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The Walking Dead Saints & Sinners – Chapter 2: Retribution – Recensione

Come il titolo lascia intendere, The Walking Dead Saints & Sinners – Chapter 2: Retribution è in tutto e per tutto un diretto sequel. Recuperando il rilascio ad episodi di alcuni giochi di non troppo tempo fa, si pensi alle numerose produzioni targate Telltale legato a questo o a quel brand, Skydance Production ha deciso di rendere la sua esperienza in realtà virtuale un’unica avventura praticamente senza soluzione di continuità, per quanto divisa in due capitoli.

Per chi ha buona memoria, ricorderà che il gioco in questione ha in realtà debuttato tempo fa, nel dicembre del 2022 per l’esattezza, su Meta Quest 2, esordio tutt’altro che felice a dirla tutta. Tra bug ed un comparto grafico non all’altezza delle aspettative, la produzione non incantò quanto il capitolo originale, tutt’ora annoverato tra le migliori esperienze offerte in realtà virtuale su ogni piattaforma e di ogni tempo.

L’arrivo su PC e, soprattutto, PlayStation VR 2, che potete ovviamente acquistare sullo shop online di GameStop, ha concesso agli sviluppatori una vita extra, un secondo tentativo che non è affatto andato sprecato e che ci ha consentito di sperimentare e vivere un’esperienza quanto mai convincente e adrenalinica, un’avventura sostanzialmente irrinunciabile per i fan degli zombie.

Come detto, il gioco si avvia il secondo successivo in cui si è interrotto il prequel. Vi ritroverete così nei panni del Turista, in una New Orleans non solo invasa dagli zombie, ma anche contesa da più fazioni che si combattono senza esclusione di colpi. I neofiti troveranno ad attenderli un esaustivo riassunto della puntata precedente, ma va da sé che solo i fan di lungo corso potranno apprezzare e comprendere appieno ogni riferimento.

A differenza del primo capitolo, la trama di The Walking Dead Saints & Sinners – Chapter 2: Retribution non è un pilastro portante dell’esperienza. Ci sono alcuni bivi narrativi, c’è qualche NPC che si distingue dagli altri per caratterizzazione, ma per lo più la software house ha puntato sull’azione e su una conclusione d’impatto, lasciando in secondo piano dialoghi di un certo spessore e tematiche controverse che invece avevano piacevolmente caratterizzato il prequel. Il mondo immaginifico ideato da Robert Kirkman c’è, si percepisce, ma è sullo sfondo, adombrato dal gameplay vero e proprio.

Gameplay vero e proprio che fortunatamente brilla di luce propria e sfrutta adeguatamente tutte le potenzialità della realtà virtuale, nonché le feature uniche di PlayStation VR 2 e Sense.

Azione, stealth ed esplorazione si alternano con armonia

Tanto per cominciare i glitch che hanno mortificato l’originale sono un lontano ricordo. Non sono rari i casi di bad collision, certo, ma ora il software fila liscio senza blocchi, senza incertezze, senza strani comportamenti del motore fisico. Inoltre, anche graficamente c’è davvero poco di cui lamentarsi. Non si raggiunge la magnificenza di Horizon Call of the Mountains, che potete acquistare in bundle con il PlayStation VR 2 grazie a questo link, ma il colpo d’occhio è assolutamente soddisfacente. Le ambientazioni sono sufficientemente dettagliate, i modelli poligonali ben animati e anche il frame rate regge piuttosto bene, anche quando sarete circondati da una piccola orda di zombie.

A grandi linee, in The Walking Dead Saints & Sinners – Chapter 2: Retribution dovrete raggiungere una location dopo l’altra, facendovi strada tra le varie zone che compongono la New Orleans post-apocalittica del gioco. Molte delle aree che esplorerete, difetto indiscutibile del gioco, sono riciclate di peso dal prequel, con solo due new entry, peraltro dalle dimensioni relativamente contenute.

Per la maggior parte del tempo, si tratterà di recuperare risorse, imprescindibili per creare oggetti che vi torneranno utili, ma anche per rimpinzare la scorta di medikit e proiettili; eliminare zombie e dribblare più o meno silenziosamente gruppi di non infetti dalle intenzioni tutt’altro che amichevoli. Azione, stealth ed esplorazione si alternano con armonia, restituendo i contorni di un’esperienza varia, adattabile ad una moltitudine di approcci, profonda.

Il tutto non avrebbe un gran valore, di per sé, se a sostegno non ci fosse un sistema di controllo quanto mai efficiente ed in grado di amplificare esponenzialmente il senso d’immersione. Sfruttando giroscopi ed accelerometri dei due Sense, nel gioco si potrà letteralmente accoltellare, accettare, raccogliere, mirare e ricaricare le bocche di fuoco, mimando ogni gesto. Il sistema non è solo estremamente intuitivo, ma anche funzionale all’esperienza stessa. Non bastassero già le improvvise apparizioni degli zombie a regalare qualche jump scare, la tensione aumenterà a dismisura quando, minacciati da una piccola orda, dovrete ricaricare il fucile, cercando il più possibile di non tremare e di ripetere correttamente la successione di movimenti richiesti per il compito.

Anche per questo motivo, tuttavia, The Walking Dead Saints & Sinners – Chapter 2: Retribution non può che ritenersi un gioco per veri esperti della realtà virtuale. Sul fronte dell’accessibilità, il gioco fa davvero poco per mettere a proprio agio il neofita. A contenere i tragici effetti della motion sickness c’è solo la vignettatura e l’unico movimento previsto per l’avatar è quello libero, un compromesso comunque comprensibile vista la natura dell’esperienza.

Conclusioni

Con la sua decina di ore di longevità, The Walking Dead Saints & Sinners – Chapter 2: Retribution è certamente tra i titoli irrinunciabili di questa prima infornata di giochi rivolti a PlayStation VR 2.

Rispetto all’edizione per Meta Quest 2 le migliorie apportate sono innumerevoli, dal comparto grafico, all’eliminazione della quasi totalità di bug e glitch riscontrati qualche mese addietro con la release originaria.

Sistema di controllo e gameplay funzionano alla grande, restituendo all’amante di zombie e realtà virtuale un’avventura adrenalinica, terrificante, sfaccettata e che al contempo sfrutta a dovere le specifiche del visore di Sony.

Peccato solo per il pesante riciclo delle ambientazioni e per una trama meno curata rispetto al prequel. Ma per il resto c’è davvero poco di cui lamentarsi. Se cercavate un titolo con cui esplorare le potenzialità di PlayStation VR 2, o del vostro visore per PC, la vostra ricerca può dirsi terminata.

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