Editoriale 15 Apr 2014

Una Poltrona per Due – Robot contro Infami

Vi siete mai chiesti come ci si innamora di una console, cosa renda una fredda macchina elettronica la cosa più bella mai esistita sul globo e, cosa più importante, nettamente più bella di quella della concorrenza? Siccome qui a GameSoul abbiamo parecchio tempo da perdere, ce lo siamo chiesti più e più volte. L’estetica forse? Beh, difficile: dovessimo scegliere tra barbecue-PS3 e videoregistratore-Xbox 360, molto probabilmente compreremmo un Apple Pippin. Il suo sistema operativo? Ancora una volta la vediamo dura, anche perché difficilmente un giocatore sapiens resterebbe a fissare uno schermo con sorriso beota per più di 5 secondi. Qualcuno potrebbe dire “scelgo Xbox perché Major Nelson è un figo della madonna”, oppure “Nulla è meglio del carisma di Playstation e del suo retrogusto made in Japan”: ma a meno di non essere i generi di Kaz Hirai o di lavorare per gli uffici di Redmond con una pistola puntata alla tempia, al 99,9% della popolazione videoludica civilizzata poco (se non nulla) frega delle rispettive dirigenze. Se non quando si tratta di insultare qualcuno perché la console si rompe, ovviamente.

Dai, poche storie. La discriminante principale quando si sceglie una console è la possibilità di modificarla. Ehm no, volevo dire, è l’elenco di esclusive nel proprio parco titoli. Se amate gli action avventurosi alla Indiana Jones difficilmente non amerete Uncharted, così come se non sapete vivere senza un mostriciattoli alieni da segare a metà l’unica vostra medicina si chiama Gears of War. L’esclusiva rappresenta probabilmente il motivo principale per il quale, da una certa data in avanti, vi siete beccati l’appellativo di Sonaro, Boxaro o Nintendaro. Pare incredibile ma ve lo giuro, i Nintendari esistono, io ne ho visti un paio da lontano. E un po’ ho avuto paura…

Dopo essersi scannati a suon di rime scorrette e prosaici insulti su PS4 e Xbox One, il dinamico duo dei bellocci redazionali torna sul ring de Una Poltrona per Due per una nuova sfida serrata, questa volta incentrata sulle esclusive più scottanti di questo esordio primaverile rigorosamente next generation. All’angolo sinistro, pantaloncini metallici e circuiteria in bella vista, il 2Pac partenopeo, l’ “8 Miles dell’O Sole Mio”, il paladino de “i mech so piezz’ e core” Bellanapoli ci presenta l’incredibile Titanfall. All’angolo destro, pantaloncini stracciati, giubbotto in jeans e cappello il Dr.Dre della polenta, l’uomo che vede la nebbia anche quando non c’è, il campione in carica DeX risponde a tono con Infamous: Second Son. Chi vincerà la sfida delle esclusive, chi poserà il soffice deretano sugli accoglienti cuscini della contesissima Poltrona? Ovviamente lo deciderete voi col sondaggione (in fondo alla pagina), che mica l’abbiam messo lì tanto per occupare spazio.

 Atto 1: Tra bombe al neon e mech assassini

Dex: Non che mi piaccia vincere facile, caro Bellanapoli, ma da qualsiasi parte la si guardi c’è poco da fare: Infamous: Second Son non è solo una Killer App per Playstation 4, ma è uno di quei titoli che chiunque dovrebbe giocare per capire davvero cosa significhi next. E oggi te lo dimostrerò insegnandoti persino le cose più ovvie: la grafica. Per caso ti sei accorto del livello di dettaglio raggiunto dai Sucker Punch, o i tuoi occhi abituati alla sub-full HD hanno iniziato a sanguinare prima ancora di goderti lo spettacolo? Second Son è autentica gioia per gli occhi, oro colato che si dipana sullo schermo ricreando una Seattle che definire verosimile è poco. E’ reale, viva, con tramonti mozzafiato e un orizzonte che si perde all’infinito. Una metropoli da scalare, scoprire, respirare missione dopo missione. Difficile, impossibile non scalare l’enorme Space Needle e ammirare gli scorci che il talentuoso sviluppatore ha ricreato.

