Per l’Imperium (un’altra volta)
L’originale Warhammer 40K: Space Marine, pubblicato nell’ormai lontano 2011, fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Figlio di una politica cavalcata da molti publisher dell’epoca, secondo cui investire in titoli dalle ambizioni relativamente contenute e dal budget di medie dimensioni fosse cosa buona e giusta, divenne in breve un piccolo cult, gioco apprezzatissimo non solo dalla pur folta schiera di fan del brand.
Con il suo ritmo indiavolato, la dose senza senso di sangue e membra macellate ad occupare costantemente lo schermo, il gameplay accessibile ma non per questo privo di mordente, si fece un nome nell’allora affollatissimo panorama degli sparatutto in terza persona, lasciando che la sfaccettata lore di Warhammer 40K estasiasse gli appassionati ed affascinasse i neofiti, comunque coinvolti in una vicenda sommariamente comprensibile.
Più di dieci anni dopo, per moltissimi con frustrante e colpevole ritardo, la saga torna alla ribalta. Warhammer 40K: Space Marine 2 rispetta in tutto e per tutto quelli che sono i cardini imposti dal capostipite, ricalcando una formula che, oggi come nel 2011, regala frutti dolci e saporiti, pur con qualche piccola sbavatura e una sostanziale mancanza di reali novità. Un problema? Forse, ma mentre si è intenti a falciare a colpi di spada orde su orde di nemici, non si ha il tempo e il modo di accorgersene.
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, Warhammer 40K Space Marine 2, che potete acquistare sullo shop online di GameStop, è uno sparatutto in terza persona ambientato nell’universo immaginifico del brand di Games Workshop. Chi custodisce decine e decine di statuine del famoso wargame, chi ha speso ore e ore della propria vita per apprendere la complessa e intricata lore che sottende Warhammer 40K, si sentirà subito a casa, ben conscio di quello che sta accadendo sullo schermo, riuscendo anche a carpire, e godersi, gli innumerevoli rimandi e citazioni disciolte nell’avventura.
L’estrema trasversalità del comparto narrativo, per quanto volutamente basilare e ancorato al conflitto in corso, è uno degli innegabili pregi che il gioco
Per tutti gli altri, invece, si tratterà “solo” di seguire le eroiche gesta dello Space Marine Demetrian Titus, già protagonista dell’originale, nella sua lotta contro le orde di Tiranidi che hanno invaso il pianeta Kadaku posto sotto il controllo dell’Imperium. L’intera vicenda, di stampo prettamente sci-fi, ma con un’enorme influenza fantasy, è assolutamente godibile anche dai neofiti. Conoscere il brand, come detto, aiuta. Aver completato il primo capitolo consente di avere una conoscenza più approfondita di Titus. Ma anche chi si approccia per la prima volta a Warhammer 40K non avrà alcuna difficoltà ad appassionarsi al massacro del protagonista e dello sparuto gruppo di Space Marine posti sotto il suo comando.
Guai ad aspettarsi una trama ricca di introspezione e personaggi sfaccettati. Se siete fan di certi film action, di una certa fantascienza degli Anni ’90, troverete pane per i vostri denti. Pur non mancando colpi di scena, pur scoprendo in Titus un personaggio estremamente interessante e a suo modo affascinante, il plot non va oltre allo sterminio di una razza aliena, il mistero legato ad una misteriosa arma, la poco sorprendente intromissione di un nemico che inizialmente agisce nell’ombra.
Come anticipato, maggiore è la vostra conoscenza del brand, tanto più salterete sulla sedia all’apparire di determinate fazioni, alla comparsa di alcuni personaggi, al rimando di avvenimenti narrati in altre opere legate a Warhammer 40K. Tuttavia, l’estrema trasversalità del comparto narrativo, per quanto volutamente basilare e ancorato al conflitto in corso, è uno degli innegabili pregi che il gioco di Saber Interactive ha ereditato direttamente dal predecessore.
Sempre in ambito di fortunati lasciti, non si può non citare anche il comparto estetico. Artisticamente siamo di fronte ad un qualcosa che manderà in brodo di giuggiole i fan, gli amanti della fantascienza, chi soffre il fascino del gotico.
Per quanto si ravvisi un notevole riciclo di asset all’interno degli stessi livelli, il team di sviluppo è stato in grado di dare vita a scenari evocativi, inquietanti, figli di visioni perverse e disturbate.
Il pianeta Kadaku è generoso di foreste rigogliose e acquitrini in cui la presenza umana ha saputo fondersi con insospettabile armonia. Gli imponenti vascelli spaziali degli Space Marine accostano impianti ipertecnologici a ornamenti religiosi. Le città semidistrutte che attraverserete ostentano la grandezza dell’Imperium con statue gigantesche, palazzi immensi, strade enormi. Tutto però è decadente. La luce filtra spesso da minuscole finestre, le macerie sono ovunque, cataste di carcasse umane e aliene fanno capolino dietro ogni angolo.
Mondi morenti, per quanto ammalianti, in un futuro in decomposizione, un processo ormai incontrovertibile, a cui gli Space Marine tentano di opporsi con cieca rabbia fanatica.
Warhammer 40K Space Marine 2 trasmette tutto ciò in ogni schermata, una potenza comunicativa che fa il paio con un comparto tecnico davvero notevole. Sebbene i modelli poligonali tradiscano espressioni facciali abbozzate, il frame rate ogni tanto ceda il fianco a qualche rallentamento e gli elementi sullo sfondo tradiscono il rumore visivo di fondo, da guardare il gioco è realmente qualcosa di next-gen.
