PRO nel gaming, un po' meno nella quotidianità
Turtle Beach raccoglie nell’eredità di ROCCAT anche uno dei suoi modelli di punta per quel che riguarda le tastiere, la Vulcan. E lo fa mantenendo intatto lo stile molto Hi-Tech della serie, così come la sua natura, pensata principalmente per il gaming. Se infatti sotto questo aspetto la Turtle Beach Vulcan II TKL Pro offre caratteristiche di un certo livello, è ahinoi nell’utilizzo tradizionale che perde qualche colpo. Il nostro approccio iniziale a questa tastiera è stato piuttosto deludente, ma è quando siamo andati a fondo nelle possibilità offerte dal punto di vista gaming che abbiamo iniziato a rivalutarla; seppur sempre con un po’ di amaro in bocca. Ma facciamo un passo alla volta.
La Turtle Beach Vulcan II TKL Pro è una tastiera meccanica in formato TKL, con connessione cablata, retroilluminata e compatibile con PC Windows. Al prezzo di listino di 159.99 euro dispone di tecnologie quali i tasti analogici, dotati di tecnologia Hall Effect (ne parleremo più avanti), ma anche di comodità come una rotella per i controlli multimediali; tuttavia il primo intoppo è sul layout, in quanto ci sono disponibili solo quello tedesco e francese. Noi abbiamo scelto quello tedesco, perché invertendo un paio di keycaps, siamo comunque riusciti ad avere un layout familiare e piuttosto simile a quello italiano: c’è da dire però che siamo abituati da anni ad utilizzare layout US, quindi la cosa non ci è pesata più di tanto.
All’interno della confezione non troverete molto oltre alla tastiera: una guida rapida, un cavo USB-C a USB-A da 1,8m in tessuto ed un poggiapolsi che, pur non essendo in alcun modo ancorato alla tastiera, è piuttosto stabile. Ma è la tastiera che sin da subito denota una buona costruzione e robustezza: se attorno è fatta di plastica, la scocca superiore è in alluminio anodizzato, cosa che le conferisce non solo uno stile Hi-Tech ma anche una maggiore resistenza all’usura e allo sporco. Sul fondo poi ci sono ben 6 gommini, di dimensioni piuttosto generose, in modo da renderla stabile anche nelle circostanze gaming più concitate; ed i piedini infine sono regolabili su due altezze.
C’è poco da dire dal punto di vista estetico alla Turtle Beach Vulcan II TKL Pro, il sistema di illuminazione AIMO, la parte in alluminio anodizzato ed i copritasti che lasciano ampia visibilità agli switch le donano un carattere “naked” / Hi-Tech che non passa inosservato. Decisamente compatta (36,5 x 13,5 cm), si adatta a qualsiasi setup sia per una questione di spazio, che per quella estetica, visto che resta comunque sobria in generale.
Dobbiamo però affrontare da subito quella che per noi è la grossa criticità della Turtle Beach Vulcan II TKL Pro. Per essere un formato TKL 75%, c’è spazio tra il blocco principale ed i tasti funzione, le freccette ed i tasti superiori, oltre che per la rotella del volume. Il problema sono i keycaps (i copritasti), che oltre ad essere in ABS (un materiale che col tempo si rovina facilmente), sono estremamente stretti e lasciano eccessivo spazio tra loro. Non ce lo saremmo aspettati, ma nell’utilizzo pratico (soprattutto in ambito lavorativo e quindi di scrittura, ma anche in quello gaming) non solo ci abbiamo messo un po’ ad adattarci, a non dover ridigitare continuamente quello che scrivevamo; ma anche una volta abituati, resta facile incorrere in typo, rendendo di fatto la scrittura difficoltosa.
Ok, qualcuno potrebbe dire: Turtle Beach ha ben pensato di rendere i keycaps intercambiabili (cosa che aiuterebbe anche a superare il problema del layout straniero), quindi prendendone un set con i keycaps più larghi, il problema è risolto, no? Ni. Perché a quel punto sopraggiunge un altro problema, ovvero quello delle (innumerevoli) shortcut raffigurate sui tasti di serie, che sarebbe davvero difficile memorizzare. Senza contare il fatto che questo comporterebbe una spesa extra, da sommare ad un prezzo che non è propriamente “entry level”.
