Colonia – Nell’immaginario collettivo il termine ospedale viene identificato con l’istituto destinato all’assistenza sanitaria, nel quale si provvede al ricovero e alla cura dei malati. L’ex Ospedale Psichiatrico di Volterra, conosciuto anche come il luogo del non ritorno, si discosta in maniera decisa da questo significato poiché, sia in Italia che in moltissimi altri Paesi, il ricovero in manicomio comportava la completa perdita dei propri diritti; l’individuo veniva privato della capacità di compiere atti giuridicamente rilevanti.
[adinserter block=”1″]
Dopo il ricovero nella struttura, il malato dipendeva in tutto e per tutto dalle decisioni del medico che lo seguiva: a quest’ultimo spettava il compito di decidere le terapie da applicare al paziente, la possibilità di ricevere visite e l’eventuale fine del ricovero. Inoltre i reparti erano spesso sovraffollati e ciò portava il personale, il più delle volte impreparato nel gestire queste situazioni, ad adottare misure di contenzione e terapia estreme che hanno dell’inverosimile: pazienti legati al letto per mesi, docce gelate, lobotomie, soffocamento.
Ed è proprio in questo inferno dantesco che Lka.it, studio tutto italiano, ha deciso di ambientare The Town of Light, thriller psicologico che ci fa rivivere le esperienze, gli orrori e i drammi vissuti dai pazienti rinchiusi all’interno dei manicomi – aboliti definitivamente con la legge 180 del 1978, meglio nota come legge Basaglia – attraverso la storia di Renèe, una giovane donna schizofrenica.
Nonostante le ambientazioni cupe, il gioco è tutt’altro che un horror, come viene spesso erroneamente definito. The Town of Light si concentra sulla trama, sulle emozioni del personaggio, sul suo passato; non vi sono enigmi da risolvere, mostri da scovare o da uccidere: i demoni sono tutti racchiusi all’interno della mente e dei ricordi di Renèe che, vagando per il manicomio di Volterra, cercherà di riportare a galla.
Dopo essere entrati all’interno di quel luogo tanto imponente quanto minaccioso, ci mettiamo alla ricerca di una bambola, la bambola che Renèe aveva con sé durante gli anni del ricovero, l’unico oggetto in grado di stabilire una sorta di connessione tra i ricordi della protagonista ed il mondo reale. Dopo averla trovata, la protagonista la avvicina a sé constatando quanto questa sia fredda e così ci avventuriamo per il manicomio alla ricerca di un luogo dove poter riscaldare la bambola.
Purtroppo non vi è alcun punto di riferimento all’interno del manicomio, cosicché i giocatori meno pazienti potrebbero ritrovarsi piuttosto confusi durante l’esplorazione e la ricerca dei luoghi e degli oggetti necessari a proseguire nella narrazione. Durante la nostra prova, siamo stati guidati da Luca Dalcò, direttore di Lka.it e del progetto The Town of Light ma, d’altra parte, una più attenta osservazione degli ambienti potrebbe portare a scoprire nuovi, interessanti dettagli riguardanti la vita dei pazienti all’interno di quelle terribili strutture.
Dopo aver portato a termine il nostro compito, un nuovo e terrificante ricordo fa capolino nella mente della donna: un uomo dall’enorme stazza regge la sua bambola. Successivamente, la stessa figura abusa sessualmente di Renèe, turbandola emotivamente e scatenandole reazioni contrastanti. Una scena da brividi, in grado di scuotere anche gli animi più duri.
Il ritmo della storia, dapprima volutamente lento, si fa sempre più concitato e incalzante, tenendo così il giocatore incollato allo schermo per tutta la durata del gioco. Con l’avanzare della narrazione avremo inoltre modo di raccogliere alcuni frammenti di schede cliniche, venendo così a conoscenza di nuovi dettagli riguardanti la condizione di Renèe e la sua vita all’interno del manicomio di Volterra.
Con l’intento di offrire una maggiore profondità al gioco, gli sviluppatori hanno reso compatibile il titolo con Oculus Rift, visore per la realtà virtuale. Tuttavia, questa versione di The Town of Light non era ancora ottimizzata a dovere, mostrando alcuni sfarfallii ed una certa difficoltà ad interagire con gli oggetti presenti nella tetra ambientazione.
A testimonianza dell’enorme lavoro di ricostruzione dei fatti storici effettuato dal team di Lka.it, sul sito ufficiale è presente una vasta bibliografia delle opere consultate per la realizzazione di The Town of Light. Una scelta piuttosto insolita per un videogioco, che non fa altro che ribadire l’impegno di questi ragazzi italiani nell’intento di offrire un contenuto quanto più autentico possibile.
The Town of Light è un gioco coinvolgente, da brividi. L’imponente lavoro di ricerca dei materiali storici svolto dai membri del team di Lka.it,la tormentata storia di Renèe, i vasti ambienti esplorabili, la cura maniacale nella ricostruzione del manicomio di Volterra ed una narrazione coinvolgente non fanno altro che confermare la bontà dell’opera tutt’ora in fase di sviluppo. Non vediamo l’ora di poter giocare a questo gioco atteso entro la fine del 2015 su PC, esplorando ogni angolo del nosocomio ed accompagnando Renèe in questo viaggio alla riscoperta di sé stessa.
Commenti