Colonia – Con Trackmania si fa la storia: nonostante esistano vari cloni del concept di questo gioco, per fortuna il titolo originale resta ben saldo nella testa dei giocatori, sia giovani che vetusti, pronti ora a riabbracciare questo simulatore nel suo panorama interamente personalizzabile.
Non c’è limite alla fantasia con cui si possono creare tracciati ed ambientazioni: oltre al motore di gioco che genera casualmente i circuiti, anche i giocatori possono plasmare a piacimento ora ogni singolo dettaglio. Dopo la presentazione all’E3 2015 infatti i feedback sono stati divisi e tutti incentrati sulla modalità di creazione automatica dei tracciati, che ha lasciato perplessi alcuni per la scarsa possibilità di settare le impostazioni. Da brava ascoltatrice, Ubisoft ha dunque cambiato la carte in tavola aggiornando il tutto in modo da rendere felici tutti i piloti di Trackmania.
Alta velocità, luci sfavillanti e fisica pompata al limite: è difficile non rimanere impressionati dopo aver visto un mix del genere, ma Ubisoft vuole calare l’asso. Trackmania Turbo è infatti compatibile con la Virtual Reality, una possibilità che dona al gioco la visione a 360 gradi. Un’esperienza a dir poco psichedelica, da provare non appena possibile, tra Oculus Rift e Project Morpheus: personalmente ho provato il secondo, rimanendo estasiato da cosa può significare il VR per il futuro del gaming.
Disponibile a partire dal 26 Novembre 2015 per Xbox One, PS4 e PC, Trackmania Turbo offrirà ai giocatori un’esperienza degna delle console di nuova generazione e dei PC più performanti, con un roseo futuro denominato VR: questo progetto è però separato dal gioco stesso e vedrà la luce seguentemente, ma comunque si tratta di un programma molto ambizioso e, finora, ben eseguito.
Il cuore di Trackmania Turbo sono le gare sprint da punto a punto, sempre percorse ad alta velocità e con ostacoli a volte frustranti, in grado di distruggere in una frazione di secondo il perfetto lavoro svolto magari due o tre curve prima. La corsa contro il tempo offre adrenalina e la voglia di fare sempre meglio, per battere il proprio record o infrangere quello altrui. Al momento del lancio, nella campagna sono giocabili più di 200 diversi tracciati, alcuni dei quali sono stati presi direttamente tra i migliori creati dalla community in Trackmania Nations.
La prima cosa che ho potuto avere tra le mani è stato un tracciato creato con Trackbuilder, l’editor che può anche inventare tracks casualmente per la mappa di gioco, passando attraverso montagne o creando rollercoaster al limite del possibile. Nel caso in cui il programma abbia difficoltà nel codificare passaggi o curve, esso torna un passo indietro e cambia idea sul da farsi, proponendo una nuova direzione e completando il tracciato in pochi secondi.
Dopo aver provato qualche gara a tempo con discreti risultati sul tempo, l’occhio è caduto inevitabilmente sul secondo controller collegato alla PS4 in uso: il dubbio dello split screen ha subito pervaso la mia mente, ma dopo pochi secondi mi sono ricordato della nuovissima modalità interna al gioco, la Double Driver. Grazie ad essa, due persone possono controllare la stessa vettura, comandando qualsiasi parametro di guida: il computer poi effettua una “media” dell’input ricevuto e invia il tutto all’auto. Il risultato è una sincronia di guida tra le due persone, che devono possedere abilità di guida molto simili e compatibili, a meno che non si voglia solo boicottare il compagno giocatore, con relative imprecazioni in aramaico antico.
Esiste ovviamente una modalità campagna con tutti i tracciati giocabili in sequenza, in base al proprio livello e ai risultati raggiunti durante le sessioni di gioco. Tra le nuove ambientazioni c’è soprattutto Lagoon Rollercoaster, un paradiso tropicale dove i piloti potranno cimentarsi in giri della morte e avvitamenti, sempre con le ruote attaccate alla pista. Già l’ambiente rollercoaster è molto interessante e gradevole all’occhio da sé, ma raggiunge un livello ancora più alto quando si parla di realtà virtuale.
Provato grazie al Project Morpheus di Sony, Trackmania Turbo VR assume una tinta del tutto nuova, sia in prima che terza persona: guardarsi attorno prima della partenza permette di gustarsi a 360 gradi l’ambiente circostante, vettura compresa. Il solo girarsi in dietro ci fa vedere la parte superiore della vettura e l’alettone: la cam non è interna alla macchina, ma superiore, una cosa che però passa velocemente in secondo piano rispetto a ciò che si sta per provare.
Forse a causa dell’ottimizzazione o forse per la validità di Project Morpheus, l’esperienza non è stata per nulla stancante nei confronti dell’occhio o nauseante per le meningi: guardarsi attorno durante le evoluzioni ha regalato panorami esaltanti e qualche scarica di adrenalina, ma mai un briciolo di voltastomaco o affaticamento. Solo il salto finale verso l’arrivo si è rivelato pesante per il momento dell’atterraggio, ma ciò che mi frullava nella mente dopo aver tagliato il traguardo era “MORE PLEASE”.
L’esperienza VR, tuttavia, è da provare solo in prima persona: nonostante mi sia stato detto che la terza persona potesse dare meno fastidi a livello visivo, è stata proprio quella a lasciarmi più perplesso per la gestione della telecamera. Un mondo virtuale va indubbiamente vissuto in prima persona, altrimenti si perde il contatto tra realtà e virtualità, col rischio appunto di vedersi attraversati da nausea e vertigini.
Trackmania Turbo, in versione classica, è un gran ritorno del franchising più famoso del settore ed offre ai fan un’esperienza pari ai vecchi tempi, ma evoluta nella storia grazie all’arrivo della next generation. La grafica al passo coi tempi e la fisica migliorata rendono Trackmania Turbo un must have per i fan e una bella sorpresa per i nuovi potenziali, che gradiranno molto ritornare a giocare e rigiocare i tracciati: battere il proprio record o quello degli altri è tutto ciò che conta.
Lo stile arcade è inoltre l’anima del gioco: lo scopo di Trackmania Turbo, come detto dal presentatore, è quello di rimanere acceso 24 ore su 24 in casa, pronto per essere utilizzato dal primo passante per una gara improvvisata o per una lunga sessione. In base al proprio budget, nulla vieta di comprarsi un PC apposito, rinchiuderlo in un cabinet e lasciarlo splendere nel proprio salotto, disponibile in qualsiasi momento per un’immediata scarica di divertimento.
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