I tasti meccanici / analogici ad effetto Hall rappresentano senza ombra di dubbio la marcia in più di questa tastiera
Ebbene, questo nostro primo approccio voleva quasi farci buttare dalla finestra la tastiera, ma la Turtle Beach Vulcan II TKL Pro aveva ancora così tante feature da testare (prima di poterlo fare), che le abbiamo dovuto concedere del tempo in più. Questo tempo non solo è servito a farci abituare un po’ di più alla dimensione dei tasti, diminuendo (ma non facendolo scomparire) il margine di errore, ma anche a farci apprezzare i suoi pregi, confermandoci che si tratta prima di tutto di una tastiera pensata per il gaming.
Prima di passare a quella parte però, dobbiamo spendere due parole ancora sull’usabilità generale. Come dicevamo, le shortcut sono tante, ma allo stesso tempo pratiche al punto da non far rimpiangere una tastiera full size. Tra l’altro sebbene anche le funzioni multimediali siano attivabili tramite shortcut, almeno la rotella del volume (con funzionalità “mute” alla pressione) è qualcosa che per noi dovrebbe essere imprescindibile e che qui c’è e funziona bene.
Veniamo ora alle caratteristiche tecniche “pro” della Turtle Beach Vulcan II TKL Pro, quelle che ci hanno permesso di apprezzarla nonostante i limiti di cui vi abbiamo parlato prima.
I tasti meccanici / analogici ad effetto Hall rappresentano senza ombra di dubbio la marcia in più di questa tastiera, e non tanto per il ciclo di vita di 150 milioni di click o per la loro silenziosità (cosa che poi va anche a gusto). Grazie a questa tecnologia potremo, per ogni singolo tasto, regolarne la sensibilità, il punto di attuazione (da 0,1mm a 4mm) e perfino attivare fino a 3 punti diversi di attivazione. In cosa si traduce tutto questo, soprattutto in termini gaming?
Innanzitutto potrete regolare la sensibilità generale dei tasti secondo le vostre abitudini, per evitare che essi siano troppo o troppo poco sensibili. Ma poi, grazie anche ai 5 profili salvabili (e richiamabili) nella tastiera, potrete a seconda del gioco o del genere regolare i punti di attuazione dei singoli tasti. In uno sparatutto potrete, esempio banale, far sì che a seconda della pressione voi possiate camminare piano, normale o correre. Certo, anche per rendere funzionale tutto questo, c’è bisogno di allenamento, ma il fatto di poterlo fare, di poter customizzare a questi livelli l’input principale do gioco, è qualcosa di relativamente unico.
La funzione Rapid Trigger poi fa sì che ci sia precisione ma soprattutto tempestività anche quando si preme ripetutamente un tasto, eliminando i tempi di inattività tra una pressione e l’altra: pensate sempre in uno shooter quanto sia importante che un colpo parta prima di quello dell’avversario. Non manca l’anti-ghosting, per evitare pressioni di tasti multipli, un sistema di duplicazione delle funzionalità di alcuni tasti (easy shift +), così come una serie di Macro, personalizzabili sia tramite tastiera che attraverso il software.
Ed è proprio quest’ultimo il cuore della personalizzazione, perché è attraverso quello che potremo settare ogni dettaglio con precisione e minuziosità. Turtle Beach Swarm II dopo diversi aggiornamenti è diventato intuitivo e facilmente padroneggiabile, e permette di gestire più dispositivi Turtle Beach in contemporanea (noi ad esempio abbiamo anche il mouse Burst Air II e le cuffie Stealth 600) sincronizzandone aspetti come l’illuminazione RGB AIMO. A tal proposito, sebbene con delle shortcut potrete cambiare velocemente il tipo di illuminazione, così come l’intensità, è attraverso Swarm II che potrete personalizzare ogni singolo tasto, anche in base ai diversi profili selezionabili.
