This War of Mine The little ones recensione
News 26 Gen 2016

This War of Mine: The Little Ones – Recensione

L’industria videoludica ci ha abituati a vedere la guerra da un’unica prospettiva, ossia quella del soldato eroico di turno che salva la patria, o persino il mondo intero, ricevendo elogi e riconoscimenti da ogni dove. Ma com’è davvero la guerra? Questa è una domanda scomoda: per quale motivo qualcuno dovrebbe perdere il proprio tempo per raccontare attraverso un medium così diretto e allo stesso tempo così potente un argomento pesante, difficile da trattare e potenzialmente meno gratificante economicamente?

Il team polacco 11 bit Studios ha deciso di colmare questa lacuna e nel 2014 ha presentato This War of Mine, titolo per PC che ha raccolto ampi consensi da parte della critica, narrando in maniera schietta ed efficace la vita di coloro che ogni giorno cercano di farsi forza ed andare avanti tra detriti ed abitazioni diroccate, tra uno sparo ed una mina antiuomo, la vita di coloro che farebbero di tutto pur di portare ai loro cari un tozzo di pane. Ora, a poco più di un anno di distanza dal suo debutto, This War of Mine si prepara ad approdare su console portando ulteriore profondità alla storia grazie all’aggiunta dei bambini, le vere vittime della guerra.

This War of Mine: The Little Ones

Piattaforma: Xbox One, PlayStation 4

Genere: Survival

Sviluppatore: 11 bit Studios

Publisher: 11 bit Studios / Deep Silver

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Testi in italiano

Versione testata: Xbox One

 

This War of Mine ci catapulta nel bel mezzo dell’inferno: la città è sotto assedio ed i superstiti cercano rifugio in case diroccate, preparandosi ad una dura lotta per la sopravvivenza che marcherà indelebilmente la loro esistenza. Ci troveremo così a guidare un esiguo gruppo di civili formatosi per puro caso o, per meglio dire, pura necessità. Ciascuno di essi ha una storia da raccontare ed un motivo che lo spinge ad andare avanti, così come delle abilità uniche che si riveleranno estremamente utili nel corso della storia: la reporter Katia, ad esempio, ha viaggiato in lungo e in largo intervistando volti noti ed ora è alla ricerca dei suoi genitori, dispersi durante il conflitto. Grazie alla sua spiccata eloquenza, la donna è in grado di concludere accordi vantaggiosi per il gruppo.

L’abitazione nasconde tutto ciò di cui avremo bisogno per sopravvivere durante i primi giorni: cibo, legna e materiali che verranno impiegati nella costruzione di alcuni rudimentali oggetti come pale e letti improvvisati. Ben presto però, le risorse verranno meno ed uno tra i componenti del gruppo dovrà andare alla ricerca di provviste per mantenere in salute sé stesso ed i compagni.

This War of Mine ci catapulta nel bel mezzo dell’inferno: la città è sotto assedio ed i superstiti cercano rifugio in case diroccate, preparandosi ad una dura lotta per la sopravvivenza che marcherà indelebilmente la loro esistenza

Il gioco si divide essenzialmente in due sezioni: il giorno e la notte. Durante il giorno ci occuperemo di migliorare la casa tappando i buchi nelle pareti, costruendo alcuni utili piani da lavoro così come stufe e fornelli da cucina. Ovviamente, la situazione di terrore nella quale riversa la città influirà negativamente sugli animi dei nostri sopravvissuti, perciò dovremo prodigarci per far sì che il loro umore resti quanto più alto possibile: potremo fargli suonare la chitarra, leggere un buon libro o confidarsi con i compagni. Allo stesso modo, una radio risulterà di vitale importanza per rimanere aggiornati sull’andamento della guerra o, più semplicemente, per ascoltare un po’ di musica. Casualmente, potrebbero presentarsi alla porta alcuni uomini in cerca di un aiuto o di un rifugio, mettendoci di fronte a delle scelte di vitale importanza: riusciremo a sfamare una bocca in più? E siamo davvero sicuri di voler uscire di giorno mettendo a repentaglio la nostra vita e la sopravvivenza del gruppo pur di aiutare una famiglia rimasta a corto di munizioni? Con più frequenza invece, verrà a farci visita un commerciante con il quale potremo scambiare merci preziose per cucinare un pasto caldo, bende e medicine per curare i feriti, materiale da utilizzare per compiere le azioni quotidiane o giocattoli per distrarre i bambini presenti all’interno della casa.

Al calar della notte il ritmo del gioco cambia drasticamente, tramutandosi in un vero e proprio stealth. Prima di avventurarci tra le vie della città, dovremo decidere chi mandare in avanscoperta e chi invece rimarrà di guardia al rifugio, in modo da arginare le probabilità di un attacco da parte dei predoni. Una mappa ci guiderà nella scelta del luogo da esplorare, indicandoci la quantità di materiale disponibile così come i potenziali pericoli della zona. Gli edifici potrebbero essere disabitati ma, il più delle volte, ci troveremo faccia a faccia con alcuni superstiti che versano in condizioni simili alle nostre, se non peggiori. Dovremo perciò muoverci con estrema cautela e scrutare l’ambiente attraverso la serratura della porta prima di proseguire, poiché essi potrebbero dimostrarsi amichevoli proponendoci di scambiare le nostre merci o chiedendoci del cibo per aiutare i loro familiari, ma non aspettatevi sempre un trattamento di favore: molti cercheranno di mettere fine alla nostra esistenza senza concederci il tempo di parlare, perciò non potremo far altro che scappare o rispondere al fuoco. Così,l’improvvisa morte di un componente del gruppo si ripercuoterà in maniera piuttosto negativa sui superstiti,che vedranno affievolirsi le speranze di sopravvivere al conflitto, cadendo in una depressione fisica e psicologica.

