Los Angeles – Ne hanno fatta di strada la serie Trials e il suo team di sviluppo, RedLynx, che alle folli sfide su due ruote ha dedicato la quasi totalità della sua esistenza, passando da misconosciuto studio finlandese a co-protagonista della conferenza Ubisoft. A due anni da Trials of the Blood Dragon, Trials torna a sfrecciare sulle nostre console (Switch inclusa!) e PC a partire da febbraio 2019 grazie a Rising, che alla ormai classica formula aggiunge qualche novità e un comparto tecnico/grafico, in particolare dal punto di vista puramente fisico (cruciale in questo tipo di esperienza), potenziato e rinvigorito.
Ci abbiamo messo su le mani in quel di Los Angeles, dando un fugace morso ad alcuni percorsi e a quella sua difficoltà così elevata, ma così assuefacente, nonostante gli errori e il timer che continua a scorrere, inesorabile.
Il team lo ha messo in chiaro da subito: questo Trials Rising è stato creato con le tre “C” in mente, Community, Creativity e Competition. Grande attenzione sarà rivolta come sempre al reparto online, con cui sfidare altri giocatori (fino ad 8 in contemporanea – 4 invece offline, sul proprio divano), per rendere le gare ancora più matte e confusionarie, o per avere lo stimolo continuo a perfezionare le proprie performance, portando a compimento i tracciati riducendo sempre di più gli errori e il tempo impiegato per raggiungere il traguardo. Tracciati come sempre da affrontare con visuale laterale, basati sul superamento di ostacoli, sull’esecuzione con precisione quasi millimetrica di salti, sul dosaggio chirurgico di freno (con cui aumentare il grip, manovra cruciale nei livelli più duri) e acceleratore, ma anche sulla capacità di improvvisare e sui riflessi, complici trappole, imprevisti e sorprese che sbucheranno letteralmente da ogni angolo. Una precisione, dicevamo, richiesta in quantità ancora maggiore, complice una fisica che ci è parsa più realistica e credibile, e lo stesso vale per la fedeltà grafica, che offre un impatto visivo niente male.
Grande importanza avrà anche la personalizzazione, questa volta riservata non solo ai tracciati, ancora una volta da creare tramite il poderoso Trials Track Editor, che non abbiamo visto in azione durante la nostra prova, ma che in passato ha offerto ai giocatori un tool di una potenza incredibile, e non possiamo che attendere con trepidazione cosa combineranno con i nuovi strumenti; anche livree e costumi potranno essere creati e condivisi con gli altri utenti, così da rendere ancor più unico e speciale il proprio avatar. Avanzando nella campagna principale, ambientata in tracciati sparsi per il mondo (abbiamo provato livelli ambientati a Parigi, in Egitto, e persino sul monte Everest, uno tra i più difficili in assoluto), e portando a termine le sfide assegnate dagli sponsor (reali), sarà possibile sbloccare nuovi elementi d’abbigliamento, caschi e oggetti, con cui dare un tocco personale al pilota, e ovviamente il tono degli stessi sarà sopra le righe come da tradizione (per darvi un’idea: abbiamo disintegrato la serietà e cattiveria del nostro biker all-black e munito di chiodo con il pupazzetto di un cane Shiba piazzato sul casco, ndr).
La novità più folle che non vediamo l’ora di provare è però la moto “Tandem” (una delle quattro tipologie di veicolo – anche se questa nello specifico non sarà presente ovunque – selezionabile, ognuna con pro e contro di cui tener conto): l’idea, presa in prestito dal “cugino” Trackmania Turbo, prevede di poter controllare in due la stessa moto, o meglio, un giocatore prende possesso della parte anteriore e uno di quella posteriore, e saranno fondamentali comunicazione e coordinazione per poter sperare di raggiungere il traguardo. Inutile dire che il vero divertimento sta nel far infuriare l’amico seduto al proprio fianco non rispettando le sue indicazioni…
I pochi tracciati provati ci hanno dato l’impressione di essere sufficientemente freschi e originali, anche dal punto di vista puramente visivo, oltre che ben calibrati (posizionamento dei checkpoint incluso), ma data la natura del gameplay, e la lunga storia della serie, il rischio ripetitività è sempre dietro l’angolo. Le novità non sono troppe o rivoluzionarie, vero, ma buone, e solo in fase di recensione potremo appurare la loro efficacia, o comunque l’impatto che avranno sull’esperienza (dal maggior numero di giocatori alla personalizzazione), ma per il resto, salvo la sensazione di déjà-vu che traspare dopo tanti anni di serie (comunque alleviata dal rinnovato comparto grafico e dal talento del team), Trials Rising sembra proprio un nuovo (ma al contempo classico), divertente capitolo, e ci va benissimo così.
Tra le novità, la rinfrescata grafica e fisica, le potenzialità dell’editor e la possibilità di giocare tutto ciò praticamente ovunque sulla nostra Switch, non possiamo che desiderare ardentemente l’arrivo di Trials Rising. Non abbiamo provato la versione in questione, di cui andrà appurata la qualità e precisione dei controlli, ma quanto visto e toccato con mano ci ha lasciato ottime sensazioni, da fan della serie (chi vi scrive). Siamo pronti a sfrecciare e a romperci l’osso del collo (per finta, eh!) ancora per 1, 100, 10000 volte: tanto basta un tasto e un battito d’occhio per tornare all’ultimo checkpoint.