Maxis sforna il nuovo The Sims 4, ma è la solita vecchia roba?
The Sims 4 l’avevamo potuto già osservare e provare in due occasioni: sia allo scorso E3 2014 che alla gamescom 2014, il titolo sviluppato da Maxis ci era parso delizioso e rinnovato. Una maggiore semplicità nei controlli ed un minimalismo estetico dell’interfaccia ci aveva fatto immaginare un titolo diverso che, in realtà, dopo circa 20 ore di gioco vero e proprio ha mostrato quasi tutte le sue carte e ci ha rivelato la sua essenza diversa da come l’avevamo intuita a primo impatto. Il franchise pubblicato da Electronic Arts è arrivato alla sua quarta edizione e nonostante si ponga in assoluto sul podio dei simulatori di vita sociale, ci saremmo aspettati molto di più, anche perché parliamo di una importante serie nata nel lontano 2000 che non ha mai smesso di migliorarsi attraverso espansioni ed add-ons.
The Sims 4 ci aveva promesso un sistema di interazioni emotive più complesso e profondo, nonché un’esperienza che faceva della libertà il suo punto cardine. Abbiamo giocato a lungo e ci siamo divertiti a testare il videogioco in ogni suo aspetto: dal Create-A-Sim al Build Mode, passando per l’avventura autentica del nostro personaggio. Vediamo insieme cosa ci hanno svelato queste lunghe ore alle prese con quest’ultima creazione.
Dopo l’installazione di rito del nostro digital download ci siamo immersi nell’idea partorita dal genio di Will Wright, un iperuranio che ha subito tantissime trasformazioni in quasi 15 anni di evoluzione dal primo The Sims. La prima fase indispensabile da affrontare per poter entrare nel mondo di gioco è quella del dover creare il nostro Sim che andremo a controllare di persona. Ogni avatar digitale nasce dalla nostra fantasia e spetterà a noi sceglierne l’aspetto, le aspirazioni di vita, il carattere, lo stile e addirittura il suo timbro vocale. Nulla di nuovo, dunque, nel concetto sottostante all’intero gioco, tuttavia il primo impatto col Create-A-Sim è sicuramente stimolante e gradevole. L’editor è stato reso molto più potente e semplice ed ora, con pochi semplici click, è possibile modificare ogni piccolo elemento del fisico del nostro personaggio. Trascinando il mouse sull’addome, ad esempio, è possibile rendere il Sim più grasso o più magro in specifici punti, ma se vogliamo concentrarci sul volto potremo spostare ogni dettaglio fin nel minimo particolare. Il soggetto che ne uscirà ci darà la sensazione di essere unico ed irripetibile e grazie alla capacità di condividere in cloud le nostre creazioni, avremo accesso a miriadi di personaggi completamente originali.
Noi abbiamo creato una Sim, Sharon Lee, ispirandoci volontariamente a Lisbeth Salander di The Girl with the Dragon Tattoo, il best-seller di Stieg Larsson. Come aspirazione le abbiamo inserito “Maga del Computer” e per lei abbiamo previsto una vita da hacker fatta di asocialità e misfatti. Tuttavia, il pannello delle aspirazioni ci è sembrato davvero ricco e per ogni tipo d’aspirazione potevamo scegliere tra due modelli di vita da perseguire. Al momento della scelta del vestiario, però, l’incantesimo è terminato e ci siamo scontrati con la dura realtà di una riduzione circa le possibilità di personalizzazione degli indumenti. Se in The Sims 3 avevamo la facoltà di selezionare le parti degli abiti al fine di modificarne le texture a nostro piacimento, in The Sims 4 questa concessione scompare a “favore” di un numero scarno di modelli e di relativi colori selezionabili. Perciò, se il nostro Sim pare unico nell’aspetto, lo stesso non si può dire del suo guardaroba. Tale scelta, comunque, potrebbe non sconvolgere più di tanto un vero fan di The Sims, poiché l’intera serie si è sempre basata su una continua produzione di espansioni che vanno ad aggiungere features mancanti al titolo di base. Dunque, è quantomeno chiaro che gli elementi mancanti verranno implementati con gli aggiornamenti successivi.
