15 Giu 2018

The Division 2 – Anteprima E3 2018

Los Angeles – Tra gli annunci arrivati leggermente prima dell’E3 2018, The Division 2 è sicuramente uno di quelli più sentiti dal sottoscritto. Il primo capitolo è partito molto bene nella sua offerta, perdendosi poi leggermente una volta raggiunto l’endgame. La promessa di Ubisoft è però un The Division 2 in grado di imparare dagli errori del precedente, offrendo più contenuti, più attività, più DLC gratuiti in arrivo nei mesi successivi al lancio.

Le premesse sono buonissime, così come le impressioni globali dopo la prova della demo. The Division 2 non cambia molto la sua base di gameplay dal capitolo precedente (e ci mancherebbe), ma evolve la crescita del giocatore con nuove abilità, nuove personalizzazioni e l’introduzione delle specializzazioni. Inoltre ci porta in un posto tutto nuovo per capire meglio cosa si celi dietro l’epidemia virale che ha spezzato l’umanità. The Division non è riuscito a colmare lacune e chiarire dubbi, quindi il sequel deve per forza prendere questa strada.

La location di The Division 2 è già speciale per me, poiché mi ricorda quella di un altro gioco amato ed esplorato in lungo e in largo, ovvero Fallout 3. La scelta di Washington è emblematica per Ubisoft, con l’attenzione che si sposta dal cuore turistico e storico degli Stati Uniti a quello effettivo. Scompare la neve, perfetta tra le vie di New York per il contrasto tra la calma apparente, la bellezza del posto, la terribile epidemia virale e la violenza che ha conquistato le strade. Washington dunque forse ha meno a livello di atmosfera climatica, ma può dare molto di più come varietà dei posti da visitare, ben lungi dai palazzoni della Grande Mela.

Comunque sia, il miglior modo per giocare The Division 2, un po’ come il predecessore, è insieme ad altre persone. Così Ubisoft ha organizzato la propria stanza per costruire squadre di quattro persone e portarle nella stessa demo mostrata durante la conferenza all’E3 2018. Il focus principale dell’esperienza è stato l’uso della specializzazione, una caratteristica che si sblocca solo dopo aver raggiunto il livello 30. Una volta arrivati al traguardo, i giocatori devono infatti scegliere come specializzarsi e prendere una via diversa rispetto agli altri, che dona abilità differenti e soprattutto un’arma terziaria dalla potenza devastante. Quest’arma potrebbe sembrare non importante, eppure diventa essenziale col progredire della missione e del gioco in generale, poiché è l’unica in grado di arrecare un certo tipo di danno ai nemici più potenti.

The Division 2 prende tutto ciò che di buono c’era nel primo capitolo per elaborarlo e renderlo più fresco e invitante. I movimenti del personaggio sono gli stessi e coi tasti che già conosciamo. Alla sparatoria si affianca dunque una buona dose di strategia, tattica e continuo movimento tra i punti in cui trovare riparo. Entrare in questa ottica è essenziale per sopravvivere e i nemici lo sanno bene. La loro aggressività è davvero alta e soffocante in certi momenti, in particolare quando tentano di stanare i giocatori lanciando granate dietro i ripari e costringendo così ad attivare i propri sensi di ragno. Andare a terra è facile, rialzarsi è complicato: i compagni devono scegliere il momento adatto per rianimare qualcuno, poiché i tempi si sono allungati e trovarsi nel fuoco incrociato non è la migliore delle situazioni.

The Division 2

Discorso simile per la cura in prima persona: non basta premere un tasto per recuperare linfa vitale, bensì occorre tenerlo premuto per una quantità non indifferente di tempo, costringendo così a pensare prima di fare e a trovare un riparo a tutti i costi prima di agire. È facile fare queste considerazioni davanti a una tastiera a qualche ora dalla prova di The Division 2, ma nel momento in cui si ha il controller in mano i pensieri si accumulano nella testa e creare una lista di priorità non è la più semplice delle azioni.

Tornano ovviamente i diversi equipaggiamenti, trovabili sia frugando tra le casse in giro per la mappa che abbattendo diversi nemici. I colori che ne determinano la rarità sono sempre gli stessi, quindi è facile trovare una continuità col primo capitolo. Quello che cambia è però il terzo slot delle armi, che dipende appunto dalla specializzazione scelta una volta toccato il livello 30. Nel mio caso è stato un fucile antimateria da cecchino, signature weapon della cosiddetta classe Sharpshooter. Importante è notare che le munizioni vanno per forza trovate durante i combattimenti uccidendo i nemici. Sono caratterizzate da una luce azzurra e vanno utilizzate con parsimonia, poiché sono le uniche in grado di abbattere gli scudi dei boss più potenti.

Occasionalmente, infatti, i nemici portano in campo armature estremamente corazzate, tali da dotare quella persona di una barra di salute anticonvenzionale. Al posto di essere colorata, è striata in bianco e nero, simbolo che solo un’arma speciale può rompere le sue difese. Una volta fatto, poi si può procedere come per qualsiasi altro nemico, ma la forza bruta di questi individui e la loro impassibile resistenza ai colpi rendono ardua anche la più semplice delle azioni.

The Division 2

Al momento, Washington non sembra avere la stessa verve che New York è stata in grado di trasferire ai giocatori nel primo capitolo. L’assenza della neve toglie molto di apocalittico a una scena già disastrata, lasciando il posto a situazioni soleggiate che molto si sono viste in giochi simili. Forse quindi uno dei punti distintivi di The Division viene a mancare in questo secondo capitolo, ma spero vivamente che Ubisoft possa dimostrarmi di essere nel torto.

La demo provata durante l’E3 2018 è stata decisamente più breve del previsto, ma probabilmente per il fatto che la nostra squadra era già abbastanza rodata grazie al primo capitolo. Sarebbe stato carino provare le altre specializzazioni per capire quale impatto possano avere non solo in ambito offensivo, ma anche relativo al supporto che si può dare ai compagni.

Purtroppo non ci sono infine notizie su eventuali edizioni speciali del gioco. The Division aveva offerto qualcosa di veramente carino ai giocatori più accaniti, ovvero l’orologio in dotazione alle squadre speciali. Vedremo cosa si inventeranno gli sviluppatori quest’anno per sorprendere ancora una volta i fan.

The Division 2 è senza dubbio uno dei punti cardine di Ubisoft per l’offerta dei prossimi mesi. Arriverà il 15 marzo, due anni e una settimana dopo rispetto al lancio originale del 2016. L’importante però è che il gioco sarà supportato nella sua vita post lancio con contenuti completamente gratuiti in grado di espandere non solo l’esperienza giocata, ma anche la narrazione che in The Division un po’ mancava.

Nella lotteria di titoli che arriveranno a inizio 2019, probabilmente Ubisoft fa bene a tenere The Division 2 relativamente lontano da quell’ormai famigerato 22 febbraio, dove altri giochi si contenderanno il cuore e il portafogli dei giocatori. Il rischio è di rimanere indietro, ma è meglio che rimanere, appunto, in mezzo al fuoco incrociato.

E se la prova di pochi minuti ha riacceso in me la voglia di giocare al primo, molto probabilmente Ubisoft è sulla via verso il successo di questo sequel.