Potrei essere addirittura più tecnico di così, fidati. Potrei ad esempio dirti come il frame rate sia un ricordo del passato, tanto è stabile per tutta la durata dell’avventura. Potrei ricordarti anche come la superiorità di PS4, a braccetto con l’abilità dei suoi developer first party, regali esplosioni volumetriche e particellari estremamente verosimili e di come la modellazione dei personaggi, tanto primari quando secondari, sia sempre encomiabile e varia. Che è ben diverso dal creare un unico modello e schiaffarci sopra un’uniforme diversa e qualche raro gingillo. Ma tranquillo, capisco benissimo che questi concetti non ti siano troppo familiari: la colpa del resto non è tua…

Quindi amico mio, prima ancora di parlare di presunta innovazione, di gameplay a tuo dire futuristico e cose del genere, fa un favore a te stesso: esci dal tuo robottone per 10 minuti – tranquillo, non te lo ruba nessuno – e prova un gioco davvero next. Un gioco che già dopo cinque minuti ti fa cadere la mascella, che ti incanta con una realizzazione tecnica sontuosa e, che tu ci creda o no, regala più emozioni anche senza toccare il pad di tutto il tuo “boom crash peew peeew bang” robottaro. E ok che la grafica non è tutto, per carità: ma perché doverci rinunciare se l’hardware lo permette? Perché anche Xbox One lo permette, non è vero?

Bellanapoli: Certo, Infamous: Second Son è proprio il gioco che fa per te… Se trovi estremamente appagante ripetere sempre le stesse tre missioni secondarie per le 13-14 ore necessarie a completare l’avventura! L’ultima fatica di Sucker Punch sarà anche una gioia per gli occhi (e lo è, eccome se lo è), ma c’è poco o null’altro, oltre a al fumo, ai neon e agli angeli blu ricreati con segnali video di dubbia provenienza. E pensare che poco meno di un mese fa ti lamentavi della ripetitività eccessiva di un certo Ryse per Xbox One! Non voglio certo togliere i tuoi bei meriti, altrimenti finiamo che devo consolarti facendoti le coccole (e sotto sotto sai che potrebbe anche piacermi), ma la sostanziale differenza tra Infamous: Second Son e Titanfall è che il primo, dopo averlo finito, lo riporti di volata dal tuo negoziante di fiducia nella speranza che ti valga un buono acquisto decente, mentre il gioco coi “robottoni” continua a rimanere lì sul tuo scaffale giorno dopo giorno, mese dopo mese, perché non stanca MAI.

Il nuovo gioco multiplayer online di quei geniacci di West e Zampella è un mix esplosivo di azione, strategia e adrenalina, corroborato da TONNELLATE di proiettili. Il punto forte della produzione, manco a dirlo, è la costante presenza dei Titan sul campo di battaglia: questi enormi giganti, fatti al 70% di metallo e 30% di pura cattiveria omicida, sono gli assoluti protagonisti del gioco, grazie all’eccellente sistema di guida che permette di controllarli come una naturale estensione del proprio corpo virtuale. Prendendo solo il meglio del più riuscito dei Call Of Duty, Respawn Entertainment ha dato nuova linfa vitale agli shooter online, dimostrando che in fondo bastano pochi ma mirati cambiamenti per ridefinire un genere troppo abusato negli ultimi anni. Su Xbox One e PC prima, su Xbox 360 poi (su Playstation 4 MAI), Titanfall ha già registrato impressionanti dati di vendita, in alcuni casi giustificando da solo l’acquisto dell’ammiraglia Microsoft.

Però sì, in fondo nulla a che vedere con il piovigginoso tramonto di una fasulla Seattle poligonale…

Atto 2: Robotic New (Open) World

Dex: Vedo che non sei ancora convinto, vecchio mio. Benissimo, parliamo di gameplay: e tranquillo, risparmiati obiezioni del tipo “old, già visto, niente di nuovo sotto il sole”. Perché è vero, magari Second Son non è quel campione di innovazione che molti auspicavano e che, in un modo o nell’altro, fatica ad affiorare in questo ciclo di console. Tuttavia sono pochi gli open world (ad esclusione di quelli made in Rockstar) ad essere davvero degni di nota e capaci di offrire buon ritmo e giocabilità avvincente dall’inizio alla fine. E, che te lo dico a fare, pur con i suoi innegabili difetti Second Son è un ottimo action open world.

