Total War: Three Kingdoms – Recensione

La Cina dei Tre Regni ha un posto speciale nel cuore degli appassionati di storia. Si tratta di un perido particolare, avvolto un po’ dal mito e dalla leggenda, che ha catturato l’immaginario di scrittori, poeti e persino game designer. Creative Assembly ha deciso di ispirarsi a questo determinato segmento storico per ambientare la sua nuova iterazione della serie Total War, una longeva (e apprezzata) sequela di strategici che gli appassionati del genere conoscono bene da oramai moltissimi anni.

Le cronache dei Tre Regni di Wei, Shu e Wu sono ambientate dal 189 al 280 dopo Cristo e il nuovo Total War comincia esattamente dall’evento che ha scatenato la ribellione Zhang Jiao, la corruzione della dinastia Han. Questo determinato periodo è relativamente sconosciuto nel mondo europeo, il che potrebbe portare molti appassionati di strategia a provare il nuovo gioco di Creative Assembly anche (e soprattutto) se si è già veterani della serie Total War.

Una volta avviato il gioco e smanettato un po’ con le opzioni grafiche, inizio la campagna principale. Iniziamo a scegliere uno dei dodici condottieri più famosi dei Tre Regni, divisi per difficoltà. Iniziando con il più classico Cao Cao, mi trovo di fronte alla classica impostazione duale di gioco che i conoscitori del brand e i fan hanno imparato a padroneggiare da anni. C’è da dire che questa volta Creative Assembly ha deciso di puntare moltissimo sugli eroi, e questo si vede sin dai primissimi passi nel mondo di Three Kingdoms. Total War: Three Kingdoms

Prima di addentrarmi a parlare di gameplay voglio però spedere qualche parola per l’ambientazione della campagna di Total War: Three Kingdoms. È chiaro (e prevedibile) che Creative Assembly abbia lavorato moltissimo sul background storico del gioco, ma non mi aspettavo che lo studio mettesse altrettanto impegno nel ricreare lo stile dell’epoca nelle interfacce di gioco. I menù del nuovo strategico sono stati costruiti con un pizzico di filosofia e colori orientali: troviamo così bellissimi alberi di ciliegio che rappresentano una sorta di skill three per le nostre decisioni, menù decorati che ricordano la pittura sfumata cinese e via dicendo. Il risultato è gradevole alla vista e aiuta senza dubbio l’immersività nel gioco.

Creative Assembly ha lavorato moltissimo sul background storico del gioco

Novità assoluta della serie è la possibilità di giocare la campagna in due modi diversi: Romazo e Cronaca, due modi differenti (ma entrambi godibili) di approcciarsi a Total War. Il primo è dedicato a chi preferisce un approccio più semplice e diretto al gioco, mentre il secondo è impostato per gli amanti della serie e i veterani di Total War. In questo modo Creative Assembly ha reso più accessibile una delle sue serie di punta senza sacrificare nulla del complesso gameplay. C’è da dire che nella modalità Romanzo gli eroi acquiscono caratteristiche simili a quelle dei protagonisti dei fantasy moderni, assumendo le capacità di veri e propri superuomini sul campo di battaglia, in grado di sgominare da soli interi battaglioni di fanteria o cavalleria senza morire.

Total War: Three Kingdoms

Il gameplay vero e proprio del nuovo titolo di SEGA è più vicino a quanto gli appassionati della serie già conoscono. La parte strategica viene gestita da una mappa interattiva della Cina, grazie alla quale potremo tenere sott’occhio i nostri territori, le nostre risorse e le interfacce diplomatiche. Ovviamente stiamo parlando di Total War, quindi i menù di gioco rimangono piuttosto complessi e richiedono un po’ di pratica per essere padroneggiati a dovere. Durante il nostro sforzo per riunificare la Cina dovremo raccogliere e immagazzinare per nutrire e potenziare l’esercito; per farlo dovremo conquistare nuovi territori, prendere possesso di città e villaggi in modo da allargare la nostra sfera di influenza.

