The Messenger

The Messenger – Recensione

Chi può mai dimenticare Ninja Gaiden, quello per NES per intenderci, che si porta sulle spalle la bellezza di 30 anni esatti. Ricordi che non possono essere cancellati con un colpo di spugna, bensì sempre vividi nella nostra memoria di videogiocatori.

Questo è stato il primo pensiero che ci è venuto in mente quando abbiamo deciso di testare per voi The Messenger, un titolo che raccoglie l’eredità di Ninja Gaiden, arricchendosi inoltre di nuovissime e interessanti feature disponibili proprio da qualche giorno.

Si tratta sostanzialmente di un’avventura a 8 bit lineare in cui, neanche a dirlo, impersonerete il ruolo di un ninja senza nome che dovrà portare al compimento una missione di vitale importanza. Ma incredibilmente, e lo diciamo fin da subito, l’avventura non evolve solo ai fini della trama ma prenderà un bivio caratterizzato da un universo a 16 bit ricco di fasi esplorative e sessioni da metroidvania (genere che ci piace non poco, ndr).

Dopo averlo giocato a fondo abbiamo constatato che non è assolutamente un caso che The Messenger abbia ricevuto una nomination per i Game Awards 2018 come miglior gioco indie dell’anno, e secondo un nostro modestissimo parere, se la merita tutta.

Fin dalle prime battute di gioco vi ritroverete ad indossare un’uniforme da ninjutsu impersonando il ninja senza nome, o meglio spetterà a voi l’arduo compito di dare una nome all’eroe (noi abbiamo optato per Hattori, conosciuto dalle nostre parti come Nino il mio amico Ninja).

The Messenger
Mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigare…

L’esperienza ci insegna che quando la vita scorre senza intoppi, arriva sempre il cattivone di turno a mettere il kunai tra le ruote. Nel caso specifico si tratta di un demone che, chissà per quale losco motivo, vuole interrompere non solo il vostro allenamento ma anche distruggere il villaggio. Per questo motivo diventerete dei corrieri, meglio ancora dei messaggeri, a cui spetta una grande responsabilità: consegnare una pergamena di vitale importanza ignorando completamente il suo contenuto.

La storia, narrata in inglese, sicuramente non fa venire la pelle d’oca per la sua originalità (anche se ha delle impennate davvero geniali), ma neanche ha la presunzione di farlo, in quanto il punto focale dell’esperienza è rappresentato da un riuscitissimo sistema di gioco che ci ha in un certo senso sorpresi.

Ma andiamo per gradi: appena partirete con la vostra importantissima missione vi ritroverete nel più classico videogioco a piattaforme a 8 bit, in cui dovrete superare le varie aree in modo decisamente lineare, proprio come avveniva nel primissimo Ninja Gaiden. Lineare sì, ma non per questo semplice da completare: i vari mutanti generati dal villain di turno sono posizionati in punti strategici dello scenario, e vi daranno non pochi grattacapi mentre cercherete di saltare tra le varie piattaforme.

Il punto focale dell’esperienza è rappresentato da un riuscitissimo sistema di gioco

Per fortuna potrete farne man bassa grazie alla katana che vi consentirà di affettarli à la julienne, causandogli non pochi dolori. Ma raggiungere la vetta del monte, per consegnare la pergamena, non è solo limitato a questo: dovrete potenziarvi e ottenere un armamentario adatto allo scopo. Per questo entra in gioco un mercante che potrete incontrare quasi ad ogni checkpoint, che vi fornirà supporto, massime di tutto rispetto, e vi consegnerà a titolo gratuito artigli, corde ninja e altri attrezzi fondamentali.

Non illudetevi e sappiate che tutto ha un prezzo. Questo i mercanti lo sanno molto bene e lì dove c’è un favore si nasconde anche un prezzo da pagare. Capiamoci meglio: durante le vostre scorribande accumulerete dei frammenti del tempo, ovvero la valuta di gioco, situati in vari punti dello scenario od ottenibili facendo fuori i vari villani. Raggiunta una certa pecunia potrete recarvi al negozio e spenderla per far diventare lo shinobi il più duro dei duri, magari accrescendo la salute che vi servirà, eccome, nel corso dell’avventura.

The Messenger
Hai visto come sono bello a 16 bit, tartaruga ninja?

Come abbiamo detto sono presenti – per vostra fortuna – dei checkpoint che vi aiuteranno non poco in caso di morte prematura, e fidatevi, morirete piuttosto frequentemente. Sotto questo punto di vista The Messenger funziona molto bene: con lo studiatissimo trial & error non vi sentirete mai frustrati nel rifare quel tratto di strada dove avete perso accidentalmente la vita.

