Vuoi per migliorare la concentrazione (e di conseguenza le prestazioni), vuoi per un fattore di immersione, un paio di cuffie torna sempre utile. Il problema è che di cuffie ne è pieno il mondo, e ognuna pare avere uno scopo ben preciso, un campo di azione entro cui eccelle, chiedendo però all’utente di rinunciare a qualcosa, o a tutto il resto (in termini di design, comodità, qualità audio). E poi ci sono quelle in-ear, over-ear, quelle con e quelle senza filo… insomma, una vera giungla. Bisognerebbe quindi scomporre le varie e tante possibilità a disposizione, e capire cosa si cerca nello specifico in una periferica del genere.
Per un prodotto come le GXT 354 Creon 7.1 targate Trust Gaming, l’etichetta indirizzata ai videogiocatori di Trust in continua espansione (nel catalogo sono arrivati anche volanti, gaming chair e tanti altri accessori), si fa prima a dire che la piattaforma di riferimento è il PC (nonostante vengano rilevate anche dalla PS4, ma tra il mancato supporto al 7.1 e un volume decisamente basso, non avrebbe proprio senso acquistarle unicamente per la console di Sony), e che il loro obiettivo è quello di far immergere il giocatore in una delle sue infinite sessioni presso la sua postazione di battaglia.
Il cavo, lungo 2 metri, non ha infatti alcuna uscita 3,5 mm, ma solo un’estremità USB, segno che non si tratta di un accessorio da portare sempre con sé. Dopo aver sgomberato il campo da ogni dubbio, addentriamoci nella spiegazione approfondita di cosa sono, come sono, e cosa possono fare le GXT 354 Creon 7.1 (e le 344, un modello che è sostanzialmente una sorella minore, compatibile anche con PS4 e Xbox One – al netto però di qualche rinuncia).
La dimostrazione che Trust stia crescendo e maturando come azienda la si ha semplicemente dando un’occhiata al design delle GXT 354, e magari confrontarlo con qualcuno dei primi modelli lanciati come “Trust Gaming”: le forme e i colori “giocattolosi”, confermati in alcuni casi anche da un test di prima mano, hanno lasciato spazio ad un look decisamente più accattivante, sobrio, eppure aggressivo, con il bianco sovrastante e dei tocchi di nero (principalmente nelle parti morbide), uniti al grigio del metallo dell’archetto interno, che danno da subito l’impressione di avere tra le mani un prodotto di qualità superiore (confermata peraltro dai 69,99€ richiesti, che le pongono a metà tra la fascia media e alta – almeno in ambito gaming). E basta impugnarle per capire che sì, questa volta Trust ha fatto le cose per bene, e sia le 354 che le 344 (le prime bianche, le seconde nere con dettagli in rosso) superano alla grande la prova estetica. La simil-pelle che copre i padiglioni (i quali coprono speaker da 40 mm) e la parte superiore dell’archetto le rendono comodissime, e nonostante l’utilizzo prolungato, non provocano alcun fastidio (complici le dimensioni generose il giusto dei padiglioni stessi, entro cui le orecchie trovano spazio senza troppi mal di testa), e sono anche resistenti al sudore (ma, lo ammettiamo, non le abbiamo testate d’estate). E nonostante qualche cigolio dei padiglioni (che possono essere ruotati), la costruzione ci è parsa davvero solida, idem il comando integrato che permette di attivare/disattivare il microfono con un tasto ad hoc, oltre che regolare il volume e l’intensità della vibrazione dei bassi (si sente però la mancanza di una manopola per regolare l’audio della voce dei nostri interlocutori).
