thimbleweed park
21 Giu 2016

Thimbleweed Park – Anteprima E3 2016

Los Angeles – Per chi come il sottoscritto conserva tra i suoi più piacevoli ricordi videoludici le avventure grafiche, quelle anni ’90, quelle firmate LucasArts e andando a scavare ancora più a fondo quelle che portano il nome di Monkey Island, avere l’occasione di vedere e provare Thimbleweed Park, il “nuovo vecchio gioco” di uno dei suoi creatori, è stata un’esperienza unica. Altrettanto unico è stato l’appuntamento in sé. Seduto a terra in un corridoio del Convention Center con accanto uno degli sviluppatori (la piacevolissima Jenn Sandercock), un PC portatile ed un mouse: è bastato poco per ritrovarmi immerso in quel fascino che Ron Gilbert e soci stanno provando a riesumare.

Un team formato da dodici persone, dislocate in diverse parti del pianeta e capitanate proprio da Ron Gilbert (Maniac Mansion, Monkey Island I e II) e Gary Winnick (Maniac Mansion), è al lavoro su un progetto finanziato nel 2014 attraverso Kickstarter (e che potete tuttora supportare qui), Thimbleweek Park, che porta con sé tutte le caratteristiche che resero celebri i giochi appena citati e che elevarono il genere delle avventure grafiche tra quelli più gettonati dell’epoca. Sì, era questa la situazione 30 anni fa, ma nel frattempo il genere ha rischiato l’estinzione, sopraffatto dalla ricerca del realismo grafico, dalla nascita di nuovi generi ed a causa del lungo periodo in cui le parole PC e gaming sono rimaste distanti. Poi un insieme di elementi e circostanze, tra cui proprio l’avvento del crowdfunding, il momento di ripresa dei PC ed alcuni giochi che, anche se in maniera differente, hanno riportato in auge le avventure grafiche, hanno fatto sì che i tempi fossero maturi per provare a rilanciare una nuova avventura punta e clicca, proprio come quelle dei tempi andati.

Guardando Thimbleweed Park ritroveremo istantaneamente il look e gli elementi di quegli anni: grafica pixellosa ad 8-bit, un cursore e persino lo storico SCUMM (l’interfaccia con le possibili azioni e l’inventario). Se queste cose non vi dicono niente, vuol dire che avete più o meno 15 anni e per voi le parole “avventura grafica” vi fanno venire in mente solo Telltale’s The Walking Dead e soci. Forse i più attenti avranno giocato alle versioni remastered di Day of the Tentacle, Grim Fandango o forse proprio Monkey Island, ma difficilmente riusciranno a carpirne il vero il sapore. L’intenzione degli sviluppatori infatti non è solo quella di creare una nuova avventura, ma è proprio quella di realizzarla nella stessa, identica maniera di quelle di una volta; e siamo sicuri che stia proprio lì il segreto del successo ottenuto su Kickstarter e la grande attesa da parte del pubblico.

Thimbleweed Park 1 - anteprima - GameSoul
È qui che ha inizio l’avventura degli agenti federali Reyes e Ray

Per quanto a prima vista i personaggi ricordino molto da vicino quelli di Maniac Mansion, la storia di Thimbleweed Park non avrà nulla a che fare con il sopracitato gioco. È il 1987 (proprio l’anno in cui uscì Maniac Mansion) e gli agenti federali Reyes e Ray vengono spediti nella ridente cittadina per indagare sul caso di un cadavere ritrovato nei pressi di un fiume: ma questo è solo l’inizio, perché a quanto pare la città ha molti altri segreti da nascondere. Nel corso dell’avventura potremo controllare cinque personaggi: i due agenti e successivamente, man mano che entreranno in gioco, anche Ransome il clown, Delores e Franklin. Potremo passare da un personaggio all’altro in qualsiasi momento del gioco e naturalmente per risolvere alcuni enigmi saranno necessari specifici personaggi o alcuni di loro insieme. Nonostante la “main quest” sia quella legata al ritrovamento del cadavere, ogni personaggio avrà una sua storia da risolvere, proprio per questo una volta risolto il caso principale, potrete continuare a giocare per risolvere e portare ad un “happy ending” anche i singoli personaggi. Tutte le storie, a partire da quella principale, saranno composte di tre atti: il primo, che è quello “introduttivo”, il secondo è necessario ai fini della risoluzione della storia principale, mentre il terzo atto dei singoli personaggi è “opzionale” e starà a voi scegliere se vorrete scoprire tutto quello che c’è (o quello che vi sarà rimasto da scoprire).

