Hardcore gamer avvisato, mezzo salvato
Il ladro più famoso della storia dei videogiochi è quasi pronto per tornare sui nostri schermi, come vi abbiamo ampiamente riportato nella nostra anteprima. Un punto cruciale però che merita un approfondimento è il rapporto che i giocatori di vecchia data avranno col titolo in sviluppo presso Eidos Montreal.
Quando ci si confronta con una IP così importante infatti è difficile riuscire a soddisfare sia i fan di vecchia data che i tanti, tantissimi, neofiti della saga. A complicare ulteriormente la faccenda ci pensano questioni tecniche ed affettive: se infatti il game design moderno impone dei ritmi ben lontani da quelli del primo Thief, è difficile ignorare chi dei primi capitoli della saga ha fatto una pietra miliare inviolabile.
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Appurato che l’atmosfera c’è e che le principali abilità sono state trasportate con cognizione di causa, il fulcro della questione resta la difficoltà, che nel caso del primo Thief dipendeva da due fattori: una intrinseca dovuta all’assenza totale di aiuti ben visibili ed una dovuta ad un’interfaccia ormai obsoleta e non più proponibile al pubblico odierno.
Per quanto l’impostazione della partita sia interamente personalizzabile, la versione “standard” dell’esperienza ideata da Eidos Montreal (con Focus, indicatori dell’obiettivo, ecc) pare in effetti forse un po’ troppo tarata verso il basso per un’esperienza che in quanto a difficoltà potrebbe quasi ricordare Assassin’s Creed. Un ottimo lavoro è invece stato svolto sull’interfaccia, che come nei primi Thief resta quasi del tutto invisibile, ma che è indubbiamente più fluida e user-friendly.
Preoccupano invece l’intelligenza artificiale dei nemici e la possibilità di passare da una zona d’ombra all’altra con la semplice pressione di un tasto. Quest’ultimo elemento, se ben implementato, potrebbere in realtà arricchire il gameplay e non necessariamente alleggerirlo. Il prezzo per la velocità è infatti un rumore dei propri passi più alto. Inoltre l’impostazione di alcune sezioni su un’azione sì stealth, ma anche veloce potrebbe essere una sfida intrigante.
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Il migliore dei compromessi possibili
Il colpo di genio resta quindi la personalizzazione, in grado di flettere il solido gameplay ai voleri dei più ostinati hardcore gamer che di sicuro avranno pane per i loro denti. Il compromesso raggiunto da Eidos Montreal sembra il migliore che si potesse raggiungere, nonché uno dei più rispettosi che ci sia capitato di vedere nella storia recente in ambito videoludico. Non è certo difficile immaginare una situazione in cui un publisher ignori i fan di una saga a cui hanno giocato solo i possessori di PC 16 anni fa: così non è andata per Thief e già questo, a prescindere da come sarà il gioco, è un successo.
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