Durante la Reboot Develop Conference che si sta svolgendo in Croazia, Warhorse Studios ha parlato dello sviluppo di Kingdom Come: Deliverance, portando alla luce diversi dettagli inediti e interessanti. A prendere la parola ci ha pensato il co-founder e creative director del team ceco, ovvero Dan Vavra, in una sorta di post mortem dal vivo dello sviluppo e della produzione del gioco, che vi riportiamo in questa notizia.
Come nasce Kingdom Come: Deliverance
Sebbene il gioco di ruolo di Warhorse Studios sia un prodotto complesso e decisamente ricco, l’idea del gioco non è nata direttamente nello studio, ma in un pub. Sicuramente una curiosità non da poco, visto che quella semplice idea prodotta tra una birra e l’altra ha portato alla vendite di oltre un milione di copie.
Come è stato presentato ai publisher
Dan Vavra e il suo team hanno bussato a diversi publisher prima di trovare in Deep Silver il partner per portare sul mercato l’ambizioso gioco di ruolo. Per presentare al meglio Kingdom Come: Deliverance venne utilizzato un semplice ma quanto efficace metro di paragone: il gioco era essenzialmente Red Dead Redemption, ma con una spada.
Un’avventura lunga 9 anni
Se è vero che Kingdom Come: Deliverance è diventato famoso solo all’alba dell’attuale generazione di console, Vavra e il suo team avevano iniziato a lavorarci sopra dal 2009. Un’avventura molto lunga, che non ha risparmiato loro incontri con persone decisamente sospette e nessuno di loro credeva nelle console. Nel 2011, una volta aperto lo studio, il conto in banca di Vavra era di soli 500 Dollari.
Un lavoro immenso di scrittura
Al di là della programmazione, un altro grande aspetto che ha richiesto molto lavoro è quello della scrittura. Vavra e altre 9 persone si sono occupate di scrivere le quest. Un lavoro che ha richiesto ben 20 mesi.
I rimpianti
Kingdom Come: Deliverance è uscito il 13 febbraio scorso per PS4, Xbox One e PC. Il problema più grande per lo studio è stato affrontare i bug che non erano emersi durante le fasi di test, premettendo ovviamente che è sempre molto difficoltoso trovarli tutti durante le prove.
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