Neocore Games, sviluppatore ungherese forse poco noto ai più, è conosciuto principalmente per la serie di King Arthur, uno strategico in tempo reale. Con quest’ultima fatica il genere cambia sostanzialmente:ci presenta, infatti, un Action-RPG, genere che sta godendo negli ultimi anni di un buon riscontro. Ma questa volta, per una volta, abbiamo un protagonista e un’ambientazione che si discosta di molto dalla solita heroic fantasy o fantastoria. The Incredible Adventures of Van Helsing ci immerge infatti in un mondo fatto di fumo e vapore, popolato da improbabili creature forgiate da bizzarra magia a base di elettricità e ingranaggi.
Dopo la figura di re Artù, il team riprende e reinterpreta una figura dal carisma e notorietà indiscussa: Van Helsing, il famoso cacciatore di vampiri, che Bram Stoker ci ha tratteggiato nel carattere, Coppola (e una sequela di meno magistrali film action, successivi) nell’estetica, incrociandolo con i crismi e le proprietà di un vittoriano Solomon Kane.
Una premessa intrigante, un personaggio sicuramente d’impatto per una rielaborazione per nulla banale.
Lo ameranno: chi in un A-RPG cerca qualcosa di diverso
Lo odieranno: chi non gioca “fuoriosamente”
È simile a: Diablo, Path of Exile, Torchlight
Titolo: The Incredible Adventures of Van Helsing
Piattaforma: PC
Sviluppatore: NeocoreGames
Publisher: NeocoreGames
Giocatori: 1
Online: 4-8
Lingua: Audio in Inglese, Testi in Italiano
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Licantropi di Tesla
Devo necessariamente iniziare dal lato grafico, visivo ed artistico di The Incredible Adventures of Van Helsing. Gli scenari elaborati dagli sviluppatori ungheresi in cui ci muoveremo, piacevolmente vasti, molto diversi fra di loro e con una precisa identità, ci propongono un approccio decisamente più stuzzicante, lungi però dal rimasticare tematiche gotiche e horror, più proprie al personaggio letterario.
Il fittizio regno di Borgova, evidente esasperazione di uno scenario transilvano, nel quale ci muoveremo, se all’inizio ci si presenta nelle vesti di un anonimo villaggio, per quanto ben curato nelle atmosfere e nei dettagli (e nella solita foresta), sboccia successivamente in una cacofonia steampunk che non potrà lasciare indifferenti gli amanti del genere, di sicuro, ma anche chi è oramai decisamente allergico alla fantasy classica, così come all’horror gotico stucchevole e didattico. Molto presto, infatti, le foreste lasceranno il passo a fogne gotiche, porti decadenti popolati da macchinari arrugginiti e perennemente assaliti dall’umidità, alle strade dell’immensa Borgova, i suoi scorci residenziali e apparentemente floridi e i suoi bassifondi. La presenza dell’assurda e anacronistica tecnologia applicata al 19esimo secolo è presente in quasi ogni minimo dettaglio. Gli ambienti sono vastissimi, quando occorre, o viceversa angusti, alla bisogna. Le architetture si stagliano sia verso l’alto che verso il basso, con viva credibilità, con i nemici che sciamano verticalmente e orizzontalmente nella nostra direzione. Fino agli stessi avversari, necessariamente protagonisti : bestie elettromeccaniche, mastodonti lanciagranate, maghi elettrici, automi armati di moschetti; un bestiario, insomma, che farà sbadigliare difficilmente.
La trama, sinceramente, non è pervenuta; chiariamoci: alcuni personaggi sono simpatici e degni di nota, prima fra tutti ovviamente la nostra compagna di viaggio, Katarina, il nobile ectoplasma, che ci accompagna e con cui il nostro personaggio ha spesso vivaci scambi di battute; oppure Vlados, il “guardiano” del covo segreto del protagonista, (praticamente l’unico vampiro che abbia incontrato…). Diciamo che sostanzialmente saremmo impegnati a vestire i panni del figlio di Van Helsing con l’unico e perenne scopo di abbattere il numero più ampio di bestie e creature “necroelettromeccaniche” possibile, saccheggiando e potenziandoci fino allo scontro finale col cattivone che porta male e distruzione nel regno di Borgova, con qualche quest secondaria, mai troppo impegnativa da portare a termine, nel frattempo.
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Winchester o Spadone?
Ad un primo sguardo sembra di trovarsi subito a proprio agio con The Incredible Adventures of Van Helsing: abbiamo centralmente la nostra bella sfera blu/rossa, una serie di slot per abilità e gli oggetti di uso comune (pozioni mana/punti ferita), il tutto incastonato, come da stile e tematica particolare, in un bel po’ di ingranaggi, tabella abilità, personaggio, inventario e via dicendo.
Quello che lascia un po’ spiazzati è la presenza di un’ulteriore barra, di colore giallo: la Rabbia. L’uso della Rabbia può apparire poco immediato al primo approccio (e la totale assenza di qualsivoglia manuale non aiuta). In sostanza, tale barra è legata non solo ad abilità passive, ma anche a 3 bonus assegnabili alle abilità attive, i quali potranno essere calibrati diversamente con un livello possibile da 1 a 3, dandoci la possibilità di dosare i vari effetti di ogni abilità: ad esempio, aumentarne il danno del doppio, oppure solo del 50% ma risucchiando, allo stesso tempo, mana o PF.