E chi mai potrà resuscitarvi? Un diavoletto con tanto di taccuino che chiederà un corrispettivo in frammenti del tempo per riportarvi tra i viventi: non preoccupatevi poiché non sarà così esigente nella richiesta e sparirà in un tempo limitato. D’altro canto il mondo di gioco è davvero ricco di detriti temporali, quindi non fatevi troppi problemi (infatti potenzierete il vostro ninja completamente prima della fine del gioco).

Ogni mostro è stato inserito in The Messenger in maniera assolutamente fantastica: i ragazzi di Sabotage Studio, nel loro primo videogioco, hanno dimostrato di saper sviluppare in modo intelligente, combinando meccaniche ad una difficoltà sempre crescente. È difficile da spiegare in poche parole, vi basti sapere che nei punti più ostici, anche se vi arrabbierete come non mai, sarete sempre ben disposti a riprovare e riprovare. Come era lecito aspettarsi, ogni area ha dalla sua la tanto attesa boss battle: anche qui bisogna studiare il nemico e cercare i suoi punti deboli per mandarlo al tappeto. Se le prime risultano (abbastanza) semplici, scoprirete ben presto che se non padroneggerete il vostro shinobi nel modo giusto diventerete ben presto carne da macello.

Uno dei migliori indie che abbiamo mai avuto modo di giocare

The Messenger è il classico videogioco che deve essere giocato da tutti gli appassionati di retrogame e non solo. Per questo motivo non vi faremo inutili spoiler ma ci teniamo a dirvi una cosa: una volta arrivati in cima alla montagna, e aver affrontato una boss battle davvero molto ostica (non scoraggiatevi, eh!), il titolo si trasformerà in un vero e proprio metroidvania a 16 bit.

Da questo momento in poi potrete esplorare i livelli utilizzando una mappa e andare alla ricerca di alcune note musicali che, una volta messe tutte insieme, possono definitivamente liberare il villaggio dalla maledizione che l’ha colpito. Da questo punto in poi il vostro shinobi acquisirà la possibilità di viaggiare nel tempo in posizioni prestabilite, facendo balzi avanti e indietro di ben 5 secoli.

The Messenger
Non ho tempo di giocare a pallone con te!

Questo aspetto del gameplay è fantastico per un motivo ben preciso: quando si viaggia avanti nel tempo si entra in uno scenario realizzato a 16 bit (in stile Super Nintendo) mentre quando si ritorna al presente, la grafica “regredisce” ad 8 bit. E anche dal punto di visto del sonoro si avverte questo cambiamento, con delle tracce audio davvero encomiabili.

Inoltre il supporto al titolo è continuato inesorabilmente: infatti è stato rilasciato un nuovo aggiornamento che è andato ad aggiungere la tanto attesa modalità “New Game +”, così come la possibilità di riconfigurare i tasti di gioco e attivare gli aiuti del profeta direttamente su mappa. Potrete anche cambiare le musiche nei vari livelli e sceglierne di nuove in quelli già affrontati: alla lunga udire sempre lo stesso motivetto potrebbe essere un po’ noioso.

Sì, lo ammettiamo, non abbiamo trovato enormi difetti in The Messenger a parte qualche momento estremamente ostico (e non è sempre detto che sia un male) e una varietà di nemici non proprio abbondante. Non esageriamo comunque dicendovi che si tratta di uno dei migliori videogiochi indipendenti realizzati nel 2018. Lo abbiamo completato su Nintendo Switch in circa 14 ore e, a parte qualche raro momento in cui si avverte una leggera ripetitività, non ci siamo mai annoiati. Il gioco funziona perfettamente sulla piccola console, soprattutto in modalità portatile, anche se non lo consigliamo in questa modalità per lunghe sessioni di gioco.

Conclusioni

The Messenger è probabilmente uno dei migliori indie che abbiamo mai avuto modo di giocare: vi permetterà, nei panni di un ninja senza nome, di vivere una strepitosa avventura che evolverà nel corso delle vicende, passando persino da uno stile 8 bit ad uno a 16 bit.

I ragazzi di Sabotage, nel realizzare il loro primo videogioco, hanno studiato tutto nei minimi dettagli: sistema di potenziamento, nemici ostici situati in punti strategici, collezionabili e boss battle impegnative. Un’avventura che parte come un semplice platform d’azione e si trasforma in un metroidvania a tutti gli effetti.

Senza girarci intorno: ci è piaciuto molto e non possiamo che consigliarvelo sia per la natura del titolo che per il prezzo decisamente interessante (19,99€). Mettete in conto una cosa però: il titolo vi darà del filo da torcere in determinati momenti, quindi caricatevi di una bella dose di pazienza ma sappiate che ne varrà davvero la pena!

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