Le Trust GXT 354 Creon 7.1 superano alla grande la prova estetica
Tra le feature principali di queste cuffie c’è infatti un sistema di vibrazione che si muove di pari passo ai bassi riprodotti: più intensi saranno, più l’intera cuffia vibrerà. L’unico risvolto pratico di questa feature sta nell’immersione e nel coinvolgimento, ma in ambito gaming non abbiamo riscontrato particolari benefici, in quanto la vibrazione stessa va unicamente a sottolineare i bassi più intensi e potenti, e nel caso di contenuti (interattivi o meno) in cui sono sporadici, l’effetto perde di efficacia. Le cose cambiano nel caso di bassi potenti e ripetuti, quindi con generi musicali fortemente incentrati su certe vibes (elettronica in primis), di conseguenza la feature passa inevitabilmente in secondo piano (ma è comunque gradita, ci mancherebbe, anche se forse va a pesare un po’ troppo sul prezzo finale). Meno robusto ci è parso invece il microfono, che in condizioni di non utilizzo può letteralmente “sparire”, inglobato nelle cuffie stesse, ma in compenso fa discretamente il suo lavoro (anche se la voce un po’ ovattata che ne viene fuori non è il massimo, rendendolo poco adatto per streaming e video).
All’atto pratico, abbiamo davvero poco da ridire sulle GXT 354: l’installazione (su PC Windows – supporta da Vista a 10) è fluida e senza intoppi, né software di sorta, mentre il lungo cavo, discretamente resistente, permette di allontanarsi senza problemi dalla postazione. Una clip sul retro del telecomando, l’unico elemento un minimo ingombrante, permette di attaccarlo ad un proprio indumento, così da non averlo (metaforicamente) tra i piedi durante le proprie sessioni di gioco. Sessioni che trarranno sicuramente beneficio dal surround 7.1, che pur essendo emulato (e quindi meno coinvolgente di un “vero” 7.1), risulta preciso e torna davvero utile nell’individuazione delle fonti sonore (come spari, passi e rumori prodotti dai nemici, siano essi IA o in carne ed ossa), principalmente negli FPS in multiplayer. La qualità audio generale delle cuffie le rende però chiaramente adatte a qualsiasi genere, anche per una pura questione di immersione: il suono è potente, soprattutto nei momenti più concitati e con la manopola dei bassi “a palla” (con la già citata vibrazione che va a sottolineare il tutto), e per quanto un pelo meno nitido di altre cuffie che abbiamo avuto modo di testare, appare omogeneo e ben bilanciato, avvolgente e meno confusionario. Forse i bassi potrebbero “spingere” un po’ di più, ma le orecchie ringrazieranno dopo lunghe sessioni (come detto, possibilissime grazie alla comodità dei padiglioni).
Per le GXT 344, siamo sostanzialmente lì, anche se i 20 euro di differenza tra i due modelli si sentono tutti: oltre a mancare la vibrazione (con i bassi che ne risentono, risultando ancor meno incisivi), anche il microfono ci è parso di qualità inferiore, e il telecomando di controllo è meno solido e pratico (per quanto più piccolo e meno ingombrante), con il tasto del microfono on/off che è stato sostituito da un più duro interruttore. La qualità generale, sia audio che di design e resistenza dei materiali, è pressoché identica (pur risultando meno potente rispetto alle GXT 354), e compensano il tutto con una maggiore versatilità, essendo dotate di cavo 3.5mm (con tanto di cavo aggiuntivo ad hoc per il microfono su PC, che raddoppia la lunghezza – da 1 a 2 metri): possono quindi essere utilizzate con un PC, PS4, Xbox One, Switch (ma senza microfono attivo, in quest’ultimo caso), oltre che con qualsiasi device dotato di classico ingresso jack (ovviamente 3.5mm).
Le GXT 354 Creon 7.1 (e in forma minore, anche le GXT 344) si confermano un prodotto di buon livello, caratterizzato da un gran bel design, ergonomia, qualità dei materiali e puramente sonora elevate (complice anche il surround 7.1). Solo i bassi, nonostante la funzione di vibrazione che li va a sottolineare, e il microfono non ci hanno pienamente convinto. La vibrazione stessa, inoltre, ci è parsa una feature abbastanza fine a se stessa, e la sua presenza fa inutilmente salire il prezzo, che sarebbe potuto essere davvero irresistibile, ma anche così è giustificato da ciò che le cuffie offrono. Sono comode anche dopo ore di utilizzo, e il loro limite principale è forse l’esclusiva compatibilità con il PC (come detto, vengono rilevate anche da PS4 senza però 7.1 e con alcuni limiti apparentemente inspiegabili, a partire dal volume), ma se state cercando un buon compromesso tra design e qualità, le GXT 354 potrebbero seriamente fare al caso vostro. |
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