vivere in Skyrim, fredde lande all’estremo nord del continente di Tamriel, prendono il via duecento anni dopo gli avvenimenti di cui siamo venuti a conoscenza mediante Oblivion: l’impero, oramai morente dopo la fine della dinastia dei Septim, è allo sbando e il paese tutto è scosso da una guerra civile atta a restituire l’indipendenza a ciascuna delle province imperiali; nella provincia di Skyrim l’equilibrio si è rotto in seguito all’assassinio del re da parte dello Jarl Ulfric Manto della Tempesta ed è pochi giorni dopo questo evento che prenderà il via la nostra avventura. Imprigionati e legati su un carro in compagnia di altri due prigionieri e di un misterioso straniero imbavagliato veniamo condotti nel villaggio imperiale più vicino al fine di essere identificati dalle milizie imperiali. Giunti in loco ci troveremo a contatto con il “Character Creator”, versatile ed immediato editore grafico mediante il quale potremo personalizzare fin nei mini dettagli il nostro alter ego virtuale: dopo aver scelto un nome per il nostro personaggio verremo identificati, unitamente ai nostri compagni (tra cui spicca Ulfric Manto della Tempesta, assassino del re,  in persona) dalla guardia e condannati al destino che ci spetta…la morte per decapitazione.

Il livello di dettaglio raggiunto dalla Bethesda con Skyrim è a dir poco impressionante!

Quando tutte le speranze sembrano ormai perdute e la nostra testa giace sul ceppo in attesa del fendente fatale ecco spuntare dal nulla un drago, creatura creduta estinta oramai da millenni, la cui presenza getta nel caos e nello scompiglio tutto il villaggio. Approfittando del trambusto così scatenatosi riusciamo a scappare dalla città, seppur inseguiti da questo drago, ed a fuggire, non senza esserci resi nel frattempo complici di diverse uccisioni, nascondendoci nei boschi delle ghiacciate lande di Skyrim. Da qui ci dirigeremo al villaggio di Riverwood dove sotto richiesta di Gerdor, sorella dell’unico prigioniero scampato all’attacco appena vissuto, verremo inviati dal conte di Whiterun per fargli un dettagliato resoconto di quanto avvenuto poche ore prima ed essere spediti da lui stesso, come rinforzo a delle truppe impegnate vicino la città di Whiterun, a combattere contro un drago apparso li vicino. Dopo una cruenta battaglia riusciremo ad avere la meglio su questa creatura e scopriremo, tra lo stupore generale, di essere in grado di assorbire i poteri del drago appena ucciso e di poterli trasformare in urli di battaglia.

Il nostro alter-ego è l’ultimo dei Dovakhiin, letteralmente “sangue di drago”, una stirpe di guerrieri leggendari in grado di combattere ad armi pari con i draghi e di assorbirne l’anima, riuscendo in seguito a canalizzarla in potentissimi urli in grado di decidere le sorti di qualsiasi battaglia.

 

Le fredde lande del Nord ci regalano scorci suggestivi ed evocativi...

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GAMEPLAY

The Elder Scrolls: Skyrim è un gioco dalla doppia faccia: innovativo ma sotto il segno della continuità. Sempre per rispetto nei confronti della nutritissima fanbase, e per non creare sconvolgimenti di sorta, il sistema di controllo è stato mutuato completamente da quello visto 6 anni addietro in Oblivion con alcune, ovvie ed endemiche, aggiunte.

Qualcuno soffre di aracnofobia??? Ci penso io!

I due tasti dorsali saranno dedicati, come da tradizione, a parata (Sinistro) e Attacco (Destro); mantenendo la parata e premendo il dorsale destro il nostro alter-ego tenterà di sbilanciare il nemico con un colpo di scudo per poter poi attaccare eludendo il tentativo di parata. Il tasto X rimane demandato al “change of pace” tra modalità attacco ed esplorazione, quello Y per saltare e, dulcis in fundo, il tasto B ci garantirà l’accesso ad un menù contestuale nel quale potremo scegliere di visualizzare la mappa, l’inventario, l’elenco magie e le opzioni di gioco; La pressione dello stick analogico sinistro ci permetterà di entrare/uscire dalla modalità Furtivo e l’utilizzo del destro ci consentirà di variare tra visuale in prima e terza persona; per concludere al tasto LB corrisponderà lo scatto del nostro personaggio per un periodo di tempo uguale all’utilizzo dello stesso.