Complice una sceneggiatura ben calibrata e centellinata a dosi sapienti (già, una trama… lo senti quello strano prurito alla schiena?), l’azione di gioco del nuovo InFamous alterna momenti di distruzione totale – sfruttando gli incredibili poteri di Delsin e dei Conduit – ad altri più rilassati e “esplorativi”, che spaziano dalla scoperta dei graffiti nascosti per la città alla raccolta di collectibles, passando per la risoluzione di una pletora di missioni secondarie. Sì, perché Second Son dà al giocatore la possibilità di affrontare il gioco come preferisce, gettandosi a capofitto sulla storia principale con un alter ego magari non ancora potentissimo ma comunque capace di menare come un demonio, oppure lasciandolo girare liberamente per Seattle a imparare nuove tecniche e devastanti poteri. Sì insomma, c’è altro là fuori oltre al premi il tasto spara. Pare incredibile, vero? La possibilità di livellare i poteri secondo uno skill-tree dedicato ove investire le gemme raccolte rappresenta il cuore dell’esperienza di gioco, che non bastasse offre un ulteriore livello di profondità nelle sue dinamiche. Potremo infatti scegliere se combattere dalla parte dei buoni, aiutando i civili e liberando i distretti della città dai soldati nemici, oppure trasformarci in ribelli senza scrupoli che seminano distruzione e morte ad ogni angolo. Scegliere una strada piuttosto dell’altra sbloccherà tecniche differenti per il nostro eroe, le prime (quelle “buone”) orientate a stordire gli avversari per metterli KO senza ucciderli, le seconde estremamente brutali ed esplosive per facilitare il trapasso a chiunque. Non so come la pensi tu, ma a me pare nettamente più interessante (e complesso) di uno sparatutto indubbiamente frenetico, ma con un albero di crescita del personaggio che si estinto prima ancora di gettare le radici. Poi ovvio, c’è chi si diverte a sparare a qualunque cosa si muova ancor prima di vedere il bianco dei suoi occhi: e magari chissà, quel qualcuno gioca pure a COD.

Bellanapoli: Strano che tu abbia tirato fuori proprio il gameplay, perché guardacaso è uno dei migliori assi nella manica di Titanfall. Tralasciando per un attimo l’indubbia qualità della trama (e a proposito, perché mi prude così tanto la schiena??) di Infamous: Second Son, anche l’ultima fatica targata Respawn si vanta di una componente narrativa di tutto rispetto, seppur non indimenticabile. In Titanfall è possibile giocare la stessa campagna attraverso due punti di vista differenti, quello dell’IMC, un manipolo di soldati agli ordini dell’unico vero governo ancora vigente, e la Milizia, l’ultimo baluardo della resistenza umana. Ogni missione viene quindi affrontata in modo diverso, rispecchiando di volta in volta le motivazioni, le ambizioni e le necessità della propria fazione. L’epilogo lascia spazio a varie interpretazioni e (di sicuro) a qualche futuro gustoso DLC di approfondimento.

Ma tutto questo è solo un mero antipasto per preparare il giocatore alla grandezza del comparto multiplayer. Poche ma buona modalità competitive online sono il vero cuore pulsante del gioco: tra Punto di Controllo, Logoramento e Sopravvivenza Titan, sarà praticamente impossibile annoiarsi, grazie anche ad un’ampia possibilità di personalizzazione del proprio alter-ego che include una vasta scelta di armi primarie e secondarie, armi anti-Titan, Kit di specializzazione e Carte Burn. Il sistema di combattimento, quello di puntamento e finanche le caratteristiche acrobatiche dei Piloti sono stata adattate magistralmente al joypad dell’Xbox One, rendendo ogni singolo movimento fluido, preciso e immediato, fattori indispensabili per godere appieno dei match online. Altro che Killzone.

Ecco perché si parla di Killer Application in casa Microsoft: in Titanfall tutto è stato pensato e sviluppato ai fini del puro divertimento. Il matchmaking di Call Of Duty è solo un brutto ricordo. I bug di Battlefield 4 sono eresia. Le meccaniche legnose di Killzone un incubo dimenticato. Titanfall reincarna alla perfezione lo spirito competitivo dei primi First Person Shooter online e lo adatta con successo alle ingombranti necessità di una nuova generazione videoludica, grazie al geniale estro dei due fondatori di Respawn Entertainment. E questo caro mio, è solo l’inizio.

