Non è per nulla complesso definire il tipo d’esperienza veicolato da The Quarry. Non è un titolo action e non è certamente una produzione che fa della profondità del gameplay il suo punto forte. Per tracciare un efficace paragone, comprensibile anche a chi non è solito intrattenersi con i videogiochi, è sufficiente accostarlo a Bandersnatch, l’episodio interattivo di Black Mirror, in cui era possibile modificare il corso della storia selezionando quale bivio narrativo imboccare, utilizzando il proprio telecomando.
Il gioco, per dirla in altri termini, rispetta in tutto e per tutto i canoni a cui ci ha abituati ultimamente Supermassive Games, team a suo agio nel creare avventure story driven dove l’intervento diretto dell’utente è piuttosto limitato. In termini qualitativi, tuttavia, il loro operato è stato lievemente altalenante negli ultimi anni. Se Until Dawn è l’eccellenza, con la trilogia di The Dark Pictures Anthology le cose non sono sempre andate per il meglio, instillando nei fan il dubbio che il connubio tra il team inglese e l’horror potesse non essere poi così efficace come inizialmente preventivato.
The Quarry, in questo senso, come il titolo lascia presupporre del resto, prende le distanze dalla serie antologica per avvicinarsi, dal mood alle stesse premesse narrative, all’amata produzione Sony sopracitata. Ancora una volta ci sarà un gruppo di adolescenti, sette in tutto, da controllare alternativamente o singolarmente in modalità co-op, anche con un solo controller, insieme ai propri amici. Al posto della baita innevata c’è un campeggio nei pressi di un’oscura cava. L’obiettivo è anche questa volta permettere a più personaggi possibile di vedere la luce di una nuova alba.
Sin dalle premesse, il gioco tenta di stringere un patto con l’utente: non si cerca la tensione emotiva di The Last of Us, né di generare il terrore che solo certi giochi come Alien: Isolation sanno scaturire. Il modello di riferimento, semmai, sono i teen horror movie, pellicole che non rinunciano ad un pizzico di ironia, trascinando i loro protagonisti in un vortice di scene gore e situazioni paradossali.
Da questo punto di vista, gli sceneggiatori di Superemassive Games sono pienamente riusciti nel loro intento. I sette protagonisti di The Quarry sono volutamente stereotipati e, con precisione chirurgica, compiono le classiche azioni che solo chi recita in un film horror eseguirebbe. In alcuni casi si arriva all’eccesso, ma, come detto, la narrazione è ben più equilibrata di un qualsiasi episodio di The Dark Pictures Anthology, dove il tutto scadeva spesso e volentieri in siparietti talmente tanto al limite, da eliminare in toto il pathos.
The Quarry regge bene, anche grazie ad una regia accorta. Non mancano sbavature e movimenti di camera poco comprensibili, sia chiaro, ma le inquadrature hanno il grande pregio di cogliere il meglio che il motore grafico del gioco ha da offrire. Sebbene gli scenari palesino con una certa facilità la mancanza di dettagli, animazioni facciali e modelli poligonali dei personaggi si dimostrano degni degli hardware di PlayStation 5 e Xbox Series X, console Microsoft su cui, tra l’altro, abbiamo testato il gioco. Non mostrerete The Quarry per dimostrare empiricamente la potenza delle console in vostro possesso, insomma, ma anche sul fronte visivo la produzione 2K Games si difende piuttosto bene.
Come anticipato, The Quarry in termini ludici è volutamente limitato. Attivando la modalità Cinema sarete chiamati in causa esclusivamente per compiere le scelte che influenzano il proseguo della trama. In alternativa, di tanto in tanto sarete coinvolti nelle immancabili QTE, in brevi fasi d’esplorazione di aree molto ristrette, in un paio di momenti in cui per salvarsi è necessario sparare un paio di colpi di pistola. Nulla che anche chi è meno pratico con il pad non possa padroneggiare, ma spesso sarà richiesta una buona dose di riflessi.
Sì, perché ogni occasione è buona per perdere un membro del giovane team, a volte pagando con gli interessi scelte compiute molte ore addietro, altre come severa punizione per aver sbagliato una combinazione di tasti nel momento meno indicato. Non è sempre facile capire quando non ci si può permettere nemmeno una piccola distrazione, ma questo è certamente uno degli elementi che rendono l’avventura così emozionante e a tratti imprevedibile.
Con The Quarry, Supermassive Games non si inventa nulla, cavalcando una formula rodata che gli ha permesso di conquistarsi una buona schiera di fan, tra gli appassionati delle avventure story driven. Fortunatamente, la produzione 2K Games è molto più vicina a Until Dawn, che non ad un qualsiasi episodio di The Dark Pictures Anthology. La trama è coinvolgente, il cast di attori coinvolti ha dato un contributo fondamentale alla riuscita registica dell’avventura, il motore grafico ci mette il suo, la modalità Cinema e la co-op permettono praticamente a chiunque di fruire la produzione nel modo e nella modalità preferita. Non c’è la stessa freschezza, né efficacia nei colpi di scena di Until Dawn, ma se cercavate un degno seguito spirituale, The Quarry saprà soddisfare ampiamente questo desiderio. |
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