05 Nov 2016

Titanfall 2 – Recensione

Il primo Titanfall riuscì ad imporsi egregiamente sul mercato di Xbox One, PC ed Xbox 360, grazie ad ottima strategia di marketing ed un sontuoso sviluppo ad opera di Respawn Entertainment, software house americana nata dagli ex boss di Infinity Ward, che reinventò il gameplay ed il gunplay degli sparatutto in prima persona.

L’unico neo era la mancanza di una campagna dedicata interamente al single-player, chiesta a gran voce dalla fan base ed infine introdotta adesso nel secondo capitolo. Respawn, liberatasi dalle catene dell’esclusività Microsoft, ha pubblicato Titanfall 2 sulle tre piattaforme di gioco principali, vale a dire Xbox One, PS4 e PC. Sotto l’ala protettiva di Electronic Arts e con queste premesse, l’innovativo sparatutto in prima persona non avrebbe mai potuto fallire.

Però succede.

Proprio in questi giorni sono stati pubblicati i primi infausti dati di vendita, che vedono Titanfall 2 fare molto peggio del primo, nonostante la natura multipiattaforma. La peggiore delle previsioni si è purtroppo avverata e la produzione Respawn si è ritrovata schiacciata tra due pesi massimi, Battlefield 1 (pubblicato dalla stessa EA) e l’ormai prossimo blockbuster di Activision, Call Of Duty: Infinite Warfare.
Lo scopo di questa recensione è quindi quello di farvi capire che no, Titanfall 2 non è affatto al di sotto delle aspettative ed anzi, è una delle più soddisfacenti esperienze videoludiche di questo 2016.

Fin dall’annuncio è apparso subito chiaro come gli sviluppatori volessero in tutti i modi accontentare la community, prima di tutto introducendo una componente offline all’altezza delle aspettative. Detto, fatto: in Titanfall 2 impersoniamo il fuciliere Jack Cooper, apprendista pilota e novizio a tutti gli effetti. Durante il corso dell’ennesima simulazione però, la base della Milizia è duramente attaccata da un gruppo di mercenari che lavorano per l’IMC. Lo scontro a terra è cruento, senza esclusione di colpi ed il nostro protagonista viene improvvisamente lanciato nel bel mezzo della battaglia.

Fortunatamente il capitano Lastimosa, pilota del titan BT-7274 e mentore di Jack, riesce a disperdere buona parte dei nemici, prima di essere però fatalmente colpito alle spalle; poco prima di soccombere, Lastimosa lascia il comando provvisorio del mech proprio a Cooper, intimandogli di completare la missione assegnatagli a tutti i costi, ossia impadronirsi di un’arma misteriosa, dalle capacità inimmaginabili, che in alcun modo deve finire nelle mani del nemico.

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Nonostante il plot narrativo non brilli certo per originalità, una volta prese le redini del pilota, l’avventura decollerà senza un attimo di tregua. Durante le 5-6 ore necessarie al completamento, vivrete una campagna divertente ed emozionante, capace di farvi dimenticare in un batter d’occhio le sessioni esageratamente scriptate di Call Of Duty e la confusione delle grandi battaglie di Battlefield

Vince Zampella e soci riescono nel difficile intento di mescolare alla perfezione le sessioni nei panni del pilota, dove l’esplorazione, il parkour e gli scontri con un numero ridotto di pattuglie occasionali saranno le vostre uniche preoccupazioni, a quelle a bordo di BT (un Titan di nuova generazione, dotato di un’intelligenza artificiale propria), che travolgerà eserciti e titani ostili con la sua devastante potenza di fuoco. Il nostro personale “robottone” infatti è capace di raccogliere ed utilizzare equipaggiamenti differenti dalle sue armi standard, permettendovi quindi di testare accuratamente i vari schemi ed imbracciare quello che fa più al caso vostro. In questo modo, le battaglie a bordo del titan, vi garantiranno una certa dose di spettacolarità, in particolar modo nei livelli di gioco più ispirati.

Le sessioni a piedi sono entusiasmanti, grazie ad un parkour spregiudicato

Le sessioni a piedi sono altrettanto entusiasmanti, dov’è evidente che il team di sviluppo si sia focalizzato sul parkour più spregiudicato, intervallandolo a fasi shooting abbastanza classiche. Di grande pregevolezza il level design generale, molto più dettagliato del primo capitolo e infinitamente più ispirato, soprattutto in alcuni momenti: dalle corse sui muri sopra astronavi in movimento all’avanzare in un complesso scientifico con addosso un congegno in grado di proiettarci avanti o indietro nel tempo, la campagna di Titanfall 2, nonostante la sua esigua durata, conquista dal tutorial ai titoli di coda.