Atto 3: Cartoline dal futuro     

Dex: No vecchio mio, non mi hai ancora convinto. OK il ritmo, le sfide serrate e l’agonismo competitivo. Ma tolta qualche kill spettacolare o una vittoria per il rotto della cuffia contro il team koreano del caso, cosa ti rimane davvero dell’esperienza di gioco? Gli insulti dall’altra parte dell’auricolare? Le grida sguaiate dei compagni di squadra che si sentiranno di colpo dei Rocco Siffredi digitali dalla puuutenza inaudita? Forse Second Son non sarà così frenetico da levare il fiato, e magari una volta raggiunti i credits non regalerà la medesima sensazione di potere assoluto che, lo ammetto, regala una vittoria in uno sparatutto online. Ma poche storie, nulla rimane più impresso di un buon racconto: e su questo non c’è assolutamente sfida. Anche perché, diciamocelo, con due IP di questo calibro non c’è nulla di più ovvio che pensare ad un sequel, magari tra un anno o due quando le abilità degli sviluppatori permetteranno di sfruttare appieno il potenziale delle macchine.

Premesso questo, potresti spiegarmi come diavolo si fa il sequel di un titolo senza il benché minimo briciolo di storia? Te lo dico io: un nuovo sparatutto con Robot più fighi e, possibilmente, una grafica migliore di quella attuale. Magari ci metteranno qualche robottone volante, inventeranno qualche nuova trovata di gameplay e, chissà, arruoleranno Optimus Prime nelle file dei buoni. Ma alla fine della fiera, sempre di una gigantesca arena online stiamo parlando. Quasi mi spiace doverti sottolineare che lo stesso discorso non si applica per InFamous. La sceneggiatura di Second Son non solo regala al giocatore un finale estremamente aperto, da cui potranno dipanarsi nuovi percorsi che ne approfondiranno il background narrativo, ma dà allo sviluppatore la possibilità di sviluppare soluzioni di gameplay, nuove meccaniche, addirittura nuove classi di personaggi ruotando semplicemente attorno al concetto dei poteri. Pensa ad un nuovo InFamous dove il protagonista può diventare temporaneamente invisibile, può rallentare lo scorrere del tempo per una manciata di istanti o, che so, controllare le menti dei propri avversari: le meccaniche prettamente action di Second Son potrebbero evolvere ad un open world ibrido dove le componenti puzzle assumerebbero maggiore profondità.

Immagina un InFamous del genere, dove puoi sì combattere ma, rintracciando il potere giusto, puoi evitare lo scontro diretto o utilizzare l’ambiente circostante a tuo vantaggio. Action, esplorazione, puzzle: un cocktail perfetto capace di assecondare i gusti di una frangia enorme di giocatori. E tutto questo semplicemente introducendo nuovi cattivi dalle caratteristiche inedite! Ma immagino già la tua risposta: potremmo fare lo stesso anche in Titanfall 2. E avresti ragione, ma la sostanza non cambierebbe di molto: cambiereste marca di esplosivi, ma sempre un gran casino ne verrebbe fuori. L’unica cosa che forse Infamous dovrebbe imparare da Titanfall è la gestione della fisica e, nella fattispecie, le routine di distruzione ambientale: ma ancora una volta si tratta di abbellimenti di contorno, fattori che colpiscono in modo assolutamente positivo chi gioca ma che allo stesso tempo non sono così fondamentali per capire se un gioco ha delle potenzialità evidenti o no. E tranquillo, Titanfall ha delle potenzialità mostruose e una comoda strada dritta verso il successo: ma prima di raggiungere la complessità di InFamous beh, i tuoi mech di chilometri devono macinarne ancora parecchi.

