uncharted eredita perduta
31 Ago 2017

Uncharted: L’Eredità Perduta – Recensione

Ammettetelo, anche voi avreste scommesso su un centro quasi perfetto. Passa il tempo, ma è incredibile come quando si parla di Naughty Dog anche il più impercettibile dubbio, più che lecito quando si parla di tripla A acclamati, ceda il posto a matematiche certezze e alla consapevolezza che, non appena stretto il pad tra le mani, ci sarà da restare a bocca aperta. Uncharted: L’Eredità Perduta, probabilmente lo spin off più atteso di questa generazione, capace, sin dall’annuncio, di catalizzare milioni di occhi a sé: del resto, Uncharted 4: Fine di un Ladro parla sin troppo bene da solo. E per quanto normale possa essere “pretendere” dallo studio californiano un prodotto all’altezza dell’epilogo delle indimenticabili gesta di Nathan Drake, è impossibile non stupirsi di fronte a queste nuove avventure in compagnia di Chloe e Nadine: un titolo, perché di “titolo vero e proprio” stiamo parlando, in grado di alzare un’asticella che lo sviluppatore first party di PlayStation pare voler spingere sempre più in alto, dove narrazione di altissimo livello, gameplay e tecnologia d’avanguardia plasmano un tutt’uno unico e imperdibile. Sì, perché cosa ve lo diciamo a fare: se l’action è il vostro pane quotidiano e avete amato quello scavezzacollo di Nathan, non esiste ragione nel pianeta per la quale non dobbiate innamorarvi anche di Uncharted: L’Eredità Perduta. Al netto, chiaramente, delle due bellissime protagoniste.

Dopo averlo osservato da vicino in occasione dell’ultimo E3 ed averne seguito l’evoluzione negli ultimi mesi – merito della generosità dello sviluppatore, che non ha certo lesinato immagini o video stuzzicanti della propria ultima creatura – abbiano finalmente trascorso una decina abbondante di ore in compagnia della nuova coppia (e che coppia) d’oro dell’avventura. Uncharted: L’Eredità Perduta, e perdonateci se vi roviniamo la sorpresa già in queste righe introduttive, è esattamente quello che avevamo immaginato soltanto una manciata di mesi fa: un’autentica bomba. E se mettiamo sul piatto della bilancia il prezzo contenuto a cui viene proposto, beh, difficile farsi altre domande.

Uncharted: L’Eredità Perduta è una storia successiva agli eventi memorabili de La Fine di un Ladro, che vede per protagoniste due delle spalle più apprezzate (dai maschietti) del franchise di Nathan Drake, impegnate in una spettacolare avventura nelle terre dell’India alla ricerca della Zanna di Ganesh. Il marchio di fabbrica della saga si vede lontano un miglio, e – proprio come accaduto per l’istrionica icona del marchio PlayStation – non che le due colleghe vantino una stella particolarmente più favorevole. Sparatorie, ritmo serrato, incredibili scoperte e un villain ispiratissimo (probabilmente uno dei migliori dell’intera serie, almeno per chi vi scrive) rappresentano la punta di un iceberg scolpito con la tradizionale “mano Naughty Dog“, capace di solleticare ancora alla perfezione quel gusto della scoperta e dell’esplorazione che da sempre ha contraddistinto la serie Uncharted.

uncharted eredita perdutaCon la narrazione di fermiamo qui, preferendo lasciare a voi l’enorme piacere di immischiarvi in una storia torbida ed appassionante – che, per l’ennesima volta, testimonia la bontà assoluta delle penne dello studio statunitense. Impossibile però non sottolineare l’enorme vocazione alla spettacolarità di Uncharted: L’Eredità Perduta, che in termini di sceneggiatura, inquadrature e plot non ha nulla di che invidiare anche alle più recenti produzioni cinematografiche. Non nascondiamo la presenza di momenti forse “troppo” spettacolari – da esplosioni mastodontiche a sparatorie serratissime da far impallidire anche i migliori action movie, ma sono situazioni che si incastrano alla perfezione al contesto narrativo e ludico di questo nuovo Uncharted.

Un nuovo Uncharted che stupisce da subito per la profondità dei dialoghi e per la caratterizzazione delle proprie eroine. Stiamo pur sempre parlando di gente come Wells o Druckman, gente con l’innata dote di saper tratteggiare amabilmente anche le caratteristiche più intime e delicate degli eroi a cui dà vita. Ed è esattamente quanto accade con Chloe, vecchia fiamma di quel belloccio di Nathan (la ricorderete sicuramente, nel secondo episodio) che dietro ad un carattere coriaceo e una determinazione invidiabile nasconde una sensibilità e una fragilità inedite, quasi capaci di bucare lo schermo. E lo stesso discorso vale per Nadine, che abbiamo conosciuto più di recente (nell’ultimo capitolo principale) nei panni di una mercenaria senza scrupoli particolarmente incline a rompere ossa con qualche sano colpo piazzato di kick-boxing. Eppure anche nel suo caso, forse ancor più che in quello di Chloe, dietro le gesta fiere e la temerarietà quasi sfrontata si cela una dimensione personale dove ritrovare femminilità e cenni di insicurezza.

