Il merito di Telltale Games non è solo quello di aver saputo riesumare un genere videoludico ormai quasi dimenticato da tutti, quello delle avventure grafiche, ma anche di aver trasposto in pixel una serie di storie incredibilmente drammatiche, crude ed emozionanti, quasi mai adatte ad un pubblico troppo giovane.
La saga di The Walking Dead è di sicuro l’esempio migliore della grande capacità narrativa della software house statunitense, che è riuscita nell’intento di unire le tinte horror del fumetto con una trama indipendente ma non per questo meno angosciante.
Il risultato è stato celebrato in maniera univoca, tant’è vero che alla prima stagione di The Walking Dead è seguita una seconda ed ora una terza, sempre con la stessa indomita protagonista: Clementine.
La Clementine di A New Frontier non è più la bimba spaventata che abbiamo salvato dall’apocalisse nei panni di Lee, ma una ragazza ben consapevole degli effetti che i morti viventi hanno avuto sul mondo e quindi determinata a tutto pur di sopravvivere.
In questi primi due episodi, Ties That Bind, Telltale Games non ci fa rimpiangere nulla e anzi ci presenta un’avventura dai toni forse ancora più cupi di quelli che ricordavamo; nuovi protagonisti, nuovi nemici e come sempre nessuno di cui ci si possa veramente fidare. Le scelte effettuate avranno ripercussioni pesantissime, anche se la storia, almeno durante le prime ore, sembra seguire una strada a noi familiare.
Stiamo davvero per raggiungere un nuovo confine?
Questa terza stagione si apre con uno spaccato di vita familiare ambientato prima dell’apocalisse che ha poi inghiottito il mondo, in modo tale da presentarci uno dei nuovi protagonisti dell’avventura: Javier Garcia.
Suo padre si è misteriosamente ammalato e si spegne poco prima che lui riesca a raggiungere l’abitazione dei genitori, mancanza che gli costa un violento litigio con il fratello, geloso del suo legame speciale con i genitori nonostante le costanti disattenzioni.
Purtroppo l’epidemia non risparmia neanche la famiglia affranta di Javi, dato che il defunto padre in realtà è uno dei tanti infetti che nel giro di pochi mesi popoleranno tutto il pianeta.
Il protagonista è così costretto a fuggire in fretta e furia con tutta la sua famiglia, lontano da un incubo troppo raccapricciante per essere vero. Svariati anni dopo lo scoppio dell’infezione, ritroviamo uno Javi più adulto, provato, ma saldamente a capo di una famiglia che seppur non sua (sono infatti i figli e la moglie del fratello scomparso), lo considera il proprio punto di riferimento.
Dopo una serie di inquietanti e drammatiche vicissitudini, Javier viene separato dai suoi cari ed è in questo modo che si imbatte in Clementine, faccia nota a chi ha giocato i precedenti capitoli della serie.
Ties That Bind, sancisce l’inizio di un’altra emozionante avventura, unita da un filone narrativo che scorre energico senza un attimo di respiro
Anche in questo caso, con A New Frontier, Telltale ci permette di recuperare i salvataggi passati per importare le scelte effettuate e delineare così il profilo psicologico ed il tipo di approccio dei vari personaggi. Ciò nonostante, è palese il paradosso che si viene a creare utilizzando un protagonista diverso rispetto a prima; agli occhi di Javier infatti, Clementine è solo una ragazzina cinica e sospetta, mentre noi sappiamo bene che agisce con le migliori intenzioni. In questo modo però, alcune scelte imposte potrebbero essere “manipolate” a causa dei nostri sentimenti per Clem e della profonda conoscenza del suo tragico passato.
Fortunatamente pochi di questi momenti influiscono davvero sulla trama generale, almeno nel primo e nel secondo episodio, strettamente collegati tra loro.
Per il resto, non si poteva sperare in un esordio migliore per la terza stagione di The Walking Dead. Il doppio episodio, Ties That Bind, che sancisce l’inizio di un’altra emozionante avventura, è unito da un filone narrativo che corre energico senza un attimo di respiro, complici alcuni colpi di scena veramente riusciti, tanto che nulla avrebbero da invidiare alla serie TV o al fumetto.
Si incomincia a delineare il rapporto tra Javier e Clementine, una relazione complessa fatta di compromessi, patti forzati, ma anche collaborazione, supporto e (forse) amicizia. A New Frontier ci mette davanti un mondo sconvolto, che però sembra essere riuscito finalmente ad andare avanti: scopriremo le prime città, le prime regole di una nuova civiltà e quindi tutti i problemi che ne derivano.
Il nuovo motore grafico di Telltale Games fa il proprio dovere, donando nuova vita (è proprio il caso di dirlo!) ad una serie che ormai, tecnicamente, faceva fatica a tenere il passo con la concorrenza. I modelli poligonali si muovono con più convinzione e dinamismo e le espressioni facciali che ne emergono sono più realistiche, le pause tra una scena e l’altra sono notevolmente diminuite e persino i caricamenti si sono fatti più rapidi.
Visivamente è possibile apprezzare dettagli che prima non esistevano, a causa del tratto grezzo e incerto di un cel-shading vecchio di una generazione: non si tratta di un vero e proprio miracolo, ma siamo senza dubbio sulla strada giusta.
D’altro canto, in un’avventura horror come The Walking Dead, l’impatto grafico non è di fondamentale importanza e comunque rispetto al passato non rimarrete affatto delusi.
Nessuna novità rispetto alle meccaniche di gameplay, sempre solide, che anche in A New Frontier rimangono quelle classiche: impossibile criticare questa scelta, in quanto il cuore del gioco si basa proprio su queste irremovibili caratteristiche. L’unica novità è rappresentata dal “Crowd Play”, ossia dalla possibilità di far interagire altre persone grazie al collegamento di altri device casalinghi (come smartphone o tablet ad esempio) in modo da influenzare le svariate scelte del gioco. Inserimento non necessario ai fini del gioco, che però può rivelarsi divertente al fine di coinvolgere più persone.
Nota a margine per il doppiaggio inglese, come al solito impeccabile, e per l’accompagnamento musicale, ridotto al minimo come vuole la tradizione, ma sempre molto indovinato a seconda delle diverse situazioni.
Ties That Bind è un prologo crudo, violento e per molti tratti sconvolgente. I nuovi personaggi sono tutti molto riusciti e si incastrano perfettamente nelle complesse meccaniche ideate dagli sviluppatori, avviluppandosi in una trama ben costruita ed articolata. |