Tutto questo senza dimenticare di difendere gli insediamenti, migliorare le infrastrutture e tenere sotto controllo la sfera diplomatica. Oltre che a trattare con gli altri attori di questa vicenda storica dovremo stare attenti anche alla nostra corte, una sorta di consiglio abbastanza volubile che dovremo tenere buono per la nostra scalata verso il dominio. Ignorare le esigenze della corte può portare a inimicizie e tradimenti, cosa che dovremo assolutamente evitare.

Total War: Three Kingdoms

La diplomazia è essenziale quanto la parte tattica sui campi di battaglia: non riuscirete a conquistare il mondo come in una partita di Risiko, pertanto le azioni militari andranno accompagnate da patti, trattati di amicizia, matrimoni di comodo e via dicendo. Anche lo spionaggio e l’infiltrazione sono strumenti potenti per volgere le trattative al risultato a noi più compiacente. Rispetto agli altri Total War, in Three Kingdoms la diplomazia ha un peso più ingente nella struttura di gioco, e diventa un fattore chiave nella buona riuscita della campagna. La parte tattica rimane comunque fondamentale, ed è qui che Three Kingdoms si conferma a pieno titolo un degno membro della serie Total War: gli sconfinati campi di battaglia sono terreni da studiare attentamente, da colline brulle a villaggi rurali, dove schierare con cautela le truppe. La vegetazione può offrire un riparo sicuro alla vista, utile per imboscate e per nascondere il nostro numero al nemico; ma è nello schieramento che sta l’abilità di ogni comandante che si rispetti. Schierando i battaglioni (che possono avere un massimo di tre generali) avremo a disposizione ventuno unità da posizionare e guidare con estrema cura, onde evitare di venire massacrati sul campo di battaglia. I generali sono suddivisi a loro volta in specialisti di avanguardia, comando, sentinelle e guerrieri. Ognuna di queste specializzazioni va a potenziare i nostri schieramenti con dei bonus specifici, rendendo di fatto lo schieramento dei comandanti importante quanto quello delle truppe stesse.

Non riuscirete a conquistare il mondo come in una partita di Risiko

Tecnicamente, purtroppo, non ci discostiamo dal solito elevato standard prestazionale imposto dalla serie Total War. Vi occorrerà un buon PC per riuscire a gestire al meglio tutti i contenuti che vi troverete a schermo durante la fase tattica del gioco, fra trabucchi, fanti e cavalleria. Questo “difetto” emerge in maniera più evidente quando più eserciti si trovano a condividere lo stesso campo di battaglia. Alcuni modelli poligonali sono invece abbastanza notevoli, specie quelli relativi ai generali e ai personaggi principali, mentre rimangono piuttosto anonimi quelli delle truppe generiche, forse realizzati con meno cura. Ottima invece la parte dedicata all’audio e al doppiaggio. Oltre alle bellissime musiche, la versione italiana presenta una sorta di ibrido fra lingua cinese e italiana, che mostra alcune linee di dialogo in idioma nostrano (specie quelle dedicate ai tutorial e alle cutscene) e altre parti parlate in cinese, come i dialoghi di Cao Cao (sempre sottotitolati).

Conclusioni

Total War: Three Kingdoms si distingue dal passato per alcune scelte coraggiose di Creative Assembly, che sta cercando di rendere la sua serie principale più appetibile per una maggiore fetta di utenti. L’evidente cura mostrata nella realizzazione (e caratterizzazione) degli attori principali delle cronache dei Tre Regni è lodevole e divertente da giocare, anche se potrebbe far stocere un po’ il naso ai puristi della serie. La campagna principale è probabilmente una delle migliori mai realizzate dallo studio, e vale da sola il prezzo del biglietto.

La parte legata alla tattica è forse la più conservatrice quando spogliata delle novità introdotte dai personaggi principali, rimanendo godibile ma confinata esattamente nei solchi tracciati dai suoi predecessori. Ma gli appassionati di Total War sanno benissimo a cosa vanno incontro, e i neofiti potrebbero invece trovare in Three Kingdoms il titolo giusto per iniziare ad affacciarsi sul mondo degli strategici competitivi.


 

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