Deludenti invece gli scontri con i boss principali, piatti e privi di mordente: non tengono testa alla qualità del titolo e non lasciano quasi mai il segno, complice anche un’IA impietosa e mal sfruttata che affligge purtroppo tutti i nemici di gioco, anche a livelli di difficoltà elevata.

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Sappiamo bene però, che il cuore pulsante della produzione è rappresentato dal multiplayer online. Se il primo gioco aveva stupito con l’introduzione dei titani e la riscoperta della verticalità ambientale (grazie al jetpack), Titanfall 2 compie un altro decisivo passo in avanti nella giusta direzione. Ad essere sinceri, non eravamo usciti particolarmente convinti dopo aver provato il primo tech test online proposto da Respawn: le modalità disponibili erano prive di mordente e la grandezza delle mappe stonava con la palese assenza di titan, a causa di un eccessivo countdown che affliggeva i piloti. Sensazioni spiacevoli per fortuna del tutto scomparse dopo le prime partite con la copia del gioco definitivo.

La prima importante novità di Titanfall 2 sono proprio i titani, ben sei differenti modelli: Ion, Scorch, Northstar, Legion, Ronin e Tone, di cui tre sono disponibili da subito e gli altri potranno essere sbloccati avanzando di livello.
Ognuno di questi robot possiede abilità e armi diverse (queste ultime non potranno essere modificate e saranno per l’appunto uno dei punti distintivi del modello scelto) a seconda dello stile di gioco intrapreso dal protagonista.

Ion ad esempio, è il classico titan per ogni occasione, con una scocca metallica di media resistenza, un fucile ad impulsi utilizzabile a qualsiasi distanza e lo scudo vortice che blocca i proiettili e li rispedisce al mittente. Northstar invece è un Titan cecchino, la cui potenza deriva dal Plasma Railgun, pericolosissimo se caricato al massimo, mentre l’esilità di Ronin permette al suo pilota di compiere spettacolari manovre evasive e colpire a distanza ravvicinata con il gigantesco spadone. Ognuno di questi bestioni è stato sagacemente sviluppato e differisce molto dagli altri 5 cinque: avrete l’impressione di battervi contro titan sempre nuovi, a causa di un’arma sconosciuta, di un’abilità non prevista o delle personali capacità di un pilota particolarmente dotato.

La prima importante novità di Titanfall 2 sono proprio i titani, ben sei differenti modelli

Questa apprezzata varietà permette quindi di avere ampio margine di scelta, grazie anche alla personalizzazione dei Kit e delle decorazioni estetiche, disponibili anche per le controparti umane e per le armi. Questa volta infatti, è la creatura di Zampella che prende a piene mani da Call Of Duty e affini, introducendo una gran varietà di mimetiche per i piloti, per le armi e per i titani, in modo tale da far risaltare la propria personalità anche durante un match online. Ma non è l’unica novità che caratterizza i piloti, perché anche in questo caso la scelta della capacità tattica (che si attiva premendo il dorsale sinistro) influisce sull’aspetto fisico.

Le principali novità riguardano il Rampino, utile per raggiungere rapidamente luoghi fuori portata e molto efficace se utilizzato assieme ai doppi salti, il Salto Fasico, che permette al pilota di teletrasportarsi in uno spazio alternativo in vista di una potenziale minaccia, oppure lo Scudo-A che protegge dai colpi nemici e allo stesso tempo potenzia i propri. Nonostante sia apprezzabile l’impegno protratto nella ricerca di una così enorme varietà di combinazioni, una volta in partita ci si accorge facilmente di quanto la community preferisca spudoratamente sempre gli stessi equipaggiamenti, denigrando proprio le principali novità, a fronte di un vantaggio in termini prestazionali forse troppo marcato. Meccanismo che purtroppo diventa inevitabile se si amplia la dotazione così tanto rispetto anche al primo Titanfall, dove i giocatori potevano optare per un limitatissimo set di armi.

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Ciò che è stato completamente rivisitato è il sistema che stava alla base delle famose Burn Cards, sostituite da un procedimento più affine agli sparatutto di ultima generazione. In Titanfall 2 è possibile selezionare un Potenziamento che si attiverà col riempimento di una specifica barra del vostro hub principale: una volta completa, sarà possibile avviare l’abilità extra da voi selezionata, che spazia dal danno maggiorato di tutte le armi all’hackeraggio della mappa, rendendo visibili tutti i nemici. Al contrario delle Burn Cards però, questo potenziamento non scomparirà dopo uno o più utilizzi, ma sarà parte integrante della vostra attrezzatura, fino alla sostituzione.

