Sappiamo tutti che non è mai semplice bissare un grande successo, soprattutto se si tratta di un videogioco e soprattutto se si tratta di un genere così peculiare e iconico come quello nato dalle brillanti menti dei ragazzi dietro Telltale Games. Dopo una straordinaria prima stagione ed un altrettanto valido seguito, in moltissimi ripongono le speranze in questo terzo capitolo, rinnovato sia dal punto di vista grafico che sotto alcuni aspetti del gameplay.
I primi due episodi, Ties That Bind parte 1&2, come sappiamo sono usciti in contemporanea, facendo da corposo incipit per un’avventura rinnovata sin dalle fondamenta, con nuovi protagonisti, nuovi luoghi e qualche gradita sorpresa. Dopo più di due mesi, eccoci dunque tirare le somme del terzo episodio, giro di boa di questa stagione partita col botto: Above The Law.
Purtroppo, al di là di una longevità nettamente inferiore rispetto agli standard (poco più di 80 minuti per terminare il tutto), Above The Law non riesce a restituire il feeling tipico della serie, principalmente a causa di un del ritmo eccessivamente compassato e di alcuni dialoghi, troppo lunghi e poco ispirati.
Le premesse erano tutt’altro che negative: avevamo infatti lasciato il nostro gruppo di protagonisti (tra cui Javier e Kate, moribonda) all’ingresso della fortezza del gruppo “New Frontier”, bisognosi di aiuto e di cure, prima di scoprire chi fosse realmente a capo della spietata organizzazione.
Entrando all’interno della cittadella, ne impareremo le rigide linee di condotta e la singolare struttura governativa, fino a scoprire che il marcio purtroppo si annida anche nei posti più impensabili. Above The Law riduce l’azione ai minimi termini, conducendo per mano il giocatore attraverso una serie esagerata di confronti faccia a faccia, dove l’esito è quasi sempre scontato. Poche sorprese, pochi colpi di scena e poca suspense per un gioco che in fondo vive proprio di questo.
Certo, non mancano i momenti più concitati ed anche qualche QTE azzeccato, ma nel complesso non c’è nulla che lasci a bocca spalancata. Purtroppo appare fin troppo evidente che questo terzo episodio funge da tiepido intermezzo per le due “portate principali” della stagione, che sono i primi e gli ultimi due episodi (che arriveranno nei prossimi mesi), cosa che trova conferma anche nell’esigua durata. D’altra parte, i semi gettati in questa puntata sono molto interessanti e in alcuni momenti si ha la netta sensazione che qualcosa di veramente grosso sta per accadere. Purtroppo però, dovremo attendere ancora.
Poche sorprese, pochi colpi di scena e poca suspense
Tecnicamente il titolo non ha nulla di differente rispetto ai precedenti episodi: buona la mimica facciale, l’espressività dei modelli principali da quel tocco di realismo e di angoscia tipici del brand ed il doppiaggio inglese è ancora una volta di altissimo livello. Non abbiamo inoltre notato nessun rallentamento di natura tecnica, nonostante Javier si sposti in ambienti molto più dettagliati e vivi del solito.
Non vogliamo nascondervelo: in alcuni momenti abbiamo avuto la chiara impressione che l’impostazione videoludica di Telltale abbia ormai fatto il suo tempo, almeno per la serie The Walking Dead. |