Il sistema di combattimento è il fiore all'occhiello dell'ultima produzione Bethesda!

Evitando di approfondire un oramai straconosciuto sistema di controllo, ci tuffiamo nel gameplay, vero cuore pulsante di Skyrim: dopo aver completato il tutorial/fuga dal villaggio ed aver intrapreso la strada per Whiterun entreremo in contatto con la vera anima del gioco Bethesda…il mondo di gioco non è solo una scacchiera in cui fare le proprie mosse attendendo quelle del nemico bensì un calderone da cui attingere a piene mani! Tutto, o quasi, quel che ci circonda può essere utilizzato ai fini del gameplay, dal fiore nel bosco utilizzabile per realizzare una pozione alla pelle del lupo appena ucciso, conciabile e trasformabile in armatura di pelle mediante un determinato numero di procedimenti. Già da queste poche righe si evince la vastità del comparto gameplay di Skyrim: potrete si seguire la main quest ed arrivare in un tempo, quantificabile dalle 30 alle 70 ore di gioco, ai titoli di coda ma potrete anche dedicarvi allo sviluppo delle vostre abilità con le armi andando in giro per boschi a cacciare lupi, orsi, scheletri e tutte le altre creature del bestiario o potrete, infine, dedicarvi all’esplorazione tout-court delle oltre 320 locations presenti nell’ambiente di gioco (e qui la mappa creata dalla nostra Sabrine giungerà in vostro aiuto…) per scoprire cosa e quanto gli sviluppatori Bethesda hanno nascosto/inserito nel mondo da loro creato, garantendovi così accesso alle oltre 350 ore di gioco che Skyrim mette a vostra disposizione! Da tutto ciò si evince che l’ultimo capitolo della saga “The Elder Scrolls” rischia di ridurre all’osso la vostra vita sociale! 

Anche la gestione delle magie ha subito notevoli cambiamenti rispetto ad Oblivion!

Accennando, come fatto poco fa, alle abilità è necessario parlare del personaggio e delle metodologie di avanzamento che i Bethesda Studios hanno ideato per permettere una progressione lineare, approfondita e senza scossoni ai nostri alter ego virtuali. Sin dai primi momenti di utilizzo ci balzano agli occhi le differenze tra l’attuale “Character Creator” e il vecchio editor grafico di Oblivion: se da un lato si nota una maggiore accuratezza, leggesi maggiore possibilità di personalizzare ad-hoc il nostro protagonista, nella fase di editing, dall’altra parte si nota la scomparsa delle classi e delle costellazioni. A fronte di una maggiore duttilità grafica sarà possibile scegliere esclusivamente la razza, evitando dunque di precludere qualsivoglia sviluppo ad ogni personaggio: un Redguard, guerriero per eccellenza potrà dunque, con un mirato sviluppo, padroneggiare benissimo le arti magiche così come un elfo scuro, naturalmente votato alle arti magiche, potrà senza alcun problema brandire armi prima ad esclusivo appannaggio dei guerrieri. Ciò che determinerà l’avanzamento di livello non sarà il completamento di quest e sub-quest ma la continua e sistematica esecuzione di azioni che andranno a migliorare l’abilità corrispondente: combattere con una spada a due mani o subire danni con una armatura leggera indosso porterà un rispettivo avanzamento nelle rispettive abilità che, a loro volta porteranno ad un immancabile level-up.

Il dual casting permetterà di gestire incantesimi offensivi e difensivi insieme: "It's time to kick some ass and chew Bubble gum..." (Cit.)

