Valkyria Chronicles 4 – Recensione

Sono passati dieci anni dall’esordio della serie Valkyria Chronicles, con un primo titolo memorabile e un seguito su PlayStation Portable che, pur scolpendosi nella pietra come il predecessore, ha mantenuto alti gli standard della serie. Le vendite limitate in Occidente hanno tuttavia fatto sì che Valkyria Chronicles 3 non uscisse mai dai confini nipponici: un peccato se si pensa che non soltanto avremmo visto la Seconda Guerra Europea da un punto di vista differente, parallelo all’invasione di Gallia da parte dell’Impero, ma che era stato messo in campo un team di sviluppatori eclettici in modo da migliorare quegli aspetti che non avevano convinto in Valkyria Chronicles 2; non è un caso se, infatti, a oggi il terzo capitolo sia stato considerato il migliore in assoluto e meritevole di un posto accanto all’indimenticabile titolo originale. Adesso potrebbe essere infine tempo di farsi da parte e passare il testimone a un erede che si prospetta degno del nome che porta: Valkyria Chronicles 4 infatti ha tutte le carte in regola per rappresentare il nuovo punto fermo nella serie, pur non andando ad alterare in modo significativo un gameplay simbolo di una saga particolarmente amata in Giappone e apprezzata anche da noi occidentali.

Ho omesso volutamente Valkyria Revolution dall’elenco perché è un gioco orientato all’action RPG, ambientato in un universo immaginario e, purtroppo, malvisto senza essere stato compreso davvero: non si trattava di un titolo volto a rimpiazzare i suoi “cugini” bensì ad affiancarli, non a caso sotto forma di spin-off – ma questa è un’altra storia. Con Valkyria Chronicles 4 si torna dunque alle origini riprendendo le tematiche e meccaniche che abbiamo imparato a conoscere ma arricchendole con alcuni aspetti che migliorano quanto di buono fatto finora. Tutto ciò affiancato da una storia emozionante.

Stiamo di nuovo vivendo gli anni ’30, questa volta nei panni del giovane Claude Wallace e del suo impegno a condurre la propria squadra, l’Unità E della Federazione Atlantica (altrimenti nota come 101esima Divisione di Edimburgo), al pieno successo dell’Operazione Croce del Nord: l’obiettivo è colpire l’Impero dritto al cuore in una missione disperata e dai vaghi tratti suicidi, cercando di sbloccare un conflitto che ristagna da troppo tempo. Proprio come è stato con Welkin durante l’originale Valkyria Chronicles, Claude dovrà guadagnare la fiducia dei propri compagni – alcuni dei quali conosce fin dall’infanzia – per provare di essere un leader meritevole.

Anche nel caso di Valkyria Chronicles 4 gli sviluppatori attingono dunque a piene mani dal primo e dal secondo conflitto mondiale per restituirci un gioco le cui atmosfere ricordano da vicino la realtà, approfondito dal punto di vista narrativo come già ci ha abituati e ambientato in concomitanza con le avventure originali. Aspettatevi dunque di sentire parlare di battaglie note, se siete appassionati della saga, pronte a riportarvi alla mente le sensazioni vissute accompagnando Welkin, Alicia, Rosie, Largo e tutta la Squadra 7 verso il loro destino. Il racconto ricopre un ruolo importantissimo e abbiamo scoperto con piacere che non è venuta meno l’abitudine di approfondirlo anche attraverso i suoi protagonisti: ricalcando il libro scritto dalla giornalista Irene Ellet per testimoniare la Guerra di Gallia, SEGA sceglie una volta di più il formato “cartaceo” per la storia di Claude e compagni sfruttando proprio il diario di guerra redatto con impegno dal giovane comandante.

