Devo ammetterlo, non avrei mai creduto che un gioco complesso sia tecnicamente che narrativamente come The Witcher III: Wild Hunt potesse arrivare su Nintendo Switch. Per quanto affidabile sia la piattaforma Tegra sulla quale l’ammiraglia Nintendo è costruita, The Witcher III mi sembrava troppo, semplicemente troppo da gestire per la piccola (ma grande) console della grande N.
Bene, dopo qualche giorno passato in compagnia di Geralt di Rivia in The Witcher III: Complete Edition su Nintendo Switch posso finalmente ricredermi e ammettere di aver avuto torto: l’ammazzamostri di CD Projekt RED è decisamente in forma anche su Switch, e perde davvero poco del suo smalto originale in questa versione compatta.
Inizio subito col dirvi che questa non sarà una recensione che esaminerà anche la narrazione o la trama di The Witcher III: per quello ci hanno già pensato le nostre recensioni in passato, pertanto in questo articolo esaminerò principalmente l’elemento tecnico che caratterizza questo porting, che è il tema più interessante e che contraddistingue questa nuova incarnazione di The Witcher III: Wild Hunt.
Inizio subito col dirvi che The Witcher III su Nintendo Switch non è una versione “mutilata” del gioco originale: tutti i contenuti del gioco principale sono al loro posto, comprese le espansioni Heart of Stone e Blood and Wine. Il porting è stato curato da CD Projetk RED e Saber Interactive (quest’ultimo studio si è già occupato dell’adattamento videoludico di World War Z) e non poteva essere realizzato in modo migliore, almeno secondo l’opinione di chi vi scrive.
I compromessi strutturali che hanno portato un gioco incredibile come The Witcher III su una piattaforma dall’hardware meno performante (rispetto alla concorrenza) come Nintendo Switch sono da ricercarsi nella risoluzione dinamica, nelle texture e nella tasselazione. The Witcher III: Complete Edition ha una risoluzione di 540p in modalità portatile, scendendo ancora un pochetto nei posti più affollati e pieni di PNG, come la città di Novigrad. Connesso alla dock il titolo di CD Projekt RED arriva anche ai 720p, ma non sono mai davvero stabili e cambiano a seconda delle quantità di personaggi ed elementi a schermo.
Un porting che non poteva essere realizzato in modo migliore
Le cutscene e i video sono fissi a 720p, in modo da darvi più chiarezza possibile nelle fasi chiave della storia: una soluzione interessante che dà stabilità e coerenza a quello che vedremo a schermo. Nonostante l’effetto “sfocato” che si fa più o meno presente durante tutte le fasi del gioco, The Witcher III: Complete Edition è davvero godibile in modalità portatile, e la qualità ridotta della risoluzione è un prezzo che si paga più che volentieri per vedere Geralt ammazzare mostri mentre siamo seduti in treno o in giro per il globo. Diverso il discorso per quanto riguarda la modalità docked: nonostante arrivi (raramente) ai 720p, questa versione perde parecchio se vista su un televisore di grandi dimensioni, complici le texture a risoluzione bassa e una risoluzione dinamica che accentua ancora di più il motion blur.
La maestà della produzione CD Projekt RED è condensata in circa 32 GB di installazione su SD della nostra Nintendo Switch, il che rende ancora più incredibile il lavoro fatto da Saber Interactive. Tutto, dai dialoghi alle musiche, è stato “miniaturizzato” magistralmente in modo da offrire un’esperienza completa in tutto e per tutto. Il tallone d’Achille di questo porting è (comprensibilmente) il frame-rate: nonostante il titolo mantenga solitamente un numero di frame al secondo che si assesta su 30 o poco meno, in aree più affollate (ancora Novigrad o Beauclair) il gioco soffre di pesanti cali che arrivano anche a toccare i 20 frame al secondo (almeno in modalità portatile, mentre migliora sensibilmente in docked).
La risoluzione ridotta è un prezzo che si paga più che volentieri per vedere Geralt ammazzare mostri in mobilità
I limiti di Nintendo Switch emergono infatti nelle zone più popolose e ricche di attività o personaggi non giocanti, dove è evidente la difficoltà della piccola Nintendo di “chiamare” molti dati tutti insieme dal disco; questa difficoltà si traduce spesso in alcuni pop up di personaggi ed elementi, spiacevoli compenetrazioni poligonali e diverse altre piccole magagne che però a opinione di chi vi scrive non inficiano così tanto un porting che ha quasi del miracoloso. Anche la telecamera in alcune cutscene soffre esattamente dello stesso problema, specie se il cambio di inquadratura è troppo repentino: mi è capitato di vedere un gatto freezarsi durante una cutscene, rimanendo bloccato su un tavolo in braccio a Vesemir, per poi riprendere la sua animazione dopo che la cutscene era terminata.
Il lavoro di CD Projekt RED e Saber Interactive rimane quindi lodevole e d’impatto: nonostante i compromessi inevitabili del porting, Geralt di Rivia e i suoi compagni hanno trovato casa nella console portatile di Nintendo, e il risultato è davvero ottimo. Stupisce però la decisione di vendere questo pacchetto a prezzo pieno: il lavoro che c’è dietro probabilmente giustifica i sessanta euro richiesti, ma per chi non avesse mai giocato a The Witcher ci sono sicuramente approcci molto più economici per avvicinarsi a un gioco uscito oramai nel 2015.
Nonostante i compromessi inevitabili del porting, Geralt di Rivia e i suoi compagni hanno trovato casa nella console portatile di Nintendo
Per il resto il gioco è esattamente come ve lo ricordavate, con un comparto narrativo ricco, stratificato e profondo. Per chi ancora non ci avesse giocato, il titolo di CD Projekt RED vi metterà nei panni di Geralt di Rivia, un ammazzamostri di professione in un mondo fantasy medievale crudo e carico di ingiustizie. I non umani sono ostracizzati e la guerra è ovunque. Geralt dovrà districarsi fra massacri, battaglie e intrighi per proteggere le persone che ama, a partire dalla sua figlia adottiva Ciri, una giovane donna con immensi poteri che può letteralmente cambiare le sorti del mondo.
The Witcher III: Complete Edition su Nintendo Switch è esattamente quello che ci si aspetta da CD Projekt RED e Saber Interactive: un porting che ha del sovrannaturale, un adattamento che è riuscito a rimpicciolire un gioco titanico in 32 GB e che non ha perso quasi nulla del suo smalto originale. Certo, i compromessi ci sono e sono anche evidenti: la risoluzione più bassa e qualche calo di frame-rate sono il prezzo da pagare per avere uno dei giochi di ruolo più apprezzati sempre sulla console portatile di Nintendo. Pop-up e piccoli difetti a parte, i contenuti proposti da questo pacchetto sono moltissimi: oltre al gioco principale, questa edizione porta con sé le due espansioni che offrono fino a 200 ore di gioco solo per completare la campagna principale e le quest secondarie. Insomma, se avete una Switch e non avete mai giocato a The Witcher III è tempo di affilare la spada d’argento e bere del Sangue Nero, perché la caccia sta per cominciare. |