Un’opera imprescindibile per i possessori di PS4 e PS4 Pro

Se dunque già la sceneggiatura di Uncharted: L’Eredità Perduta rappresenta un vanto di primo piano nell’intera storia del franchise, riuscire a cogliere queste sfaccettature delle due protagoniste tra una sparatoria e l’altra, nel corso di un’arrampicata mozzafiato o nell’esplorazione di paradisi terrestri brulicanti di minacce, eleva il tutto ulteriormente. Sembra quasi, pian piano, di imparare a conoscere Nadine e Chloe, per apprezzarne tanto le incredibili doti atletiche quanto, e soprattutto, quelle più umane. Un’amicizia scandita da proiettili, cazzotti, esecuzioni e pure qualche ceffone reciproco – perché non è che si possa mantenere la calma con un paio di pistole puntate contro: il tutto reso ancora più memorabile da un impianto di dialoghi sontuosi, privi delle brusche interruzioni che ravvisavamo nei precedenti episodi (quando, ad esempio, si montava in macchina) e in grado di spaziare dalle tematiche più delicate alla serietà, passando per citazioni allo stesso Drake e indimenticabili interrogativi sul come, con questa vita sregolata, sia possibile avere un fondoschiena come quello (e sì, questa non ce la siamo inventata noi).

uncharted eredita perdutaSul versante gameplay è difficile ravvisare introduzioni o novità evidenti rispetto a quanto visto in La Fine di un Ladro: questo L’Eredità Perduta ricalca un solco di totale eccellenza, riproponendo delle meccaniche di gioco collaudate e assolutamente vincenti senza badare a voler stupire a tutti i costi gli affezionati del franchise. Del resto, difficile pretendere uno stravolgimento di questa portata da un titolo che, sulla carta, appartiene alla categoria degli spin-off: tanto era giocabile Uncharted 4, tanto lo è questo. E poco importano le critiche, mosse a poche settimane dall’arrivo sugli scaffali del titolo, volte a sottolineare la natura “more of the same” del progetto Naughty Dog: a rischio di sembrare banali o scontati, ce ne fossero tutti i giorni di “more of the same” di questa portata e non avremmo di che lamentarci per un lungo periodo.

Nelle dieci ore abbondanti necessarie a completare il gioco con una percentuale finale di circa 70% (destinate comunque ad aumentare sensibilmente qualora voleste stanare ogni singolo segreto e ciascuno dei 68 manufatti disponibili in giro) abbiamo assistito a quanto di meglio un “quasi decennio” di Uncharted ci ha saputo regalare: un gunplay immediato e sostanzioso, l’esplorazione che sognavamo quando eravamo bambini fingendoci alla caccia di tesori inestimabili, qualche foto “speciale” da scattare e due buone dozzine di armi con cui presentarsi alla fastidiosa offensiva nemica – che, specie a difficoltà più alte, dà prova di un’intelligenza artificiale tutto tranne che abbordabile. Al resto ci pensano gli enigmi, ancora una volta equilibrati con intelligenza per saper regalare il giusto compromesso tra “sfida intellettiva” e “sì ok, ma qui mi serve una laurea“: in un paio di occasioni, ad onor del vero, ci siamo ritrovati in evidente difficoltà e con le meningi più fumanti del solito, ma nulla che fosse anche per un solo secondo frustrante o tediosa.

Epico, monumentale, indimenticabile

Per quanto concerne la matrice tecnologica di Uncharted: L’Eredità Perduta, appare quasi superfluo sottolineare l’encomiabile lavoro portato a termine dal team di sviluppo. Animazioni, dettagli, level design e qualsiasi altra cosa vi venga in mente sono perfettamente al proprio posto, tecnologicamente impeccabili e con una resa visiva in grado davvero di estasiare. La base d’asta è ancora una volta quella di Uncharted 4, ma è impossibile non notare un leggero miglioramento nei movimenti delle nostre eroine, nella trasmissione della fisicità degli scontri o nella cura maniacale di dettagli meramente scenici – uno su tutti, il portarsi la mano sopra la testa, in occasione di un passaggio sotto una cascata, per non bagnarsi i capelli. Da qualsiasi parte lo si osservi, Uncharted: L’Eredità Perduta rappresenta un’opera imprescindibile per i possessori di PS4 e PS4 Pro, capace di regalare scorci ispiratissimi ed evocativi già alla risoluzione “base” e, cosa più importante, di catturare il giocatore con quella sensazione costante di avventura che, da bambini, sognavamo ad occhi aperti.

Conclusioni

Se La Fine di un Ladro ha rappresentato universalmente la miglior conclusione possibile per un franchise acclamato come quello di Nathan Drake, Uncharted: L’Eredità Perduta non poteva aprire in modo migliore le porte di un universo laterale a quello del leggendario cacciatore di tombe oramai “in pensione”. Epico, monumentale, indimenticabile, lo spin-off in rosa creato da Naughty Dog è un’esperienza adrenalinica che vale assolutamente la pena di provare, puro distillato di avventura in uno scenario mistico e pericoloso dove leggenda, storia e tradizione incrociano il proprio percorso con proiettili, tombaroli senza scrupoli ed enormi poteri al di sopra della mente delle genti comuni.

Con una sceneggiatura ineccepibile, un charachter design che non temiamo di ritenere persino superiore a quello dei capitoli maggiori della serie e un comparto tecnologico sensazionale, L’Eredità Perduta ripropone un gameplay vincente ed apprezzatissimo, alleggerito ed aggiustato dove più serviva – ma, lo ricordiamo, già di suo strepitoso – per un’avventura che, una volta abbracciata, difficilmente riuscirete ad abbandonare. Il risultato, l’avrete capito, è una di quelle esclusive che non va lasciata scappare per nessuna ragione: un titolo, insomma, più prezioso di quella Zanna di Ganesh che andiamo cercando.