Sfogliandone le pagine possiamo accedere alle varie sezioni del gioco ma, cosa più importante, visualizzare a piacere tutti i filmati che fanno da contorno alla storia principale per svelarci l’Unità E anche sotto il profilo umano – non soltanto militare. Fra gag, battute volgari, momenti seri alternati a situazioni più spensierate e flashback descrittivi, mettiamo la vita di questi soldati sotto la lente d’ingrandimento per ricevere una rappresentazione convincente del cameratismo schietto che lega fra loro i membri dell’Unità E, in un quotidiano che stempera i momenti più forti della narrazione solo per farci percepire con maggiore impatto il momento in cui la curva emotiva tornerà bruscamente a impennarsi. Abbiamo scelto di partire dal comparto narrativo sia perché ci ha convinto e coinvolto senza colpo ferire, sia per introdurre fin da subito una gradita novità a chi si lascia fermare dalle barriere linguistiche: per la prima volta Valkyria Chronicles 4 ottiene la localizzazione italiana.

Inoltre, per i puristi del doppiaggio e consapevoli che quello inglese, purtroppo, non sempre si adatta alla natura dei personaggi (difetto che si ripresenta anche qui), c’è la possibilità di scegliere l’audio giapponese. Adesso non avete più scuse per evitare uno dei titoli più interessanti nel panorama degli strategici a turni su console, che spezzando un altro tabù abbandona l’esclusiva Sony per diventare multipiattaforma. Non siete ancora convinti perché non abbia parlato del gameplay? Nessun problema, vediamo come Valkyria Chronicles 4 riesca a mantenere intatto il suo concept di base e arricchirlo con pochi ma essenziali meccaniche, alcune riprese dal passato e altre aggiunte per l’occasione: l’entusiasmante ritorno alle origini del gioco diventa infatti promotore d’una rinnovazione senza pericolosi stravolgimenti.

Valkyria Chronicles 4 è un grande, fedele ritorno della serie

Il tanto apprezzato BLiTZ (Battle Live Tactical Zone) torna più in forma che mai, perfetto cocktail tra le meccaniche di uno strategico a turni e l’azione dinamica tipica dei TPS. Prima di ogni combattimento, un breve briefing vi illustrerà l’obiettivo e le condizioni di vittoria/sconfitta, per poi lasciarvi campo libero su come gestire le truppe da far scendere in battaglia – non è obbligatorio sfruttare il numero massimo a disposizione, se sentite di farcela anche con meno potete mettervi alla prova. Siccome stiamo parlando di unità cominciamo subito con la novità di Valkyria Chronicles 4: l’introduzione della classe Granatiere. Questi soldati dotati di mortaio hanno una mobilità limitata, poco più alta dei Cecchini, e una difesa piuttosto bassa ma sono l’ideale non solo per affrontare nemici loro pari senza mettere a rischio altre unità di terra ma per aprirvi il passo da una lunga distanza oppure colpire unità poste troppo in alto perché possano essere raggiunte e abbattute in tempi brevi.

Come la maggior parte dei soldati, anche i Granatieri possono effettuare fuoco incrociato quando un’unità nemica è in movimento quindi occorre prestare assoluta attenzione quando ci si muove, perché il danno inflitto potrebbe persino risultare letale – va dunque considerato da un lato come il vantaggio che indubbiamente è, se saprete posizionarli strategicamente, ma dall’altro una minaccia che incombe anche su di voi, non solo sul nemico. L’aggiunta di una singola unità potrà sembrarvi poca cosa, tuttavia scoprirete presto come gli equilibri sul campo saranno notevolmente influenzati: la consapevolezza di un nemico pronto a bombardarvi da lontano impedirà le cariche a testa bassa che in passato potevano ben funzionare per incursioni rapide e mirate, portandovi anzitutto ad assicurarvi che nessuno possa farvi saltare in aria, e solamente dopo a lanciarvi all’assalto. Posto ovviamente vi interessi mantenere in salute tutti i vostri soldati e non mandarli al sacrificio.