Le orde di Tiranidi sono impressionanti. Gli elementi in movimento sullo sfondo, impegnati in battaglie su larga scala, ravvivano costantemente la scena. Le animazioni di protagonista, alleati e nemici sono fluide. I dettagli che caratterizzano ogni ambiente sono tantissimi. Gli effetti di luce e ombra donano incredibile tridimensionalità ad ogni ambiente. Il sangue, le esplosioni, i colpi di laser, occupano ogni centimetro dello schermo durante gli scontri.
Su PlayStation 5, console su cui ci siamo goduti il gioco, il titolo è un’autentica meraviglia per gli occhi, uno spettacolo che rende giustizia all’hardware di Sony.
Ma lo spettacolo ce lo si gode tanto più pad alla mano. Sia chiaro: Warhammer 40K Space Marine non mette in campo chissà quali meccaniche di gioco. Rifugge qualsiasi ambizione ruolistica, non concede scelte multiple nei dialoghi, anche in termini di level design sceglie volontariamente una linearità quasi totale. È il festival della carneficina, del piombo, delle eliminazioni di massa a filo di spada. Si limita al suo compito, non vuole strafare, non intende inventarsi nulla. Ma compie alla grandissima il suo lavoro. Esattamente come farebbe uno Space Marine, del resto.
Non manca poi il PvP, qui chiamato Guerra Eterna
Immaginatevi quindi assediamenti di orde di nemici, lotte corpo a corpo contro nemici di notevoli dimensioni, furiose boss battle in cui dosare gli attacchi a distanza.
Bombe e munizioni si trovano in gran quantità, ma a livello tattico dovrete imparare a capire quando affidarvi a pistole, mitra, fucili e quando, invece, lasciar fare il lavoro sporco alla spada o al martello. Proprio a questo proposito, sarà fondamentale eseguire con tempismo le schivare per eludere le smitragliate nemiche e parare i fendenti nemici, per devastanti contrattacchi.
Ciò che diverte più di ogni altra cosa è la fluidità con cui si passa dalle sparatorie, al combattimento ravvicinato, in un flusso in cui l’unico comun denominatore è il ritmo forsennato con cui prendere decisioni e tradurre in comandi al pad ciò che il cervello ordina.
Se proprio si vuole muovere una critica al gioco questa può individuarsi nel bestiario relativamente contenuto, difetto che si nota soprattutto con i boss, che tendono a ripetersi con una certa frequenza. Anche in termini di level design, sul lungo periodo si patisce una certa mancanza di varietà. Si lotta per lo più in zone aperte, spesso difendendo la zona, ma al di là della spettacolarità degli scontri in sé e per sé, le situazioni tendono un po’ a ripetersi.
Sono tuttavia piccole sbavature in qualche modo connaturate al brand stesso, oltre che alla serie di giochi. Infondo, sbarazzarsi di centinaia di alieni alla volta è già di per sé un’esperienza che pochi altri titoli ci permettono di vivere.
C’è dell’altro, in ogni caso. Innanzitutto, il co-op. Tutta la campagna si può vivere insieme ad altri due utenti pescati dalla rete. Per quanto l’I.A. degli alleati funzioni piuttosto bene, ma preparatevi al livello di difficoltà massima a fare quasi tutto voi, va da sé che insieme ad altri umani il tutto diventi estremamente più stimolante e coinvolgente.
Il gioco è realmente qualcosa di Next-Gen
Oltre alla campagna, della durata complessiva di poco più di una quindicina di ore, Warhammer 40K Space Marine 2 si compone di altre due modalità. Da una parte abbiamo Operazioni, affrontabili sempre in co-op, che non sono altro che le missioni affidate alla seconda squadra sotto il comando di Titus, che potrete vivere in prima persona.
Non manca poi il PvP, qui chiamato Guerra Eterna. Dopo aver personalizzato il vostro Space Marine con i pezzi di armatura che sbloccherete nelle varie modalità, potrete combattere in deathmatch o conquiste senza esclusione di colpi.
Vista la momentanea assenza di giocatori sui server, abbiamo potuto effettuare poche partite, ma ne siamo usciti sempre soddisfatti della carneficina che si crea sullo schermo. Anzi, in questi scontri si è costretti ad affinare le proprie tecniche, godendo di una maggior varietà dovuta alla maggior intelligenza ed imprevedibilità degli avversari controllati da altri giocatori.
Conclusioni
Warhammer 40K Space Marine 2 non è niente di più e niente di meno di quello che ci aspettassimo. Ereditando la fortunata formula del predecessore, regala a fan e neofiti decine e decine di scontri armati dall’alto tasso di gore, adrenalina, azione e ovviamente tanto divertimento.
Non aspettatevi una trama ricca di colpi di scena, né un gameplay sfaccettato e profondo. Qui c’è il martello, il fucile, la pesantezza delle armi degli Space Marine. Si spara, si mollano pugni colossali, si affrontano orde di nemici dotati di poco cervello. Non serve molto altro per divertirsi e questo Saber Interactive ha dato prova di averlo capito tremendamente bene.
Oltre alla campagna, affrontabile in quattro livelli di difficoltà e insieme ad altri due utenti pescati dalla rete, potrete aumentare la longevità del titolo dedicandovi alle missioni extra o al riuscito PvP.
Esagerato, sanguinolento, efficace nella sua basilarità è un gioco imperdibile non solo per gli amanti di Warhammer, ma anche per tutti coloro che aspettavano un degno sparatutto in terza persona.
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Good
+Artisticamente e graficamente ottimo+Gameplay tanto basilare, quanto efficace+In co-op è ancora più divertenteBad
-Bestiario poco vario-Level design a tratti ripetitivo
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