Il percorso di Clementine non è mai stato facile. Da quando l’abbiamo conosciuta, la giovane pupilla di Lee è cambiata profondamente, crescendo in un mondo ostile e venendo contemporaneamente forgiata da esso, come un’arma trasforma i colpi ricevuti dal fabbro in un lento perfezionamento del proprio filo. Sono rimasto così legato a Clementine che ho iniziato ad affiancarla alle figure delle eroine invincibili dei videogiochi moderni, come Lara Croft o Aloy. Insomma, lei è una donna d’acciaio, e nonostante tutto quello che il mondo le fa passare riesce sempre ad andare avanti e a rialzarsi.
La realtà dei fatti si è però rivelata diversa, più sfaccettata e sotto certi versi disturbante. Questo quarto e ultimo episodio ha preso sulle spalle l’intera eredità di una serie di enorme successo, la stessa che ha portato all’ascesa di Telltale Games nel 2012. La successiva caduta dello studio di San Rafael, avvenuta nell’ultimo quadrimestre del 2018, ha costretto in qualche modo Skybound Games a prendere in mano il progetto, per evitare che diventasse un’opera incompiuta, ridimensionando l’ultima stagione di The Walking Dead in quello che conosciamo oggi. Con “Ritorno a Casa” si conclude quindi un cerchio aperto sette anni fa, una storia fatta di alti e bassi che ha senza dubbio influenzato (più o meno pesantemente) l’industria videoludica moderna.
Prima di iniziare però c’è il solito avvertimento che sono tenuto a farvi: come per i precedenti episodi di The Walking Dead, vi devo dire che questa recensione contiene inevitabilmente qualche spoiler tratto dagli avvenimenti dei capitoli passati, pertanto se non avete ancora giocato agli altri tre episodi della stagione finale vi suggerisco caldamente di interrompere la lettura per non rovinarvi l’esperienza di gioco.
Dopo l’inevitabile scontro con il gruppo di Lily, Clementine e AJ si ritrovano in una situaione terribile. Più soli che mai, pieni di dubbi, paure e incertezze. Ma soprattutto circondati da non morti in una nave che sta per affondare. Qualcosa ha iniziato a incrinare il rapporto fra AJ e Clem, e non è niente altro che la crescita del piccolo orfanello, che è stato costretto dal mondo esterno a uccidere la sua infanzia. Le ultime ore in compagnia di The Walking Dead vogliono essere cariche di tensione, tenendo idealmente il giocatore in sospeso fra l’emotività e lo shock. Putroppo però queste ambiziose premesse non vengono confermate dal gameplay e dalla narrazione, che spesso offrono il fianco a qualche critica.
Purtroppo le ambiziose premesse del gioco non vengono confermate dal gameplay e dalla narrazione
Dal punto di vista della giocabilità pure, alcune sessioni con l’arco fanno sembrare Clementine una sorta di Legolas legnoso che non può fare altro che scoccare frecce infinite su uno sciame di morti viventi, mentre i soliti quick time events si sono fatti più frustranti che mai, dandovi il game over spesso al primo errore. Intendiamoci, non è che questo sia un male, ma unito al contesto narrativo sembra che il gioco voglia costringere il suo giocatore a intraprendere determinate strade, a prescindere dalla volontà o dalle intenzioni dello stesso.
Narrativamente parlando, le ore finali di The Walking Dead hanno tantissimi alti e bassi, risultando a volte prevedibili e altre volte azzeccate. Purtroppo però non riesco a togliermi dalla testa il fatto che la fine di questo percorso lungo sette anni sia stata gestita troppo in fretta. Certamente non possiamo dare la colpa a Skybound Games, che ha cercato con tutte le sue forze di dare un finale degno a una saga così importante per moltissimi giocatori, tuttavia è lecito chiedersi se, forse, più tempo a disposizione avrebbe aiutato a dare una conclusione di maggiore impatto a The Walking Dead.
Il doppiaggio di questo ultimo capitolo è forse la parte più riuscita della produzione, con performance di alto livello che sono riuscite a rendere bene a schermo le emozioni provate dal piccolo AJ e dalla nostra eroica Clementine, sempre interpretata dalla bravissima Melissa Hutchinson. Il canto del cigno di The Walking Dead si conclude con un finale agrodolce, lungo il giusto, che ci permetterà di salutare malinconicamente uno dei personaggi femminili più forti del videoludo moderno.
Dire addio a The Walking Dead non è stato affatto facile, ma dopo tutto questo tempo e soprattutto dopo le peripezie che i ragazzi di Telltale/Skybound hanno passato, è ora di salutare una volta per tutte Clementine. La sua storia poteva essere sicuramente raccontata in diverso modo, ma allo stato attuale delle cose questo non è stato possibile. E onestamente va anche bene così. Consiglio personalmente questa ultima stagione a tutti coloro che sono affezionati alla storia cominciata da Telltale Games e che vorrebbero vedere la fine delle peripezie di Clementine. Ai novizi della serie o a chiunque voglia avvicinarsi al mondo di The Walking Dead consiglio invece di lasciare perdere l’acquisto e partire da molto più indietro, possibilmente dal primo, indimenticabile episodio. |