Ad ogni salto di livello sarà inoltre possibile spendere un punto “perk” per potenziare Vita, Magicka e Stamina ed indirizzare in modo silenzioso, in quanto ad ogni avanzamento corrisponderanno aumento dei valori ad esso collegati..intelligenza, forza, etc etc etc…), l’evoluzione del personaggio in una o nell’altra direzione. Le abilità sono in totale 18, meno rispetto ai predecessori Morrowind ed Oblivion, ma decisamente meglio strutturate: decidendo un potenziamento al posto dell’altro si avrà modo di far evolvere, seppure in modo meccanico, il proprio alter-ego donandogli maggiori peculiarità nell’ambito di afferenza scelto: potenziando ad esempio la magicka si potrà arrivare a gestire un doppio casting degli incantesimi, uno per mano, in modo da gestire anche i combattimenti più delicati con una relativa tranquillità. In giro per il mondo di gioco troveremo delle pietre guardiane che ci daranno la possibilità di progredire più o meno velocemente in una statistica: si parte dalle pietre Guerriero, Mago e Ladro per trovarne altre poi che ci permetteranno, mediante opulate scelte, di definire in corso d’opera la classe, pura o ibrida, del nostro personaggio.

In aggiunta alla magia “tradizionale”, Skyrim ci mette a disposizione un inedita categoria di incantesimi detta “Dragon Shout”: essendo il nostro alter ego un Dovakhiin, mortale nato con sangue di drago nelle vene, per lui sarà possibile assorbire l’anima di queste mefistofeliche creature ed incanalare l’energia così ottenuta in potentissimi urli, dati dall’innata capacità di parlare il linguaggio dei draghi, ascrivibili alla categoria dei Thu’um. Parlare il linguaggio dei draghi equivale infatti a comprenderne gli attacchi ed utilizzarli a nostro favore; sarà possibile dunque imparare fino a venti urli differenti! Sparse per il mondo di gioco troveremo delle “Dragon Stones” che ci forniranno il lessico da utilizzare per gli urli, allorchè ci verrà data la possibilità di impararne uno in seguito all’uccisione di un drago: niente più grinding estremo delle abilità per progredire dunque…WELL DONE BETHESDA!!!

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GRAPHIC & SOUND

Mai trafiletto Graphic & Sounds fu più ostico…ma a quanto pare…nulla riguardo Skyrim può essere considerato scontato o, ancor di più, ovvio.

Pur dovendo NECESSARIAMENTE tessere le lodi dei Bethesda Studios per l’alacre lavoro svolto nell’ottimizzazione grafica di questo gioco, lavoro teso a preservare l’integrità del framerate per tutta la durata del gioco, tocca far notare quanto, mai come in questo caso, ci siano variazioni sostanziali della resa grafica a seconda della piattaforma (e addirittura della configurazione della macchina di gioco, pc o console che sia) di riferimento. Il PC, mai come ora si attesta al top delle tre versioni disponibili grazie anche alla maggiore duttilità e scalabilità delle opzioni grafiche che permette, pressochè a qualsiasi macchina mediamente recente, di far girare questo gioco senza intoppi. Questione Xbox 360: il gioco, giocato da disco, gode di una discreta resa grafica, di  molto inferiore a quella pc, soffrendo però di tempi di caricamento biblici da un settore all’altro: installando su hard disk il gioco la situazione latenza verrà annullata a discapito della grafica. A causa infatti di un bug tuttora irrisolto, una volta installato su hard disk, le textures del gioco vengono scalate in bassa risoluzione causando un deperimento grafico di non poco conto.

I dettagli dei personaggi sono assolutamente pazzeschi: il Creation Engine svolge egregiamente il suo compito muovendo, bug a parte, una quantità immane di poligoni su schermo garantendo prestazioni disumane su qualsiasi configurazione di riferimento: rimane purtroppo una non indifferente legnosità nei movimenti del protagonista, soprattutto utilizzando la visuale in terza persona. Tale “limite” viene però completamente soverchiato dalla maestosità del mondo di gioco: dimenticate i piatti e simili dungeon visti in Oblivion in favore di labirinti sempre nuovi, graficamente e stilisticamente appaganti e dotati di una profondità di gioco non indifferente. Non sporadicamente avviene inoltre che ci si fermi a rimirare le vaste distese delle brulle steppe di Skyrim, veri e propri quadri iperrealisti completamente esplorabili ed utilizzabili, mutevoli alle varie ore del giorno e a seconda delle condizioni di luce del momento: un mondo vivo e pulsante che vive di vita propria, una vera e propria gioia per gli occhi, come mostrato di seguito in questo video.

