Warhammer: Chaosbane – Recensione

Che la saga di Diablo regni ormai incontrastata da svariati lustri come punto di riferimento universale per il genere degli hack and slash, è cosa risaputa. Alla stessa maniera, però, negli ultimi anni si sono affacciati dei contendenti che, pur non scalzando il bestseller Blizzard dalla cima di questa classifica, hanno dato lustro ad un genere comunque molto popolare tra i giocatori. È questo il caso di titoli come Path of Exile o dell’odierno Warhammer: Chaosbane, primo action-rpg nettamente improntato all’hack and slash a potersi fregiare della prestigiosa licenza di Warhammer, un brand che, oramai da svariati decenni, attrae milioni di appassionati in tutto il mondo.

Ed è appunto con questo pesante background, fatto di fanatismo duro e puro, che il nuovo nato in casa EKO Software lancia il guanto di sfida al re incontrastato della categoria. Ci troviamo dunque davanti ad una pura e semplice operazione commerciale o il nome di Warhammer risulterà essere ben più di uno specchietto per allodole? Scopriamolo insieme.

La battaglia con l’armata del Caos è vinta: l’Imperatore, che ha oramai condotto il suo esercito alla vittoria, si prepara a ricevere gli onori a lui spettanti quando l’intrusione di potenti entità maligne nella sala del trono vede lo stesso capitolare, in preda ad una maledizione su di lui lanciata, relegato in uno stato di dormiveglia che lo porterà lentamente, ma in modo ineluttabile, alla morte. È da questo momento che, impersonando uno di quattro personaggi già “pronti all’uso”, saremo costretti a mettere sotto sopra il regno del male al fine di rintracciare la strega responsabile di detta maledizione, al fine di ucciderla e liberare il nostro sovrano dalle catene magiche che, sempre più velocemente, si stanno stringendo sulla sua vita. Questo plot, quanto mai banale, serve a giustificare l’attitudine dura e pura a menare le mani tipica di qualsiasi universo Warhammer e a metterci in contatto con la struttura di base di Chaosbane: struttura lineare, stereotipata e tutto fuorché duttile, il che, a ben vedere, potrebbe anche non essere un male. I quattro eroi di cui parlavo prima (nano berserker, elfo mago, guerriero umano e arciere elfico) non offrono alcuna possibilità di personalizzazione: non potremo dunque scegliere sesso o modificare l’aspetto del nostro alter-ego digitale, potendo però contare, così facendo, su quattro stili di gioco completamente differenti e potenziabili, ciascuno alla propria maniera, il tutto a vantaggio di longevità e rigiocabilità del titolo.

Un piacevole diversivo a Diablo III

Questo limite, che andrebbe però a configurare Chaosbane come un Diablolike a basso budget, risulta essere uno dei punti di forza della produzione EKO Software: se è infatti impossibile personalizzare e ibridare il personaggio da noi scelto, alla stessa maniera ci troveremo di fronte a dei combat system completamente differenti e ampiamente potenziabili, per ciascuno degli alter-ego digitali a nostra disposizione. Per quanto il combat system risulti espandibile mediante l’aggiunta di nuove mosse ad ogni level-up, questo dettaglio non riesce a salvare, almeno non in toto, Chaosbane dallo spettro della ripetitività, aggravata anche da un level design tutt’altro che ispiratissimo e una trama, narrata mediante una manciata di cutscene, che si limita a fare da collante tra le varie sessioni di massacro delle orde del caos, che si piazza di diritto nel limbo dell’anonimato.

Warhammer: Chaosbane svolge, relativamente al comparto grafico, il suo dovere con sufficienza, regalandoci emozioni contrastanti e passando da una modellazione poligonale dei personaggi e dei comprimari davvero ben realizzata, a un level design che grida vendetta per l’enorme potenziale sprecato. Parimenti, a livello musicale Chaosbane né delude né eccelle, regalandoci un giusto accompagnamento sonoro alle nostre peripezie, dettaglio che però faticheremo a ricordare negli anni a venire.

Conclusioni

Warhammer: Chaosbane prova a portare, riuscendoci a momenti alterni, l’appeal di Diablo nell’universo di Warhammer.

Un gameplay tutto sommato piacevole, si scontra però con i limiti endemici di una produzione dal budget non elevatissimo: level design ripetitivo e scarse possibilità di personalizzazione sono i risultati di questa ibridazione.

Chaosbane, comunque, si presenta come un piacevole diversivo a Diablo III, ottimo per ingannare il tempo che ci separa dalla pubblicazione del quarto episodio del franchise Blizzard.

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