News 23 Giu 2015

Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands – Anteprima E3 2015

Los Angeles – Nei minuti conclusivi della Press Conference di Ubisoft a Los Angeles, nessuno si sarebbe mai aspettato un tale colpo di scena. Non che i minuti che precedevano l’evento fossero stati avari di papabili annunci a sopresa: chi dava per certo un nuovo Prince of Persia, chi il tanto atteso secondo capitolo di Beyond Good & Evil, chi addirittura avrebbe scommesso qualunque cosa su WatchDogs 2. Con una mossa da maestro il Publisher d’Oltralpe, dopo un evento non certo tra i più memorabili, cala il famigerato asso di briscola con un trailer conclusivo a dir poco inatteso. Una nuova IP? Il ritorno di un brand storico? Persino in sala si fatica a dare un nome a quello shooter in terza persona ambientato in Bolivia, dove un team di super esperti – almeno all’apparenza – cerca di frenare il famigerato cartello della droga sudamericano.

Le immagini scorrono veloci, scandite da esplosioni, torture, cecchini dalla mira infallibile e corpi che si accatastano al suolo. Poi finalmente appare il titolo: Ghost Recon Wildlands. E vuoi perché la leggendaria serie di Tom Clancy, nel bene o nel male, un discreto nugolo di fedeli lo può tranquillamente vantare, vuoi perchè i suoi episodi più recenti non hanno brillato in modo eccessivo, l’entusiasmo si diffonde rapidamente in sala. E di punto in bianco, la line-up di Ubisoft si ritrova una bomba tra le mani: o almeno questa è la nostra prima impressione.

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Già che eravamo a passeggio in fiera, non potevamo certo lasciarci sfuggire l’occasione di posare i nostri occhi sull’ultima fatica del compianto Tom Clancy. Per posarci le mani, purtroppo, dovremo attendere presumibilmente Colonia: ma già quanto mostrato dagli sviluppatori di Ubisoft nella dimostrazione a porte chiuse della nuova installazione di Ghost Recon ci ha lasciato parecchio stupiti.


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Lo spunto narrativo di Wildlands si discosta drasticamente dagli standard a cui la serie ci ha abituato nelle passate edizioni (non sarà l’unico elemento a discostarsi, come vedremo a breve). Bolivia, una manciata di anni nel futuro: lo stato sudamericano è divenuto il fulcro primario per la produzione e diffusione della cocaina. Le conseguenze le possiamo immaginare da soli: soldi a palate per gli uomini del cartello, armi come se piovesse e violenza brutale contro tutto e tutti hanno trasformato un paradiso terrestre in un regime totalitario governato da criminali, dove la vita di una persona vale decisamente meno di qualche grammo della preziosa polvere bianca. Questo il teatro per la missione dei Ghost Recon, convocati dai piani alti per porre freno al potere dilagante di cotali malandrini e rimettere sotto controllo (per quanto possibile) la situazione. L’inizio di una missione ben più estesa e pericolosa, che condurrà il celebre team a spasso per l’intero mondo alla ricerca dei peggiori narcotrafficanti.

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Wildlands è uno shooter in terza persona rigorosamente open world, che offre una campagna principale di dimensioni estremamente generose affrontabile in single player o, cosa più interessante, in un’inedita modalità coop per quattro giocatori basata su meccanismo drop-in/drop-out (gli altri giocatori potranno dunque accedere in qualsiasi istante alla nostra partita e, allo stesso modo, uscirne). Con questo Ghost Recon, il publisher punta prepotentemente in alto nel panorama del free roaming, portando alla luce un’area di gioco enorme (la più grande mai creata da uno studio Ubisoft, stando a quanto riferitoci dal team di sviluppo) in cui il giocatore è totalmente libero di agire come meglio ritiene opportuno. Le missioni potranno essere affrontate non solo seguendo un approccio preferito (stealth piuttosto che frontale, armi alla mano), ma anche scelte con un ordine del tutto personale, in base ai gusti di chi gioca.

