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16 Mar 2020

The Division 2: Warlords of New York – Recensione

The Division 2: Warlords of New York regala emozioni contrastanti al fan di vecchia data dello shooter looter di Ubisoft. Da una parte lo fa sentire a casa, riportando là dove tutto è cominciato. Dall’altra compie una piccola rivoluzione, rinnovando le meccaniche che gestiscono la crescita del personaggio, introducendo ulteriori feature di cui tenere conto, semplificando e riducendo le statistiche da considerare nel valutare i bonus elargiti dai singoli oggetti dell’equipaggiamento.

A ricondurci tra le strade della Grande Mela è la caccia a Aaron Keener, volto piuttosto noto ai giocatori del prequel, finalmente messo alle strette da un’indagine della Divisione che ha individuato le roccaforti dei suoi quattro luogotenenti, ognuno dei quali può fornirci un indispensabile indizio per scovare il bunker dal quale l’acerrimo nemico impartisce ordini ai suoi sgherri che impunemente dettano legge nei quartieri della disastrata metropoli.

New York è messa molto peggio di quanto ci ricordassimo. Priva del ghiaccio e della neve che celavano buona parte del degrado accumulato in ogni angolo della città, vengono ora a galla mesi di sciacallaggi, lotte continue, omicidi, torture, violenze.

La narrazione ambientale di questo DLC è da manuale, il perfetto esempio di come si possano raccontare decine di storie senza alcun bisogno di dialoghi, scene d’intermezzo, documenti recuperati in giro per l’ambientazione. Ogni scorcio rivela l’efferata prevaricazione che i Purificatori e i Rikers impongono ai pochi sopravvissuti; il crescente scetticismo di questi ultimi nei confronti degli agenti della Divisione; la furia distruttrice dell’uragano che ha ulteriormente devastato Lower Manhattan.

Una vera fortuna che gli artisti di Massive Entertainment abbiano svolto un lavoro così certosino, visto che non può dirsi altrettanto dei colleghi sceneggiatori. The Division, a dire la verità, non è mai stata una saga interessata a comporre un complesso intreccio, scandito da emozionanti cut-scene ed impreziosito da protagonisti dall’intricato background. Tuttavia, Warlords of New York annacqua fin troppo lo sviluppo della storia in decine di piccoli documenti, messaggi radio, comunicazioni con il proprio team.

Fatto salvo per la coinvolgente e sorprendente conclusione, con tanto di colpo di scena che vi lascerà a bocca aperta, l’eliminazione dei quattro luogotenenti non comporterà particolari implicazioni sul piano narrativo. Accetterete una missione dopo l’altra, senza preoccuparvi troppo delle conseguenze che ogni obiettivo raggiunto comporterà.

Sul piano ludico, tuttavia, se le tappe che vi porteranno sino alla roccaforte del braccio destro di turno non deviano dal sentiero a cui siamo stati abituati sino ad oggi, gli scontri con i boss introducono meccaniche esclusive che incentiveranno come mai prima d’ora il gioco di squadra. Vi capiterà, per esempio, di dover prendere possesso di torrette piazzate, difendendo al contempo la posizione dalle orde nemiche intenzionate a riconquistarla.

Il nuovo level cap (fissato a 40) non è naturalmente l’unica novità introdotta alla struttura ruolistica di The Division 2

Queste battaglie piuttosto impegnative, compresa quella contro Aaron Keener ovviamente, sono certamente tra i momenti più riusciti di questo DLC. Non vanno a modificare il feeling e la routine a cui saranno già abituati i videogiocatori più assidui di The Division 2, ma certamente si rivelano momenti particolarmente emozionanti, soprattutto se vissuti in compagnia di amici con cui avete già condiviso decine di battaglie.

Il nuovo level cap (ora si potrà raggiungere il livello 40) non è naturalmente l’unica novità introdotta alla struttura ruolistica dello shooter looter. Come anticipato, anzi, Warlords of New York è un DLC di rottura, tappa fondamentale per proiettare il brand di Ubisoft verso un futuro scandito dalle Stagioni, esattamente come già accade in tanti congeneri e non, la cui prima si avvierà automaticamente quando farete ritorno a Washington, subito dopo l’inevitabile sconfitta di Aaron Keener.

Come anticipato, la gestione dell’inventario è stata semplificata, rendendo più facile, immediato e veloce l’individuazione di nuovo equipaggiamento raccolto che potrebbe fare al caso vostro. Indicatori ed icone rivelano con efficienza la maggiore o minore efficacia dell’item in questione, rispetto a quello già in possesso dall’avatar.

Lo stesso elenco di statistiche è stato ridotto. Per esempio, tutti gli oggetti ora posseggono un solo attributo primario e alcuni secondari. Le mod e i talenti sono ad esclusivo appannaggio di giubbotti e zaini, mentre le mascherine potranno contare solo su uno slot per le mod. Per quanto riguarda gli attributi speciali, i così detti god roll, potrete tranquillamente conservarli anche smantellando l’arma in questione, riutilizzandoli tutte le volte che vorrete. Per effettuare questa operazione potrete contare sulle nuove Stazioni di Ricalibrazione, banchi di lavoro con cui potrete modificare anche talenti e statistiche degli oggetti raccolti.

The Division 2: Warlords of New York, insomma, inaugura la prima Stagione del gioco all’insegna di una maggior libertà concessa al videogiocatore. Invece che complicare ulteriormente le cose, tuttavia, Massive Entertainment ha brillantemente optato per una maggior facilità di lettura per quanto riguarda la gestione dell’inventario. Ciò permetterà ai neofiti di non farsi spaventare da intricate schermate zeppe di numeri e scritte, mentre i veterani si risparmieranno del tempo, decidendo con una semplice occhiata cosa riutilizzare e di cosa liberarsi.

Conclusioni

Se il futuro di The Division 2 dipendesse dalle linee guida tracciate da Warlords of New York il domani del brand di Ubisoft si prospetta estremamente luminoso.

Nonostante una trama principale solo raramente emozionante, la main quest proposta da questo ritorno nella Grande Mela si è rivelato piuttosto adrenalinico e spassoso. Tuttavia è l’endgame l’aspetto su cui si è maggiormente concentrato questo DLC: tra piccoli e grandi eventi da completare, e ricompletare contando su malus che aumentano i punti esperienza elargiti, numerosi ritocchi apportati alla struttura ruolistica e una nuova ed ampia zona tutta da esplorare. Il contenuto aggiuntivo di The Division 2, insomma, convince abbondantemente, considerando anche le quindici, venti ore di intrattenimento extra che può garantire.

Caldamente consigliato a chi è rimasto stregato dallo shooter looter di Ubisoft e non ne ha ancora avuto abbastanza.

 

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