Terminata l’impostazione della donzella-avatar si è presentato il momento di decidere dove avremmo voluto farla vivere, ma ci siamo trovati avanti ad un’insolita variazione della formula apportata da The Sims 3. Quest’ultimo ci consentiva di scegliere un’intera città colma di possibilità e di assoluta libertà ed in esse potevamo girare a nostro piacimento. The Sims 4, invece, ci presenta una soluzione a quartieri in cui i luoghi ricreativi sono spartiti sapientemente tra le due zone, in modo tale da favorire l’esplorazione reciproca delle aree. In questo modo avremo il lussureggiante Willow Creek ed Oasis Springs, il primo disseminato di alberi e case in stile coloniale, il secondo che consiste in una zona desertica la quale ci ricorda vagamente l’Arizona occidentale. Ciò che sconvolge, però, è l’assoluto isolamento dei due microcosmi: i quartieri consistono in aree limitate che non spiccano per vastità e per poter viaggiare da una all’altra è richiesto un caricamento. In pratica, un Sim non può semplicemente decidere di dirigersi a piedi in un distretto differente e l’esplorazione sarà delimitata dall’ampiezza del quartiere visitato. Se questo non basta per farvi storcere il naso, immaginate cosa possa voler dire giocare su un computer poco prestante nel momento in cui vorrete recarvi nel Night Club e questo non si trova nel quartiere appena caricato.
Chiudendo un occhio su questa involuzione che può non essere considerata tale da un giocatore che s’approccia per la prima volta a questo simulatore, The Sims 4 ci mostra una carta vincente con il Build Mode che tanto appassiona la community. L’editor di case fa un balzo tecnologico in avanti e ci prospetta possibilità di modifica davvero variegate. Tutto è stato pensato per essere più intuitivo ed immediato ed ora potremo allargare, restringere, ruotare, spostare o eliminare intere stanze. Nella nostra esperienza, infatti, abbiamo dovuto far ricorso allo strumento Martello pochissime volte, poiché non c’è più bisogno di cancellare le pareti , dato che The Sims 4 ci offre la capacità di spostarle con più semplicità rispetto ai suoi predecessori. La vera novità del Build Mode, però, è data dalla facoltà di porre sul lotto delle intere stanze pre-costruite, così da poter comporre la casa dei propri sogni in modo più sbrigativo e raffinato.
Se nei precedenti The Sims esisteva il raggruppamento “Per collezione” in cui venivano radunati tutti gli oggetti facenti parte ad uno stesso gruppo tematico (ad esempio c’era la collezione Oriente in cui potevamo trovare facilmente tutti gli oggetti orientaleggianti, oppure c’era quella ispirata all’Antico Egitto, ndr.), in The Sims 4 questa feature si evolve e si presenta così in un editor capace di apporre stanze con uno stile omogeneo. Se da un lato ciò riduce il divertimento nel creare delle case secondo il proprio personale gusto, nulla vi vieta di sostituire il mobilio o di ricolorarlo a vostro piacimento. Comunque sappiate che se proprio non volete ricorrere a questo tool interessante, potete pur sempre creare da soli i vostri appartamenti come da manuale. Anche qui, tuttavia, si sente la mancanza di un numero elevato di modelli tra cui scegliere e l’assenza delle piscine è davvero immotivata e paradossale, così come lo è quella di non poter creare delle pareti curve: mi offri la possibilità di creare balconi tondeggianti e le mie pareti invece non possono fregiarsi dello stesso trattamento? Noi ci siamo limitati a comprare un lotto già arredato, così cheap da assomigliare ad una crackhouse.
Ma veniamo alla vera esperienza offerta da The Sims 4: la simulazione di vita. Eravamo rimasti alla nostra Sharon Lee, la nostra Sim-hacker-wannabe. Viene da sé che per intraprendere un hobby così complicato c’è bisogno di acquisire una expertise in tutto ciò che riguarda il computer. Spendendo una cifra spropositata di Simoleon abbiamo acquistato il miglior PC sulla piazza così da poter permettere a Sharon di aumentare la propria competenza nell’abilità di Programmazione. Il gioco, in fin dei conti, è tutto qui e ruota sul concetto di decisione: come nella vita reale, la simulazione ci pone dinanzi a numerose scelte che automaticamente ne precluderanno altre, o al massimo le rinvieranno a quando avremo più denaro e maggiore tempo libero. Il Sim dovrà apprendere quante più cose possibili e dovrà puntare al massimizzare tutte le sue abilità (20 in tutto, ndr) che spaziano da quelle culinarie a quelle di giardinaggio, senza tralasciare la scienza missilistica o le capacità logiche. La corsa alla conoscenza suprema, però, è travagliata e prevede parecchi sacrifici.