Sempre parlando di unità c’è un graditissimo ritorno dai capitoli portatili di Valkyria Chronicles, che va a toccare nel vivo del combattimento, ma procediamo con ordine. Disposte le unità potete finalmente scendere in campo e gestire la battaglia attraverso le due modalità principali: Comando e Azione. Come suggerisce il nome, la prima ci permette sia di dare ordini che andranno a favorire una sola unità oppure tutta la squadra, sia di gestire singolarmente i soldati, il tutto attraverso una mappa strategica, scegliendo l’interessato e spendendo un CP (Command Point) per assumerne il controllo; da qui si passa direttamente all’azione con la possibilità di spostare l’unità entro i limiti concessi dal suo indicatore di movimento (variabile a seconda della classe) ed eventualmente, nel caso di conflitto, farle raggiungere la posizione migliore dalla quale poi passare alla modalità Target. Da qui il tempo si fermerà per consentirvi di valutare la situazione, prendere meglio la mira e decidere quale arma usare fra la primaria e la secondaria – in genere una granata – e la Ragnite, che va a sostituire il medikit. Minore è la distanza fra voi e il nemico, maggiore saranno la precisione e il danno inflitto, tenetelo sempre a mente quando elaborate la vostra strategia ed evitate di lasciarvi prendere dalla fretta.

Queste sono le basi del combattimento in Valkyria Chronicles 4. A migliorare l’esperienza, per chiunque abbia giocato ai titoli precedenti, è la riduzione dei CP richiesti per muovere l’Hafen – il carro armato dal quale Claude gestisce la squadra: se fino ad oggi ne sono sempre serviti due per prendere il controllo dell’iconico mezzo pesante della serie, inficiando quindi in modo pesante sull’andamento delle battaglie soprattutto quando la sua presenza era necessaria ai fini della vittoria, da adesso ne basterà uno soltanto. Inoltre, dal secondo e terzo capitolo fanno il loro glorioso ritorno gli Armored Personal Carriers, i veicoli blindati leggeri utilizzati per lo spostamento di più unità spendendo un CP soltanto. Se questo ancora non fosse abbastanza, sappiate che è stato anche introdotto il Direct Command: una volta per turno potrete selezionare un personaggio principale affinché selezioni un paio di soldati e li porti con sé durante la sua azione – dunque tre unità al prezzo di una!

Valkyria Chronicles 4 è il gioco che gli appassionati occidentali stavano aspettando

L’unica critica che ci sentiamo di muovere, pur consapevoli che andrebbe ad alzare notevolmente l’asticella della difficoltà, è che l’intelligenza artificiale non è sempre ottimale (per nostra fortuna, va ammesso) e soprattutto non è ancora stata sviluppata per sfruttare completamente le situazioni a suo vantaggio: non vedrete infatti mai un’unità essere sfruttata più di una volta, magari per infierire su un soldato ferito in precedenza, consentendovi dunque di riassestare gli equilibri, nel limite del possibile, durante il vostro turno. Probabilmente fare questo prevedrebbe un livello di sfida più elevato, andando così a tagliare fuori potenziali nuovi giocatori, ma darebbe all’esperienza quel taglio spietato tale da elevare maggiormente il suo già soddisfacente aspetto tattico. Questo e una componente artistica sempre bellissima a vedersi grazie all’aggiornato CANVAS Engine, ma passabile di qualche miglioria, sono gli unici aspetti che vanno a minare una produzione ottima, che risente solo in parte di questi difetti perché, dopo un’attesa lunga dieci anni, possiamo davvero dirlo: Valkyria Chronicles 4 è un grande, fedele ritorno della serie.

Conclusioni

Valkyria Chronicles 4 è il gioco che gli appassionati occidentali, lasciati a bocca asciutta dalla mancata esportazione del terzo capitolo, stavano aspettando: un perfetto ritorno alle origini che sposa la narrazione forte e drammatica tanto distintiva nel capitolo originale e le affianca un gameplay rivisitato ma sempre fedele alle proprie radici, arricchito da pochi ma essenziali aspetti che renderanno le battaglie ancora più coinvolgenti. Valorizzato da un comparto artistico d’eccezione che, nonostante la necessità di aggiornarsi un poco, colpisce sempre con il suo tratto e le tinte pastello, un approfondimento dei personaggi curato nei minimi dettagli e una colonna sonora in grado di accompagnare con le giuste note qualunque momento della storia, Valkyria Chronicles 4 è pronto a reclamare un posto di comando fra gli strategici a turni per console.

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