Una cosa che invece l’abitué di A-RPG noterà immediatamente, storcendo il naso, è la presenza di una sola classe (quantomeno per il gioco privo di DLC); avremo la possibilità di scegliere solamente un personaggio, il Cacciatore. In realtà per quanto possa sembrare limitante non avere una rosa di classi da cui partire nella personalizzazione, il suddetto personaggio si rivelerà essere abbastanza eclettico; avendo a sua disposizione sia armi da distanza che da mischia, darà modo di favorire uno dei due approcci o di bilanciarli. Abbiamo, per quanto riguarda la crescita e customizzazione del personaggio, uno schema abbastanza classico di potenziamenti abilità ad albero, abilità passive (auree), e “trucchetti”: nulla di arzigogolato e particolare, come recentemente ci ha abituati Path of Exile. La presenza di sole due vie (una per il tank e una per il range) con una manciata di abilità, cerca di bilanciarsi con una serie di ulteriori skill, sia passive, come auree, sia attive, come i “trucchetti”, e con particolari bonus come quelli acquisiti con la reputazione. I primi DLC aggiungono altre due classi, il Meccanico Arcano e il Guaritore, un combattente a distanza il primo, il quale usa particolari armi meccaniche, mentre il secondo è un caster puro.
Ma è sopratutto Katarina a fare la differenza, similmente a un pet di Torchligh molto più evoluto (e sopratutto logorroico). Ella, infatti, lavora in sintonia con il nostro personaggio, facendo da supporto in una serie di modi molto diversificati: dal semplice supporto di fuoco sul campo di battaglia, a una serie di effetti indiretti su di noi, come trasferimento di mana, aumento danno o rabbia e punti ferita.
Neocore poi tenta anche di donare un ulteriore piano al gameplay del gioco con un bizzarro incrocio di generi. A un certo punto dell’avventura infatti, una volta raggiunto il covo nei sotterranei di Borgova, avremo la possibilità di cimentarci in una sorta di tower defense. Con l’obiettivo di difendere il nostro generatore dalle classiche ondate di nemici, su percorsi
determinati che potremo disseminare di vari tipi di trappole, a seconda di quante risorse e potenza di generatore avremo a disposizione; e va notato che non saremo semplici spettatori ma noi stessi dovremo correre da un lato all’altro del labirinto a supporto del lavoro delle trappole. È sicuramente un bel tentativo, ma nei fatti rimane troppo approssimativo per risultare realmente attraente.
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Caos voltaico
La sfida che The Incredible Adventures of Van Helsing offre è ben dosata, a Normal l’avventura inizia in sordina per poi regalarci l’amara disfatta, sempre più frequentemente, per poi ritornare a darci la soddisfazione di essere macchine da guerra e quindi a pensare: “bene passiamo al prossimo livello di difficoltà“. La gestione dell’interfaccia è pulita ed efficace, e va segnalata la felicissima scelta di un’organizzazione profondamente diversificata degli elementi a video, a seconda se si usi pad o tastiera, molto ben fatta con la ridistribuzione intelligente dell’intera interfaccia, se si collega un pad al PC (non prima del riavvio del gioco).
Il difetto maggiore di The Incredible Adventures of Van Helsing, va ricercato, purtroppo, proprio in un aspetto delle fondamenta del suo gameplay. Anche se sforzi sono stati fatti per diversificare gli approcci al gioc,o in pratica troviamo abilità troppo similari fra loro; praticamente ho utilizzato un’unica abilità, potenziata con la relativa rabbia distribuita nei tre slot bonus, massimizzando poi solo trucchetti e auree, e anche qui solo due. Da questo punto di vista il gioco fallisce nello stimolare il giusto desiderio di creare nuovi personaggi ed esplorare vie radicalmente diverse, visto che le skill sembrano in alcuni casi troppo simili tra loro.
Come detto i DLC con le due classi aggiuntive vengono in aiuto, ma l’ossatura base rimane quella. Infine l’online propone, oltre che la solita modalità cooperativa fino a 4 giocatori, funzionale ma magari un po’ dispersiva visti gli scenari, una divertente modalità Battaglia Reale, dove fino a 8 giocatori possono guerreggiare in scenari appositi.
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Gaslight – In conclusione…
La scelta del team ungherese è stata sicuramente azzeccata, trattandosi una piccola softco; puntare su un personaggio già di per se carismatico, immergendolo in un setting così stuzzicante e un’estetica non certo banale, fa guadagnare al prodotto un appeal indiscutibile. L’orchestrazione del tutto poi ha poche sbavature dal lato tecnico, magari il fronte audio poteva essere più brioso, meno scialbo. Ma nel complesso l’esperienza è gustosa , la frenesia è assicurata e il gameplay classico nella sua base, che cerca però al contempo di innovare con un uso più profondo del pet e la componente aggiuntiva della rabbia applicata e bilanciabile fra i bonus, anche se non facilmente sfruttabile con soddisfazione, rende l’approccio al gioco un filo diverso dai canoni degli A-RPG. Un online funzionale ma che non rappresenta il perno dell’avventura (non ricavando spunti particolari dalla sua applicazione), che rimane legata nella sua sostanza ad un lungo single player, con qualche divertissement come le sezioni tower defense. Probabilmente non sarete invogliati a riaffrontare più di un paio di volte l’avventura, ma di sicuro avrete voglia di un seguito (per altro già annunciato), anche non consiglio certo di attenderlo girandosi i pollici: chi adora il genere non può mancare di affrontare l’avventura del cacciatore di mostri, senza temere di rimanerne insoddisfatto.
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