Tra le altre feature che potremo attivare dall’app c’è l’emulazione di un controller, emulando ad esempio lo stick sinistro in uno shooter o i tasti dorsali in un racing game, per avere una precisione maggiore nei giochi che richiedono l’utilizzo di un controller.
E’ indubbio quanto queste feature, se sfruttate, possano rappresentare un plus per un videogiocatore, sia in termini di comodità, quanto in termini di prestazioni, soprattutto nel competitivo. C’è però da dire che la maggior parte delle persone, videogiocatori inclusi, ha un’unica tastiera, il che vuol dire fare i conti con le dimensioni dei copritasti della Turtle Beach Vulcan II TKL Pro.
Nulla che ne infici totalmente l’usabilità, sia chiaro, ma se la userete al 70% per la scrittura, potreste preferire un maggiore comfort e precisione in quest’ambito di utilizzo.
Se invece siete dei videogiocatori incalliti, alla ricerca del massimo della precisione, i tasti analogici della Turtle Beach Vulcan II TKL Pro, uniti a tutte le feature ad essi collegate, potrebbero rappresentare un vero game-changer nella vostra quotidianità, da gamer. Ma attenzione, perché lo spazio tra i tasti, soprattutto inizialmente potrebbe causare qualche mancato input anche a voi.
Conclusioni
La Turtle Beach Vulcan II TKL Pro ci ha messo in seria difficoltà in fase di giudizio. E’ una tastiera che grazie al suo format TKL 75% e soprattutto ai tasti analogici (con possibilità di regolare il punto di attuazione e molto più), è principalmente orientata ad un pubblico gaming. Tuttavia di ogni tastiera, anche un gamer, ne fa un utilizzo generale, tra cui la scrittura. Ed ecco, qui c’è un problema, e sono i tasti: troppo piccoli, lasciano eccessivo spazio tra loro e, soprattutto all’inizio, vi faranno compiere innumerevoli errori di digitazione in fase di scrittura. E ciò a seconda del gioco potrebbe riflettersi in misura minore anche nelle sessioni di gioco. Sono intercambiabili, per carità, ma poi dovrete ricordare le shortcut che sono raffigurate su quelli originali.
Al netto di questo, fattore che sposta certamente il peso della bilancia a seconda dell’utilizzo principale che ne farete, la Turtle Beach Vulcan II TKL Pro è senza dubbio una tastiera che offre funzionalità all’avanguardia in ambito gaming, racchiuse in un design naked ma robusto. La parte superiore è in alluminio anodizzato e, complice l’illuminazione RGB AIMO, le donano un aspetto Hi-Tech; tuttavia anche in questo frangente sono i copritasti l’anello debole, essendo in ABS e quindi col tempo particolarmente usurabili.
Come dovremmo quindi giudicarla? Il gamer che è in noi, seppur non così PRO da sfruttare appieno tutte le feature offerte, ne ha gradito la presenza e nel suo piccolo ne ha tratto giovamento (tolti i mancati input nella fase di ambientamento). Ma il redattore, quello che passa la maggior parte del tempo a digitare, ha vissuto momenti di vera frustrazione in questo periodo di utilizzo. Quindi prendete il voto che vedete sotto e dategli un punto in più se la utilizzerete principalmente per giocare, altrimenti togliete pure un voto, perché al prezzo di 159.99 euro potrete trovare tastiere più precise e confortevoli per l’utilizzo quotidiano.
Trovate tutte le info ed il link all’acquisto sul sito ufficiale di Turtle Beach.
Good
+Design naked accattivante+I tasti analogici sono un plus non indifferente+Formato TKL che non rinuncia alla rotella del volume+Software che offre ampia possibilità di personalizzazioneBad
-Tasti troppo piccoli, rendono scomoda e ad ampio margine di errore la digitazione-Tasti in ABS, poco resistenti a sporco e usura
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