I giocattoli spesso si rivelano ottimi compagni...

 

Vivere all’ombra della devastazione portata da una guerra che non conta né vincitori né vinti lascia un profondo solco nell’animo dei coraggiosi superstiti ma, ancor di più, porta brutalmente via l’innocenza dei bambini coinvolti nel conflitto. E This War of Mine: The Little Ones si concentra proprio su questo aspetto, ponendoci di fronte ad immagini e domande tanto semplici quanto destabilizzanti: “perché combattono, Pavle?”“dov’è la mia zietta, perché se n’è andata? Tornerà più?”. Quesiti che tormentano l’animo del giocatore, al quale viene presentata la realtà dura e cruda, e allo stesso tempo così attuale, delle zone colpite da tale tragedia.

Gli adulti dovranno così prodigarsi per rendere quanto più sereno possibile il clima del rifugio, giocando con i piccoli e costruendo per loro giochi e altalene. Ma, come nella realtà, anche qui i bambini soffriranno per la scomparsa improvvisa di un loro compagno, rischiando di cadere in depressione o di ammalarsi. E, una volta arrivati allo stremo, essi fuggiranno via insieme ad un adulto, perché veder morire un bambino è decisamente troppo, anche in un videogioco.

Una volta arrivati allo stremo, essi fuggiranno via insieme ad un adulto, perché veder morire un bambino è decisamente troppo, anche in un videogioco

Il tutto è arricchito da una colonna sonora spettrale, perfettamente in linea con le emozioni provate durante il gioco, e da un’ambientazione cupa, fredda, in grado di trasmettere proprio quel senso di ostilità e avversione che attraversa i civili e scandisce le loro giornate. L’adattamento per console ha però inciso sul ritmo del gioco: mentre su PC il titolo prende le sembianze di un punta e clicca con cui impartire diversi comandi in maniera rapida e precisa, su Xbox One e PlayStation 4 gli sviluppatori sono intervenuti implementando il controllo diretto dei superstiti, permettendo così ai giocatori di utilizzare al meglio il pad. Ciò ha conseguentemente aggiunto dei controlli macchinosi ed imprecisi, ai limiti del fruibile (vi ci vorranno vari tentativi prima di riuscire a salire correttamente una rampa di scale, pensate se ciò dovesse accadere durante una fuga nella notte).

Le nostre scelte condizioneranno il buon esito della “missione”: trascurare uno solo dei sopravvissuti equivarrà a morte certa poiché l’intero gruppo ne risentirà, tanto da mandare all’aria tutto ciò che di buono si era fatto durante i giorni precedenti. Diversamente, potremo riuscire a guidare i nostri compagni fino all’arrivo dei soccorsi, ma attenzione: ogni partita nasconderà nuovi luoghi da esplorare e altrettanti personaggi da imparare a conoscere, preservando così quel velo di mistero indispensabile in un gioco del genere che potrebbe facilmente incappare nella trappola della ripetitività.

In conclusione…

This War of Mine: The Little Ones narra senza mezzi termini gli orrori della guerra, spesso sottovalutati e trattati con estrema leggerezza da titoli ben più pretenziosi che ci pongono in prima fila a sparare alla cieca contro l’ipotetico nemico, il tutto nel nome di un ideale dietro il quale si celano gli interessi dei più forti. La produzione targata 11 bit Studios è un vero e proprio manifesto contro la guerra, nato con il preciso intento di evidenziare i drammi che i civili sono costretti a vivere ogni giorno sulla propria pelle, le drastiche decisioni che segneranno indelebilmente il loro destino ed il destino di coloro che si ritroveranno costretti a saccheggiare, loro malgrado, una coppia di anziani indifesi pur di portare le medicine ed un tozzo di pane ai propri figli.

E sono proprio i bambini, con la loro innocenza ormai violata, le vere vittime di tutto l’odio che imperversa per le strade di ogni località dilaniata dai conflitti a fuoco e dalla miseria, e This War of Mine: The Little Ones ci presenta senza mezzi termini il terrore e la desolazione alla quale vanno incontro queste povere anime dimenticate dal mondo.

Purtroppo, i nuovi comandi hanno portato con sé alcuni problemi, modificando il ritmo del gioco e trasformando quest’ultimo in un titolo ai limiti dell’action, dove la parte gestionale perde quel ruolo centrale che aveva su PC, andando a prediligere (seppur per pura comodità) l’azione da parte di un solo membro del gruppo. Nonostante ciò l’essenza del gioco non viene intaccata ed evidenzia le drammatiche conseguenze della scelleratezza e della crudeltà dell’uomo, incurante dei civili che vedono ribaltata la loro vita e tutte le loro sicurezze, compresa quella di arrivare incolumi alla prossima alba.

Voto: 8.5/10

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