Gli FPS in prima persona, specialmente se single player, sono da sempre titoli che dividono a metà il pubblico: o piacciono o non piacciono, raramente esistono mezzi termini. Un gioco di questo genere può essere ben realizzato, contenere innovazioni grafiche o risaltare grazie al gameplay e le sue modalità peculiari, ma alla fine della giornata deve piacere il genere per convincere a pieno un videogiocatore. Non che questo discorso non si possa applicare anche ad altri generi, beninteso.
Tra le tante proposte di mercato ecco farsi strada Trepang2. Abbiamo infatti avuto modo di mettere le mani sulla versione console di questo titolo sparatutto FPS in prima persona, già disponibile su PC, da qualche mese. Riassumendolo all’osso, lo potremmo definire come un action senza pretese ma dalle grandi qualità.
Pubblicato da Team17 Digital, il titolo sulla carta si presenta con ambizioni narrative tutt’altro che secondarie, sebbene all’atto pratico sia il gameplay, in realtà, a fare da padrone. Chiaramente ispirato a titoli dello stesso genere, come F.E.A.R., casa Trepang promette un alto livello di adrenalina misto ad un’atmosfera intrigante. Promesse mantenute? Adiamolo a scoprire.
Innanzitutto partiamo dalla principio. L’avventura getta il giocatore al centro dell’azione sin dall’inizio, facendogli vestire i panni di un prigioniero, legato in una stanza, che viene liberato da una figura misteriosa incappucciata. Semplice, diretto ed efficace. Da subito viene introdotto lo stealth, necessario per sopravvivere ai primi minuti di gioco in cui sarete disarmati contro un (potenziale) esercito di soldati addestrati che vi darà la caccia.
Da quel momento, inizia quindi una dapprima lenta, poi frenetica fuga che sembra non finire mai, tra stanze, corridoi e uffici da attraversare con crescente frenesia. Il giocatore avrà modo di imparare le varie meccaniche di gioco, facendosi strada con armi, protezioni e oggetti lanciabili come bombe e fumogeni. Inoltre, in questa fase, scopriremo che il protagonista è in realtà un super soldato, con due capacità peculiari: quelle di diventare momentaneamente invisibile e quella di rallentare il tempo, abilità che tuttavia non si possono usare simultaneamente. Oltre a ciò, nei vari livelli si possono trovare mail, documenti e quant’altro che forniranno informazioni aggiuntive su Horizon, la malvagia organizzazione che sarete chiamati a combattere.
La narrazione vince ma purtroppo non convince
E questo quanto per quel che riguarda la trama. Pochi, semplici indizi e un contesto ultra-riassunto per giustificare un titolo interamente votato al gameplay (o meglio, gunplay). Assolutamente non un difetto visto il genere, ma la scelta di ridurre così tanto la componente narrativa, senza inserire dialoghi diretti, fornendo contesti ridotti all’osso, si è rivelata un’arma a doppio taglio. La campagna offre comunque sia missioni principali che secondarie, che si sceglieranno poi una volta sbloccato l’Hub centrale (comodo, ma spoglio). Tutto sommato la narrazione compie il suo compitino, ma non convince per niente.
Passando al punto forte del titolo, prendiamo il pad alla mano per scoprire come si comporta il titolo in questa nuova versione per PlayStation 5 e Xbox Series. Dopo pochi minuti di gameplay, ogni giocatore si ritroverà a dover correre nelle impostazioni per cambiare alcuni settaggi, specialmente per quanto riguarda la sensibilità dei grilletti. Dopo aver regolato anche il FOV (aumentatelo, attenzione al motion-sickness!), sarete pronti ad un’avventura estremamente più digeribile.
Imbracciata la prima pistola, dopo i primi scontri, il titolo inizia a prendere una forma decisamente meno stealth e molto più action, fino a (purtroppo!) far scomparire quasi del tutto la componente furtiva. Il che è un peccato poiché potenzialmente, grazie ai poteri di cui parlavamo prima, il combattimento tramite agguati da invisibile è un’idea funzionale e divertente. Il giocatore però è spesso e volentieri invitato (a volte addirittura costretto) ad un approccio spara-spara, utilizzando soprattutto l’abilità che rallenta il tempo (cosa invece decisamente soddisfacente e divertente). Questo soprattutto per via delle stanze piccole e spazi ridotti che spesso si ripeteranno indefessamente.
Un mezzo punto interrogativo riguarda la meccanica, molto arcade, di raccolta del loot, che può capitare di confondere il giocatore. Quando i nemici muoiono, lasciano a terra le loro armi, lo scudo e relative munizioni. Tra l’altro quest’ultime possono variare, poiché la quantità dipende da quanti colpi hanno sparato: una meccanica furba per un titolo in cui ci si ritrova spesso “a secco” o a corto di difese. Poi si possono trovare anche munizioni, armi e quant’altro in giro per il livello, e questi sono indicati da un alone che li illumina. La confusione nasce nel momento in cui il giocatore, preso dalla frenesia del livello, non sempre sa di cosa ha bisogno tra armatura, munizioni e armi.
Ma il vero problema sta nel non avere la sicurezza di aver effettivamente raccolto il loot quando ci si passa accanto: tolte le munizioni droppate dai nemici e i medikit, per i quali c’è un’indizio sonoro, per i giubbotti anti-proiettile (importantissimi) e gli oggetti da lancio non è previsto alcun effetto d’accompagnamento o segnalatori visivi quando ci si passa sopra o accanto. Non si ha la sicurezza immediata di averli raccolti e ciò, oltre a spezzare il gameplay, porta anche ad una leggera frustrazione.
Passando agli aspetti positivi, affrontare i nemici non è mai stato cosi appagante. Il mix di atmosfere cupe e ambientazioni uniche risulta ben bilanciato, e ogni location è perfettamente studiata per mettere i brividi e dare la sensazione di essere braccato, o di essere a caccia. Infatti, a momenti alterni, il giocatore veste i panni sia di preda che di predatore, in un valzer di sangue e sparatorie perfettamente eseguito.
Il titolo non è sicuramente adatto ai deboli di cuore. Con il passare delle ore di gioco, il protagonista avrà la possibilità di imbracciare fucili sempre più potenti, e il livello di splatter salirà ad un livello che renderebbe fiero anche il Doom-Guy! Ad ogni modo, anche sotto questo aspetto, torna a convincere alla grande il comparto grafico, sempre impeccabile e senza mai un difetto, anche e soprattutto nelle ambientazioni buie. Possiamo confermare che sia proprio l’illuminazione ad essere il punto di forza di questo titolo.
Dopo le lunghe ore passate in compagnia di Trepang2, riconfermiamo le impressioni già espresse all’epoca per la versione PC. Si tratta insomma, di un ottimo sfogatoio in cui scaricare lo stress della giornata su dei poveri e (non così tanto) innocenti soldati nemici. Il mix adrenalinico perfetto di tanto piombo e un pizzico di stealth e strategia. Per quanto rimanga un titolo piuttosto semplicistico sia sotto il profilo narrativo, che per quanto concerne il level design, non si può che fare un plauso a grafica e gameplay, immediato, adrenalinico, ideale per i fan del genere. Imbracciate le armi e unitevi anche voi alla missione, ma solo se non avete paura di sporcarvi con le budella dei vostri nemici! |
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