La colonna sonora è quanto di più epico ed adatto ad un gioco di ruolo di questa caratura: per tutta la durata della campagna il gameplay verrà accompagnato da musiche appropriate e mai invasive, aspetto anche questo emblematico del continuo perfezionamento rincorso, ed ottenuto a mio parere, dalla Bethesda.

La colonna sonora orchestrata da Jeremy Soule, il John Williams dei videogames, coadiuvato dal fratello Julian, è quanto di più epico, wagnerianamente brutale e allo stesso tempo sognante, abbiate mai ascoltato in un prodotto videoludico.

Il primo trailer con cui Bethesda presentò al mondo Skyrim, era accompagnato da una lenta marcia di vikinghi, dall’incedere pesante e pronta ad esplodere con cori inneggianti al Dovahkiin, un vero e proprio canto di battaglia, ed era già presente l’ossatura della splendida melodia portante, il Main Theme dell’intera saga “The Elder Scrolls” che di volta in volta è stato reinterpretato dallo stesso Soule, autore degli ultimi 3 capolavori della saga, e tra gli altri altre pietre miliari del genere come Neverwinter Nights e Dungeon Siege.

I brani della pazzesca colonna sonora accompagneranno i rituali di apprendimento degli urli con le voci degli antichi che sembrano riecheggiare nella vostra mente, la battaglia sarà accompagnata da note tese e concitate, l’esplorazione pura sarà musicata da pezzi sognanti e totalmente avvolgenti, splendidi anche da ascoltare nei vostri viaggi nella “vita reale”, nel caso in cui compriate il triplo album della O.S.T., che unitamente ai fantastici scorci offerti dal gioco stesso, vi regaleranno delle visioni mozzafiato.

Consiglio vivamente l’acquisto di un buon paio di cuffie, necessarie per cogliere ogni singola sfumatura delle splendide orchestrazioni: Grande gioco con grandi musiche…Absolutely Flawless!!!

Dimenticate i vecchi, piatti, dungeon di Oblivion...Skyrim vi sorprenderà anche in questo!!!

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A BUG’S LIFE…

Skyrim è un gioco che esagera in tutto quello che lo riguarda. Giocabilità immensa, rigiocabilità assoluta, comparto grafico di primo livello e sonoro da urlo…ci troviamo davanti dunque al gioco perfetto??? ASSOLUTAMENTE NO! Skyrim è quanto di più lontano possa esserci dalla perfezione…nonostante tutte le qualità finora decantate il gioco soffre di una inattesa (ma neanche tanto, vista la tradizione Bethesda…), visti i 6 anni impiegati per il suo sviluppo, mancanza di ottimizzazione. Il codice di questo gioco è falcidiato da errori di programmazione, ai più conosciuti come BUG, indipendentemente dalla macchina da gioco di riferimento: i più noti sono il glitch grafico di cui si è parlato poc’anzi su Xbox 360, una errata ottimizzazione del framerate su PC e, problema che è stato pietra dello scandalo, corruzione dei savegames per quel che riguarda la versione Playstation 3. In aggiunta a questi ci sono centinaia di bug minori che vanno a minare la giocabilità e la stessa possibilità di accesso a determinate quest, rendendo frustrante quella che dovrebbe essere in realtà una appagante esperienza di gioco.

Non stiamo qui mettendo alla gogna i Bethesda Studios ma, purtroppo, al giorno d’oggi  un gioco tanto atteso non dovrebbe essere rilasciato con una tale approssimazione nell’ottimizzazione del codice: sicuramente un mese in più avrebbe giovato al successo di questo gioco che, nonostante tutto, risulta essere comunque planetario: ciò che risulta inamissibile è che, a più di due mesi dall’uscita dello stesso, gli utenti Playstation 3 si trovino ancora impossibilitati a continuare la loro esperienza di gioco a causa di un bug di così grande caratura e ancora non corretto.

