Che questo sia un momento particolare per il mondo del gaming è appurato. L’inizio di questo anno verrà ricordato, negli anni a venire, come uno dei periodi più prolifici per l’industry tutta: tra l’apparizione di nuovi franchise di successo (Horizon: Zero Dawn, For Honor, Tom Clancy’s: Wildlands) e l’uscita di nuovi capitoli attesi da anni (Resident Evil VII: Biohazard, Nier: Automata, Mass Effect: Andromeda), i primi quattro mesi del 2017 hanno consegnato alla comunità videoludica dei pezzi da novanta con cui giochiamo, e con cui giocheremo ancora per tanti mesi a venire. Non c’è da sorprendersi dunque che, parimenti, anche produttori minori rilascino, in preda ad una trance agonistica da capolavoro, dei prodotti di indubbio spessore che vanno a rivelarsi, nel mare magnum delle uscite del periodo, come piacevolissime sorprese: è questo il caso di Thimbleweed Park, che ha visto il ritorno di Ron Gilbert al mondo del gaming che conta e, per l’appunto, di The Sexy Brutale, valido prodotto dei seppur meno conosciuti Cavalier Game Studios. Perché, e lo dico subito per fugare ogni dubbio a riguardo, l’opera prima di questo team inglese è uno di quei prodotti che, seppur atipico riesce, appunto per via della sua unicità, a dimostrare una sua chiara identità e a rendersi riconoscibile nel marasma di giochi in uscita in questo periodo.
Diamo ora, dunque, una occhiata più da vicino a questo “The Sexy Brutale” che, a partire da un titolo atipico ma accattivante, saprà incuriosirci a dovere.
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Nei panni di Lafcadio Boone, un prelato che si risveglia improvvisamente da uno strano torpore, ci troveremo intrappolati nel “The Sexy Brutale”, uno dei casinò più esotici e caratteristici mai conosciuti: la raffinatezza delle stanze e la cura in ogni minimo dettaglio ci mette a contatto con l’esclusività della magione, la cui frequentazione è riservata solo all’alta nobiltà, danarosa e desiderosa di spendere e guadagnare capitali all’interno della stessa. Per qualche arcano motivo il “The Sexy Brutale” è impantanato in un lasso temporale determinato ma, al contempo, senza fine alcuna: alla fine delle ventiquattro ore canoniche il tempo si ri-azzererà e gli eventi continueranno, immutati, in un loop senza apparente via di uscita. Ciò che caratterizza la continua re-iterazione di queste giornate è la sistematica eliminazione fisica (uccisione) degli astanti da parte di alcuni misteriosi personaggi, la cui presenza renderà grottesca e surreale la stringente ed asfissiante atmosfera ovattata del casinò teatro di questi eventi. Al nostro risveglio una misteriosa entità, apparsa e successivamente scomparsa da/in una pozza di sangue, ci farà dono di una maschera che ci permetterà, vista l’impossibilità di esser tolta, di avere alcuni secondi di invisibilità nei confronti dei sinistri frequentatori della magione. Saremo dunque costretti ad esplorare il “The Sexy Brutale” utilizzando le nostre percezioni sensoriali, a volte uditive, altre visive, per esser testimoni degli efferati e sinistri crimini commessi all’interno del casinò in cui siamo intrappolati per poi sventare le machiavelliche macchinazioni messe in atto per sterminare gli avventori dello stesso.