Inutile dire che ogni scelta effettuata si traduce in una conseguenza nel mondo di gioco. La missione a cui abbiamo assistito nel booth Ubisoft, la liberazione di un trafficante dedito al doppiogioco ( e proprio per questo informatore dei Ghost) ha sottolineato apertamente le numerose possibilità offerte dal titolo. A titolo di esempio, attraversando un avamposto zeppo di guardie armate a difesa della base nemica, i nostri super soldati hanno catturato un soldato, interrogandolo non certo con le buone e estorcendogli la collocazione esatta del nostro bersaglio. Nulla che non si sia già visto da altre parti (basti pensare a Splinter Cell o a milioni di Metal Gear): non fosse che, l’aver scelto questa strada, si traduce in una rappresaglia spietata dei narcotrafficanti nei confronti del villaggio vicino, raso al suolo e reso rapidamente disabitato. Chissà, non avessimo catturato quella guardia forse non avremmo così tante persone sulla coscienza.

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Chiaramente, quello appena descritto è soltanto uno degli innumerevoli scenari che compongono Wildlands, un’avventura che – lo ricordiamo – tra missioni principali e obiettivi facoltativi secondari porterà a passeggio i Fantasmi per gran parte del pianeta. Seppur non sia stato rilasciato ancora nulla di ufficiale in tale direzione, quanto mostrato dal trailer è abbastanza eloquente, almeno per dare un’idea delle ambizioni dello sviluppatore. Sviluppatore che non vuole mandarle a dire nemmeno da un punto di vista schiettamente tecnologico: pur trattandosi di una build ancora allo stato Alpha, la porzione di Wildlands a cui abbiamo assistito lascia spazio a presagi assolutamente positivi.

Forte di ambientazioni enormi che si perdono all’orizzonte e, allo stesso tempo, di un’azione adrenalinica che alterna esplosioni volumetriche sontuose a sparatorie curate anche nel più piccolo dettaglio, l’ultimo tassello della saga Ghost Recon appare già da ora ispirato e tecnologicamente all’avanguardia. Poi è chiaro, trarre conclusioni da una build iniziale sarebbe un palese controsenso, ma pare proprio che il team di sviluppo abbia imparato parecchio dagli errori del passato e, già con questo ritorno in grande stile, cerchi di mettere in luce il proprio potenziale.

 

La nuova frontiera dell’Open World. 

 

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La nuova frontiera dell’Open World risponde al nome di Wildlands. Con l’annuncio di un nuovo Ghost Recon, Ubisoft è riuscita a stupire ancora una volta tutti quanti – un po’ come fece tre anni fa con WatchDogs, pur essendo quest’ultima un’IP del tutto originale. A quanto pare, il publisher francese ama le soprese in extremis: ma se le avventure di Aiden Pearce si dimostrarono alla prova dei fatti un po’ più fioche delle aspettative del pubblico, con Ghost Recon Wildlands il tiro sembra essere nettamente più alto. Next generation sotto ogni punto di vista, sia quello tecnologico quanto in termini di gameplay.

Sì, perché se da un lato l’open world sembra essere diventato una delle mode più in voga del momendo, dall’altro Wildlands non si limita a fare il proverbiale compitino. Al contrario, dà vita ad un mondo vastissimo, che reagisce alle mosse del giocatore ponendo l’enfasi sulle scelte che questi compie. La libertà passa dunque attraverso la possibilità di scegliere l’approccio di gioco preferito, di affrontare le sfide proposte in un’ordine personalissimo attrezzando la propria squadra di eroi con armi e gingilli tecnologici che assecondino al meglio il proprio stile. Non sarà il Ghost Recon più tradizionale che ci saremmo potuti attendere, ma Wildlands ha stile e carisma da vendere. E, limitandoci alle prime impressioni, parecchie chance di riportare in auge una serie da troppo tempo lontana dai riflettori. Anche questa, insomma, è Santa Blanca.


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