Come ogni avventura punta e clicca che si rispetti, la sua durata è relativa: c’è chi cercherà di andare dritto alla conclusione, senza star troppo a “cincischiare”, mentre ci sarà chi vorrà godersi ogni singolo dialogo possibile. Quello che sappiamo di sicuro è che il gioco in questione sarà grande pressappoco quanto Monkey Island II, si parla infatti di 80-90 “stanze esplorabili” (è così che le chiamano Ron Gilbert e soci, forse proprio perché in Maniac Mansion si trattava di vere e proprie stanze). Se aggiungiamo il fatto che oltre alla fine principale sarà possibile scavare a fondo nelle storie di tutti e cinque i personaggi, riuscire ad avere un’idea di quanto possa tenerci impegnati Thimbleweed Park è davvero difficile, oltre che superfluo.

Thimbleweed Park 02 - anteprima - GameSoul
Il nome Edna vi dice qualcosa? E quel gabinetto??

Nella nostra prova ci siamo limitati a girovagare nella città ed a parlare con qualche personaggio, senza volerci spingere avanti nella storia, anche perché non è cosa così semplice. Proprio per questo gli sviluppatori hanno pensato a coloro che non sono abituati a rimuginare su cosa fare, su quale oggetto usare e dove/come farlo, oppure a cercare con il cursore in ogni singola stanza i possibili punti di interazione… Insomma, tutte cose che per chi è cresciuto con Guybrush e soci, in un gioco simile rappresentano la norma, ma che potrebbero scoraggiare chi è abituato ad esser “portato per mano”: proprio per questo in Thimbleweed Park saranno i personaggi che incontreremo nel corso del gioco a darci dei “suggerimenti” qualora non riuscissimo ad andare avanti. L’espediente trovato è legato ai dialoghi: qualora ripetessimo più e più volte la stessa domanda ad un personaggio, quest’ultimo ad un certo punto anziché darci per l’ennesima volta la stessa risposta, comprenderà che forse abbiamo bisogno di un “aiutino” e ci darà qualche indizio utile su come proseguire. Siamo sicuri si tratti della scelta giusta per rendere fruibile a tutti e mai frustrante il gioco, ci auguriamo solo che non faccia perdere quel livello di sfida che inconsciamente ci faceva “continuare a giocare” anche a PC spento e che rendeva davvero gratificante riuscire a capire come andare avanti.

Come detto, non ci interessava scoprire qualcosa di più sulla trama e rovinarci l’effetto sorpresa, ma intendevamo solo capire che aria si respirasse a Thimbleweek Park: quello che possiamo dirvi è che si tratta proprio della stessa aria di 30 anni fa. E se per qualcuno ciò potrebbe sembrare una cosa negativa, state tranquilli perché potrebbe invece essere la scoperta di un vecchio-nuovo magico mondo. Non si tratta infatti solo di una struttura o di un genere, che potrebbe essere facilmente riproducibile; stiamo parlando di quel carisma che rende giochi come Maniac Mansion o Monkey Island delle icone nella storia dei videogiochi. Le ambientazioni ed il loro design, le musiche, ma soprattutto i personaggi, tutti caratterizzati senza lasciare nulla al caso nonostante a contraddistinguerli l’uno dall’altro siano solo centinaia di pixel. Ritroviamo poi nei dialoghi quel sottile umorismo tipico dei giochi di Ron Gilbert che fa venir voglia di leggerli tutti solo per scoprire qualche simpatico aneddoto; senza contare poi le possibili ed inverosimili azioni e le cose da fare con gli oggetti più impensabili. Infine abbiamo già avuto modo di scovare qualche citazione o easter egg nei dialoghi o in qualche stanza: siamo sicuri che il gioco ne sarà pieno, tanto da renderlo ancora più unico per i videogiocatori più avanti con gli anni…

…ritroveremo tutti quegli elementi che un tempo ci hanno fatto sognare…

Per quanto sappiamo che bisognerà aspettare ancora qualche mese prima di poter dare un giudizio vero e proprio, non potevamo chiedere un ritorno migliore per la nuova avventura di Ron Gilbert. In Thimbleweed Park troveremo due protagonisti che fanno il verso agli agenti Scully e Mulder di X-Files (ma anche un po’ del paranormale della serie), troveremo l’alone misterioso di Twin Peaks e con esso tanti altri richiami agli anni ’90, ma soprattutto ritroveremo la stessa ironia e tutti, ma proprio tutti quegli elementi che un tempo ci hanno fatto sognare, al pari di capolavori letterari o cinematografici.
Che abbiate un PC, una Xbox One o un dispositivo mobile adeguato, fareste bene a mettere una X sul calendario nel mese di gennaio 2017, perché “la X indica il punto” (cit.) e perché sarà solo allora che potremo immergerci del tutto nel 1987…

E3 - 2016 - Anteprime