Enigmi capaci di incollarci allo schermo per tutto il playthrough
Per far ciò non ci sarà possibile incontrare direttamente vittime o wannabe-carnefici: la prolungata esposizione alla presenza di qualsivoglia comprimario manderà letteralmente in fiamme la maschera in nostra dotazione; dovremo dunque agire in maniera stealth, facendo della discrezione la nostra tara distintiva, raccogliendo così elementi che ci permettano di mettere in atto una strategia volta a trarre in salvo il malcapitato di turno. Una volta capito come sventare l’omicidio in corso d’opera dovremo ricorrere ad un orologio cui la donna in rosso di cui sopra ci ha fatto dono all’inizio della nostra peregrinazione nelle stanze del The Sexy Brutale: utilizzandolo ci sarà possibile re-settare il tempo all’inizio del “capitolo” in modo da poter prendere contromisure idonee a salvare la pelle alla vittima di turno. A volte sarà necessario osservare le azioni dei comprimari ed agire di conseguenza con una rapidità volta ad impedire la messa in atto del piano, altre volte saremo costretti a rimuginare, o anche a rimanere nascosti per lunghi periodi di tempo prima di poter interagire con il mondo circostante e portare dunque a casa il risultato. Salvare ciascuno degli astanti ci farà entrare in possesso delle loro maschere, oltre che dei poteri a loro connessi, aumentando volta dopo volta le possibilità di approccio ad enigmi capaci di incollarci allo schermo per tutto il playthrough. Appunto gli enigmi rappresentano croce e delizia dell’opera prima dei ragazzi di Cavalier Game Studios: dannatamente ben congegnati, la soluzione degli stessi richiederà, il più delle volte, cervellotici ragionamenti capaci di regalare soddisfazione al superamento della prova ma, al contempo, frustrazione a causa di un sistema di gioco che, per quanto datato e piacevole al contempo, difetta di elasticità, obbligando il videogiocatore a trovare l’unico modo disponibile per risolvere l’enigma in questione e salvare, dunque, la pelle alla vittima designata. Questo forse, unitamente ad un accenno di ripetitività verso la fine del playthrough, l’unico vero difetto di questo The Sexy Brutale: a causa di ciò, e di una meccanica di gioco si intrigante ma dannatamente old school, The Sexy Brutale si auto-relega in un limbo
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The Sexy Brutale brilla, oltre che per una caratterizzazione dei personaggi e per una profondità narrativa unica nel suo genere, anche per delle ambientazioni che, sapientemente e dettagliatamente costruite, contribuiranno ad incastrare fin’anche il giocatore più esigente nel limbo temporale in cui il casinò è stato condannato da una qualche entità misteriosa. A partire dalla caratterizzazione dell’ambiente, zeppo di versioni deviate e re-interpretate in chiave surreale e grottesca di opere di Caravaggio, Goya, Vermeer e Da Vinci, per finire poi con un level design che, infarcito di passaggi segreti e di stanze realizzate ad arte, saprà dare filo da torcere agli appassionati del genere, il casinò maledetto prende vita realizzando appieno la visione distorta ideata dai Cavalier Game Studios. Menzione d’onore anche per la colonna sonora, perfettamente calibrata sull’azione di gioco e pronta ad “immortalare” i momenti topici con linee melodiche sempre appropriate, capaci di trasmettere appieno le sensazioni di paura, tensione e salvezza che ci troveremo a vivere sulla nostra pelle, evento dopo evento.
I ragazzi di Cavalier Game Studios irrompono nel mondo dei puzzle-adventure games con The Sexy Brutale, un’opera prima capace di far centro al primo colpo. Un sistema di gioco dannatamente old-school, appagante proprio in quanto tale, unito ad un character design con una sua identità e ad un level design da urlo, ci regala un prodotto non scevro da difetti ma assolutamente gradevole e meritevole di essere giocato. Solo la assoluta mancanza di duttilità nella risoluzione degli enigmi ed un senso di ripetitività che si fa incombente verso la fine del playthrough impediscono a The Sexy Brutale di ottenere un voto superiore, rimanendo però un prodotto di tutto rispetto inficiato, forse, solo dalla mancanza della traduzione in italiano. Se amate i puzzle game e le trame ben congegnate, non perdete assolutamente The Sexy Brutale: conviene, inoltre, tenere sott’occhio i ragazzi dei Cavalier Game Studios, destinati, sicuramente, ad un brillante futuro. |
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