Se da un lato questa implementazione è diametralmente opposta rispetto all’elemento consumabile a cui i fan erano abituati, dall’altro si inserisce in modo naturale nel contesto di gioco e non finisce nemmeno per sbilanciare l’andamento della partita. Discorso simile per le modalità inserite nel comparto multigiocatore; oltre a quelle già conosciute, Respawn Entertainment ne ha inserite di nuove, tra cui Caccia alle Taglie e Colosseo. L’obiettivo della prima è quello di eliminare i nemici per guadagnare somme di denaro che possono essere depositate in appositi contenitori per ottenere preziosi bonus, mentre Colosseo riduce lo scontro a 2 singoli piloti che devono eliminarsi a vicenda sfruttando la mobilità aumentata della gabbia in cui sono rinchiusi. Ma mentre la prima modalità a conti fatti riesce a intrattenere, sfruttando un elemento inedito come quello dei soldi, Colosseo è davvero troppo modesta per offrire una benché minima soddisfazione.

Con gran sorpresa tornano Logoramento e Sopravvivenza Titan, di certo due delle modalità più apprezzate del gioco originale e anche questa volta quelle che regalano la miglior esperienza multiplayer che si può chiedere allo sparatutto targato EA.

Logoramento ci rimanda alla più classica delle esperienze a squadre 6 contro 6, con la possibilità di utilizzare i titani e l’occasionale presenza di bot controllati da un’IA questa volta sufficientemente ostinata. Sopravvivenza Titan sfrutta invece quelle che sono le capacità esclusive dei mech, visto che la partita inizia già a bordo del proprio mezzo. Anche stavolta non sarà presente il respawn e i match si susseguiranno con rapidità ed intensità; l’unica differenza sta nella capacità di attaccare un titano nelle vesti di pilota, poiché, essendo stato modificato il “rodeo”, una volta saliti in groppa al nemico, si estrarrà automaticamente una batteria dalla calotta di comando, senza quindi poter usare la propria arma per danneggiare i circuiti principali. Ciò in un primo momento può sembrare un modo per limitare la pericolosità dei giocatori rimasti  piedi, ma con il giusto accostamento di perk ed armi anti-titan, vi assicuriamo che il pericolo può giungere da ogni angolo.

Tornano Logoramento e Sopravvivenza Titan, di certo due delle modalità più apprezzate del gioco originale

Le mappe disponibili al lancio sono nove e tutte godono di una buona varietà di ambientazioni, alcune più riuscite di altre, ma tutte capaci di ospitare adeguatamente epocali scontri robotici o frenetici duelli aerei tra piloti ostili. Le particolarità che avevano reso unici gli ambienti virtuali nel 2013, si ritrovano anche in questo successore, rafforzando l’idea che il team di sviluppo abbia lavorato in maniera impeccabile, cercando di soddisfare le esigenze e le richieste del pubblico.

Analizzando il lato tecnico, la versione Xbox One di Titanfall 2 non lascia certo a bocca aperta. Per carità, i 60 frame al secondo si sentono (e si vedono!) e vengono mantenuti anche nelle situazioni più affollate, ma il motore grafico Source Engine inizia a risentire degli anni che passano e nonostante si difenda piuttosto bene, è difficile non notare una certa “vecchiaia” visiva, complice qualche texture non perfetta ed alcuni effetti particellari di dubbia spettacolarità.

È difficile fare un paragone, ma di sicuro siamo ben lontani dalla bontà grafica di Battlefield 1 o dall’attenzione per il dettaglio di Gears Of War 4; ciò nonostante, i colori sgargianti, i modelli poligonali convincenti e l’apprezzata fluidità dell’azione, rendono Titanfall 2 godibile anche tecnicamente, soprattutto perché passando al multiplayer la differenza è inesistente.

Convincente il sonoro, con un buon doppiaggio italiano (anche delle sole comparse) e musiche orchestrali a fare da contorno. Niente di trascendentale, ma non per questo meno degno di nota.

Conclusioni

Titanfall 2 è esattamente ciò che dovrebbe essere un sequel all’altezza del nome che porta. Uno sparatutto avvincente, divertente e con una caratterizzazione invidiabile.

La vera differenza la fa ancora una volta lo splendido comparto multiplayer che, grazie agli anni di esperienza della software house nel campo dei first person shooter, è riuscito anche stavolta a integrare nel meccanismo di gioco le novità principali senza alcuna sbavatura. Modalità, personalizzazione, equipaggiamento, mappe: tutto si incastra alla perfezione, tutto si muove con grazia e maestria come e più di quanto si facesse nel primo Titanfall.

Ma la principale sorpresa è rappresentata dalla campagna in singolo, che molti si aspettavano raffazzonata e priva di mordente solo perché facente parte di un pacchetto più ampio, e che invece risulta essere appagante come poche e ricca di spunti ingegnosi da far invidia a produzioni ben più blasonate. Peccato per un’intelligenza artificiale ormai superata e per la breve longevità.

Insomma, l’insoddisfacente risultato economico non può che lasciarci con un po’ di amaro in bocca, perché in fondo siamo fortemente convinti che Titanfall 2 rappresenti una delle eccellenze di questo fine 2016.

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