Bellanapoli: Peccato che quei bravi ragazzi di Sucker Punch ne avevano fatte di promesse per Infamous: Second Son e prima ancora per Infamous 2. Distruttibilità ambientale, complesse scelte tra il Bene e il Male, nuovi incredibili poteri… E poi scopri che la distruttibilità ambientale è confinata a quei 8-10 complessi di sicurezza del D.U.P., le scelte sono al massimo tre in tutto il gioco ed i poteri sono tanti ma dal dubbio gusto (Spade fatte di segnali video? Ma siamo seri??). Eh sì che la trama è articolata e di altissimo livello artistico, ma in una produzione tripla A mi aspetto più di qualche effetto grafico sgargiante ed una storia strappa-lacrime. 

Titanfall mette da parte una grafica sbalorditiva ed una componente narrativa profonda, assecondando invece quello che i fanatici del multiplayer cercano davvero: un titolo esaltante, frenetico, in grado di mettere in competizione i giocatori in modo intelligente, sfruttando le personali doti strategiche e organizzative di ognuno di loro.

Nell’immediato futuro non posso che vedere una marea di DLC che completano la magistrale opera di Zampella e West, con l’implementazione di nuove modalità, magari nuove mappe e perché no, qualche dinosauro pronto a morderti il culo quando meno te lo aspetti!

Perché lo sai che abbiamo anche i dinosauri, no?

Ma da Titanfall 2 mi aspetterei molto di più: a cominciare dal rinnovo dell’esclusività Microsoft, di cui si è molto discusso in questi ultimi mesi. Senza dubbio sarebbe un ottimo colpo commerciale e garantirebbe al colosso di Redmond un margine di introiti non indifferente, senza contare l’invidia sanguinea dei Sonari più convinti. Ehm. Ambirei a mappe più ampie, ad una maggiore distruttibilità ambientale (che con i Titan sarebbe senza dubbio uno spettacolo incredibile) e un maggiore approfondimento sulle cause scatenanti della guerra civile tra IMC e Milizia, magari aggiungendo qualche missione single-player che chiarisca il nebuloso ciclo narrativo che regge l’intera produzione, anche solo per comprendere le motivazioni che si celano dietro gli sterili incarichi della campagne giocabili al momento. Certo, non vedrei male neanche quei fichissimi “robottoni volanti” di cui parlavi tu, scommetto che l’introduzione di nuovi Titan sia in cantiere già nei prossimi mesi, ma non oso immaginare da qui a 1-2 anni cosa potrebbe mai uscire dagli studi di Respawn; chissà potremmo arrivare a comandare più Titan insieme o addirittura droni più piccoli e poi assemblabili tra loro! Le possibilità sono davvero tantissime, e se la software house gioca bene le sue carte come le ha giocate lo scorso marzo, assisteremo alla nascita di un brand eccezionale, che polverizzerà la concorrenza senza neanche voltarsi indietro.

Non è facile migliorarsi, per Titanfall così come per Infamous, che a sua volta sarà obbligato a stupire ancor di più che in precedenza e non solo dal punto di vista tecnico. Dovrà cercare di alleggerire quel fastidioso senso di ripetitività, aumentando i compiti secondari da intraprendere e magari aggiungere qualche feature cooperativa. Per giochi appartenenti a due generi così diversi è difficile riuscire a prevedere con esattezza il futuro. Ma il calore con cui entrambi sono stati accolti non può che farmi ben sperare per questa nuova generazione, così giovane ma così già dannatamente promettente. E se il tuo futuro Infamous dovesse smarrirsi, caro amico, basterà seguire la strada che Titanfall ha già plasmato: la strada del Successo.

Le Grand Final

Ancora una volta i nostri paladini se le sono suonate di santa ragione, sfoderando gli assi migliori dalle maniche per portare alla vittoria il proprio cavallo vincente. L’incredibile Titanfall di Zampella e soci riuscirà ad avere la meglio sull’evocativa Seattle di InFamous: Second Son? Meglio un single player dalla storia avvincente come quello dei Sucker Punch o il multiplayer frenetico a base di mech e armi futuristiche che contraddistingue lo sparatutto di EA? Noi la nostra l’abbiamo detta (ok, magari usando non proprio dei francesismi, ma tant’è): ora tocca a voi parlare, e cosa meglio di un sondaggio per dire la vostra opinione? E ricordate, chi perde paga nuovamente da bere. Che stare seduti sulla poltrona è un onore, poco ma sicuro, ma bere alle spalle dello sconfitto ha un sapore persino migliore.

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