The Talos Principle VR – Anteprima gamescom 17

Colonia – Del peculiare The Talos Principle, puzzle game filosofico in grado di instillare dubbi esistenziali anche negli individui più sicuri di sé (o resistenti alle riflessioni e alle preoccupazioni della vita), e realizzato da chi, fino a poco tempo prima, conosceva l’unica filosofia che si inculca a suon di vulcan (Croteam è celebre per la sua brutale serie Serious Sam), ve ne parlammo anni fa, quando apparve per la prima volta su PC. Di acqua sotto i ponti, nel frattempo, ne è passata, e dopo una toccata e fuga su PS4 e un’espansione, Road to Gehenna, quelle gesta metafisiche e intricate, puzzle inclusi, fanno il giro (dalla forma di un Ouroboros) e tornano lì dove il gioco è nato e si è guadagnato il rispetto e la stima di un gran numero di fan, da tempo desiderosi di un’esperienza così intensa, atipica, per nulla leggera, eppure, al contempo, divertente e irresistibile, nonostante la difficoltà crescente degli enigmi proposti.

Lo fa con una (con)versione per HTC Vive, The Talos Principle VR, ed esclusivamente per la periferica in questione, giudicata superiore alla concorrenza e perfetta per ottenere il risultato che il team aveva in mente. Lo scopo, chiaramente, è quello di immergere in maniera ancor più profonda il giocatore nel suo avvolgente trattato di filosofia interattivo, e propinargli ancor più intensamente gli enigmi ambientali, ma anche i dubbi, le riflessioni, le nozioni sparse qua e là, sulle mura che separano le varie aree di cui ci si deve guadagnare l’accesso, ma anche sulle mura che separano il giocatore dalla verità. Nella breve demo provata alla gamescom, abbiamo potuto rivivere il solo tutorial, la sequenza introduttiva studiata dal team per far acclimatare il giocatore alle peculiari meccaniche alla base dei puzzle del suo gioco, tre stanze di difficoltà crescente in cui abbiamo dovuto armeggiare con gli immancabili jammer per sbloccare porte e ottenere i preziosi blocchi (à la Tetris), necessari per attivare un ulteriore rompicapo e proseguire nell’avventura.

La base del gameplay degli enigmi in questione è rimasta inalterata, idem la visuale in prima persona: bisogna sempre posizionare nel modo corretto i jammer, che mantengono aperti dei cancelli o che possono essere utilizzati come specchi per far rimbalzare dei fasci di luce di vari colori, necessari a loro volta per sbloccare porte e avanzare nei labirinti. La differenza, chiaramente, sta nel fatto di poter afferrare, letteralmente, i jammer in questione, oppure i pezzi del rompicapo (sostituiti, per ovvi motivi, dai controller di HTC Vive), e di studiare in maniera un po’ più intuitiva la direzione verso cui indirizzare i jammer quando ci sono laser da far rimbalzare.

E a colpire, segno che non si tratta di una conversione raffazzonata, ma c’è dietro un lavoro certosino, è il gran numero di opzioni legate alla Realtà Virtuale: tante piccole impostazioni, anche le più infime e apparentemente inutili, con le quali personalizzare al massimo la propria esperienza, anche in base alla propria soglia di sopportazione (tristemente soggettiva, lo sappiamo bene). Al di là della sensibilità dei controller o della velocità di rotazione del casco, è possibile selezionare il sistema di movimento più adatto al proprio stomaco, dal teletrasporto al movimento effettivo, impostando la direzione con il proprio corpo, grazie ai sensori del Vive, oppure sfruttando interamente i controller. Ciliegina sulla torta, il “Comfort Mode”, che riduce drasticamente la visuale laterale, e al contempo la motion sickness, permettendo così agli stomaci più deboli di isolare qualsiasi elemento in grado di compromettere la partita, ritrovandosi però un “oblò” dal quale osservare il mondo durante il movimento. Il tutto senza rinunciare al pur buono comparto grafico, per nulla sacrificato dal passaggio all’esosa (in termini di risorse) VR.

The Talos Principle VR

La questione, però, è una sola: qual è il beneficio di rivivere The Talos Principle da questo nuovo punto di vista? Sicuramente per gli utenti vergini sarà splendido poter affrontare i suoi complessi e appaganti puzzle immergendosi totalmente nelle sue atmosfere eteree, ma quanti sono gli appassionati di un titolo così di nicchia che, a tre anni circa dall’uscita, non lo hanno già spolpato in ogni suo enigma? E quale bonus trarranno dalla nuova run? Dal poco provato, ci è parso più di perdere che di guadagnare qualcosa, tra lo sforzo mentale (e fisico) che la VR comporta, che rende ancor più difficile spremere le meningi per capire cosa fare e come farlo, e l’incertezza dei comandi e dei movimenti (almeno nel primo contatto: chiaro che sul lungo termine si prenderà confidenza con i controlli), che ci ha portato più volte a dover riposizionare i jammer, piazzati, nostro malgrado, in punti non funzionali alla risoluzione dell’enigma.

In conclusione

The Talos Principle VR è un modo assolutamente splendido di godere di un’esperienza così unica e coinvolgente, ma dal poco provato non ci ha offerto chissà quale motivo imprescindibile per iniziare una nuova run dopo aver speso ore e ore sul gioco base. Per i neofiti sarà indubbiamente fantastico poter risolvere enigmi immergendosi completamente nel mondo di gioco, peraltro senza rinunciare all’ottimo comparto grafico, e a piazzare i jammer “di persona”, toccandoli (più o meno) con mano (a patto di prendere confidenza con i controlli), e il lavoro di Croteam per rendere la VR più abbordabile a ogni tipo di stomaco è encomiabile, ma il gioco rischia di non valere la candela.