La nostra Sharon Lee, ad esempio, ha dovuto cercarsi un lavoro, tralasciando per un attimo la sua sete di computer. A fronte di un guadagno, deriva una riduzione del tempo libero in cui socializzare o affinare le nostre abilità. Il sistema delle professioni è rimasto sostanzialmente invariato tranne che per i premi che riceveremo ad ogni nostra promozione: avanzeremo di carriera man mano che completeremo degli obiettivi ben definiti e questi, per fortuna, non saranno mai troppo impossibili da completare. Ad ogni modo, nel frattempo dovremo tener sotto controllo anche i bisogni specifici del personaggio che andranno a suddividersi tra le classiche funzioni primarie legate all’assunzione di cibo e quelle più complesse come la necessità di una vita sociale.
Proprio la socialità è quella che abbiamo voluto ispezionare più a fondo. Stando alle premesse su The Sims 4, il sistema di intelligenza emotiva doveva ripercuotersi sulle interazioni con gli altri Sim. In effetti, ad un primo impatto ci è sembrato che le opzioni di conversazione fossero davvero numerose e che l’umore del nostro personaggio influisse effettivamente sugli stati dei nostri interlocutori. A lungo andare, però, la parvenza di innovazione non ha retto e tutta questa sofisticatezza preannunciata è svanita in fretta. La nostra Sharon Lee, ad esempio, era felice per aver programmato la sua prima app, ma aveva un bisogno di socialità impellente. Portandola in un luogo ricreativo l’abbiamo fatta rapportare con un altro Sim, anche se quest’ultimo era triste a causa di una recente rottura sentimentale. Il nostro obiettivo era quello di vedere se Sharon sarebbe stata influenzata dalla tetraggine dell’altro personaggio o se sarebbe stata capace di rassicurarlo. Con un paio di interazioni efficaci, ecco che Sharon è riuscita a rendere l’altro più contento, ma subito dopo tutto è esploso in una bolla di sapone. Il passaggio da triste a felice è stato fin troppo semplice e la malinconia dell’altro non ha minimamente influito su Sharon. Quindi, cosa c’è di realmente diverso dai The Sims precedenti? Forse la possibilità di fare più azioni contemporaneamente? Di certo tutto ciò non ci fa gridare al miracolo. Comunque sia, grazie a questa chiacchierata, con le giuste azioni la nostra Sharon ha aumentato la sua abilità Carisma e se ne è tornata a casa con uno stato Soddisfatto generato dalla buona conversazione.
Continuando a controllare la nostra Sim abbiamo ritenuto sufficiente la nostra prova col titolo che ha saputo regalarci degli imprevedibili momenti divertenti con i classici plot-twist alla The Sims, eventi buffi, il solito fiki-fiki coloratissimo e, infine, il Tristo Mietitore che ha portato via Sharon ustionata dopo un fatale incendio.
A prescindere dalla spensieratezza offerta dal gioco, però, abbiamo riscontrato anche una serie di punti critici davvero fastidiosi. Uno tra questi, che quasi ha snaturato l’essenza del titolo stesso, è la mancanza dello stage “Bebé”. The Sims si pone come un titolo che emula la vita di un essere reale e pertanto l’arco della propria esistenza va dalla nascita alla morte e non salta di certo le tappe. In The Sims 4, invece, si passa dall’essere un neonato all’essere un bambino, bruciando così una serie di possibilità che probabilmente verranno aggiunte in seguito con chissà quale espansione.
Ma arriviamo al vero dramma che ha svilito l’intera nostra esperienza con The Sims 4: i bug. Fin dal giorno del lancio, sui vari forum son comparse numerose segnalazioni riguardo a gravi problemi con l’esecuzione del gioco. Seppur per i primi giorni sia filato tutto liscio, dopo l’installazione della prima patch il titolo ha iniziato a manifestare errori inaccettabili e crash incessanti, tant’è che a causa di uno di questi difetti abbiamo perso circa 10 ore di gioco dopo la corruzione di un file di salvataggio. Non si vuole sicuramente creare l’allarmismo generale su questa materia, poiché i bug esistono ed esisteranno sempre in ogni videogioco, ma la nostra avventura è stata rovinata in modo irreparabile.
In conclusione…
The Sims 4 ci aveva promesso una serie di innovazioni spettacolari che alla prova pratica non si sono rivelate all’altezza. Abbiamo trovato apprezzabile il tentativo di rinnovare gli editor dei Sim e delle case, ma abbiamo riscontrato un’involuzione generale nella personalizzazione del vestiario e del mobilio. Invariato rimane il concetto di gioco che prova a svecchiarsi con un sistema di interazioni più dinamico e coinvolgente, ma ciò non è sufficiente per gridare al miracolo. Le clamorose mancanze, infine, rendono più povera l’esperienza di gioco e lasciano The Sims in un alone di sufficienza, rovinato oltremodo dai numerosi bug.
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