Ed ecco a voi in tutto il suo "sfavillante splendore" il bug "Corrupted Savegame"...Spero di non incontrarlo mai!!!

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IN CONCLUSIONE…

Skyrim non è un gioco di ruolo: Skyrim è IL GIOCO DI RUOLO!

Punta ed apice di un genere una volta di nicchia e ora, grazie anche al lavoro svolto negli ultimi anni da Bethesda, quasi massificato, Skyrim riesce nell’intento di migliorare il già ottimo Oblivion riuscendo a regalare centinaia di ore di divertimento a chi, appassionato o meno, si troverà tra le mani questa opera d’arte videoludica contemporanea. Bethesda ha rispettato il patto di sangue stilato anni addietro con la sua fanbase regalando l’ennesima perla, immancabile pietra d’angolo per la collezione di ogni appassionato del genere RPG, che va a chiudere nel migliore dei modi il ciclo vitale di questa generazione di macchine da gioco.

Skyrim sancisce, per l’ennesima volta nella storia degli RPG, la netta superiorità del PC riguardo questo genere: le versioni console, per quanto ottimizzate, chinano il capo prostrandosi a cotanta magnificenza pur non sfigurando, nonostante un sistema di controllo nemmeno lontanamente paragonabile a tastiera e mouse, a confronto: non un singolo elemento di questo gioco è stato lasciato al caso e, nonostante una quantità di bug disarmante, Skyrim risulta essere un acquisto obbligato per ogni appassionato e un incentivo per scoprire un universo, quello degli RPG, di nicchia ma mai morto per chi non lo fosse.

Donate la vostra attenzione a questo titolo…non ve ne pentirete…e che la stirpe di Alduin abbia pietà di voi!

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Secondo Parere

 By Icilio “Kaltmond” Bellanima

5 lunghissimi anni. 5 anni segnati da infinite partite ad Oblivion, e perchè no, anche a Morrowind, rispettivamente quarto e terzo capitolo della saga “The Elder Scrolls”, di cui Skyrim è, neanche a farlo apposta, il quinto tassello. Da veterano della saga, i miei primi momenti con il gioco sono stati “spiazzanti”: le classi? Dove sono le classi? I segni zodiacali? E questo, cos’è? Un video con grafica in-game nel quale non posso guidare il mio personaggio?

Dal primo istante, l’epicità la fa da padrone: dai numerosi trailer rilasciati, incluso uno splendido video realizzato con attori in carne ed ossa, è chiaro che questa volta Bethesda vuole offrire una trama all’altezza del suo nome, memore di quella del predecessore un po’ sottotono (ma si trattava comunque di una percentuale infima rispetto a ciò che la contornava), donando un taglio cinematografico che tanto va di moda ultimamente. Ma come in ogni capitolo della serie, la già di per se longeva campagna, si rivelerà una goccia nel proverbiale oceano, data la mole infinita di sub-quest, fattori variabili influenzati dalle nostre azioni o dal caso (e solo in sporadici casi da precisi algoritmi), le attività extra nuove di zecca come la possibilità di affilare le armi noi stessi, estrarre minerali da fondere e utilizzare per forgiare spade ed armature di vario tipo, un sistema di progressione creato ex-novo, che semplifica, pesantemente ispirato dall’altro capolavoro targato Bethesda chiamato Fallout 3 (da cui provengono le “Perks”, totale novità per la serie), ponendosi a metà tra i precedenti capitoli, oltre ad un’interfaccia sicuramente più comoda, ma ostica nei primi momenti di gioco.

La grafica, neanche a dirlo, nonostante l’enorme e popolato mondo di gioco, è splendida, con un engine come sempre sugli scudi e solidissimo, minato però dai soliti bug, alcuni gravi, altri meno, che sono ormai un marchio di fabbrica (ma è lodevole il continuo supporto e l’interazione con gli utenti per migliorarlo da parte degli sviluppatori), unica pecca in un gioco altrimenti tranquillamente definibile “Capolavoro”.

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