Colonia – L’omonimo test ideato dal matematico Alan Turing per comprendere se l’interlocutore è un essere umano o una macchina è conosciuto ovunque: una persona, chiamata a fare da giudice su due distinte conversazioni, uomo e macchina, deve saper discernere quale delle due ha visto protagonista la macchina. Se fallisce, il computer in questione ha passato il test e viene dichiarato un essere senziente in tutto e per tutto. Non sorprende perciò che questa idea, l’incapacità di riconoscere un essere umano da un complesso sistema d’algoritmi, sia l’anima di The Turing Test, nuovo gioco per Xbox One e PC.
Sviluppato da Bulkhead Interactive, questo titolo può essere considerato l’erede spirituale del loro precedente lavoro, Pneuma: Breath of Life. Superficialmente, The Turing Test si mostra come un puzzle game non dissimile da giochi quali Portal o il più recente The Talos Principle; laddove tuttavia la trama di Portal era una scusa per imbastire un antagonista enigmatico e divertente, qui i ruoli si invertono e il gameplay diventa il mezzo attraverso il quale raccontare una storia. La storia di Ava Turing, per la precisione, un ingegnere dell’International Space Agency in missione per studiare la vita scoperta su Europa, uno dei satelliti di Giove: all’interno della base di ricerca che fa da sfondo all’avventura e accompagnati dalla voce di T.O.M, l’IA che ci incoraggia a esplorare la struttura, dovremo sfruttare il nostro EMT (Energy Manipulation Tool) per prendere il controllo di intelligenze artificiali, manipolare strutture e risolvere compiti complessi, il tutto ipoteticamente disegnato perché solo una mente umana possa giungere alla soluzione e forse, al tempo stesso, offrire una risposta all’enigma di che cosa significhi davvero essere umani.
Siamo dunque atterrati anche noi su Giove per capire dove ci avrebbe portato la missione. Primo a colpirci con forza è stato il senso di solitudine, amplificato dalla quasi completa assenza di suoni: siamo davvero isolati in questa base di ricerca attraverso la quale possiamo proseguire solamente grazie al nostro intuito. Il gameplay infatti si mostra ridotto all’osso e senza necessità di tutorial, proprio com’era nelle intenzioni di Howard Philpott, creative producer di Bulkhead; EMT alla mano, il nostro obiettivo è superare i test che di volta in volta ci vengono sottoposti, spostando unità di energia da un blocco all’altro per aprire le porte e addentrarci sempre più in profondità nella struttura. A volte il nucleo energetico sarà bloccato, perciò dovremo fisicamente raccogliere l’intera cella e disporla dove più ci verrà comodo, secondo una progressione di difficoltà che ci segue passo dopo passo con l’introduzione di nuovi elementi. Uno dei primissimi puzzle ha richiesto ad esempio la semplice traslazione di energia da un punto all’altro della stanza e lentamente siamo avanzati fino a raggiungere una camera quadrata dove ogni parete aveva la propria porta; l’energia non era sufficiente per aprirle tutte assieme in comodità, dunque si è trattato di riflettere su come distribuirla nel miglior modo, uno schema che ci oppone barriere multiple e appunto ricorda i primi livelli di The Talos Principle.
Occasionalmente T.O.M. interverrà per spiegare la natura dei test, ciascuno dei quali svela un pezzetto in più di cosa stia accadendo, e Ava risponderà a sua volta; non escludiamo tuttavia che altri personaggi possano intervenire nel corso di una storia che per quanto lineare nella sua narrazione si mostra più ambigua che definita, taglio che in un certo senso ricorda Gone Home. Una domanda in particolare ci ha lasciato più dubbi che certezze: il gioco s’intitola The Turing Test, la protagonista si chiama Ava Turing, è ovvio a cosa saremmo andati incontro. È il suo test, un test per giudicare chi sia umano e chi una macchina. E l’essere umano è lei. Ma se così non fosse? Da dove traiamo questa certezza? È questo il core del gioco, non fermarci alle apparenze e spingerci a rivalutare quanto davamo per scontato, avvalendosi soltanto di un’ambientazione spoglia, pur nella sua cura per i dettagli, pochi protagonisti e uno solo strumento.
La progressione lineare ha permesso agli sviluppatori di raccontare quello che volevano raccontare, offrendo al giocatore il necessario per risolvere i puzzle senza tuttavia esserne sopraffatto, ma per i più rodati e soprattutto curiosi saranno presenti durante il gioco enigmi opzionali che se risolti sbloccheranno tasselli extra della storia; un innegabile momento di respiro per i ragazzi di Bulkhead, che hanno potuto allentare la tensione dovuta al costante bilanciamento della difficoltà (il rage quit di giocatori insoddisfatti del resto è dietro l’angolo) per sbizzarrirsi un po’ e mettere alla prova chi della linearità non si accontenta.
Una storia che seppur lineare nella narrazione si mostra più ambigua che definita
Sviluppato in Unreal Engine 4, The Turing Test potrà sembrare incredibilmente familiare a chi di puzzle game se ne intende ma non per questo bisogna negargli una possibilità: dotato di meccaniche solide che ben si allineano con gli enigmi e accompagnato da una colonna sonora che aumenta l’urgenza e la tensione senza però scadere nello spaventoso o nel drammatico, il titolo si mostra piacevole e intrigante da giocare. Le macchine dunque possono pensare? The Turing Test probabilmente non offrirà la risposta a questa domanda ma siamo sicuri, anche solo dopo questa demo, che spingerà i giocatori a riflettere.