Wasteland è un marchio ben noto agli appassionati dei giochi di ruolo “old school”: nato nel 1988, questo franchise immaginato da Alan Pavlish, Brian Fargo e Michael Stackpole è riuscito a mantenere una sua nicchia di appassionati che l’hanno portato a risorgere dalle sue ceneri grazie a Kickstarter. Il secondo capitolo è infatti uscito “solo” nel 2014 dopo una campagna di crowdfunding andata particolarmente bene, rinfrancando lo sviluppatore InXile Entertaiment, il quale ha così deciso di continuare la saga con Wasteland 3, anch’esso finanziato tramite crowdfunding (stavolta con FIG).
La terza installazione del gioco di ruolo post apocalittico abbandona le ambientazioni desertiche per il gelo del Colorado, dando un bello scossone alla lore di gioco per come eravamo abituati a conoscerla. Come il precedente episodio, anche Wasteland 3 è un gioco di ruolo isometrico (CRPG) con alcuni elementi tattici più tipici della serie XCOM.
Ho potuto provare la beta per qualche ora, e come in tutti i giochi di ruolo old school che si rispettino, ho perso un sacco di tempo nella videata di creazione del personaggio. Un classico.
In realtà i personaggi da creare sono due: Wasteland 3 ci mette in condizione di dar vita a una vera e propria coppia di sopravvissuti in un mondo sconvolto dalla catastrofe. Perciò potremo scegliere se costruire il nostro dinamico duo da zero o affidarci a qualche archetipo più o meno familiare come il padre e la figlia (che fa tanto Joel & Ellie), il maestro e l’apprendista (sempre due sono) e la classica coppia di innamorati che resiste all’apocalisse.
Dopo aver assorbito quanto di più possibile delle regole di gioco dal menù di creazione dei personaggi (che a dir la verità è abbastanza profondo) e aver terminato con l’assegnazione di statistiche e abilità, mi getto nella mischia. Sì, perché Wasteland 3 non perde assolutamente tempo e catapulta immediatamente i miei due poveri sopravvissuti in una lotta senza quartiere contro dei nerboruti nemici.
La premessa è all’apparenza semplice: la nostra coppia che scoppia fa parte dei Ranger (sì, proprio quelli dell’esercito USA), un corpo scelto mandato a nord per cercare nuove risorse per la sopravvivenza. Durante il viaggio, il nostro team viene aggredito in un’imboscata dei Dorseys, un gruppo di predoni senza scrupoli che non vede l’ora di farci la pelle.
L’enorme conflitto fa tantissimi morti (quando mai) e i nostri due protagonisti devono immediatamente destreggiarsi in un sanguinario campo di battaglia per sopravvivere. Il sistema di combattimento è ovviamente a turni, e vede i nostri muoversi su di una griglia e spendere azioni per portare a casa la vittoria.
Wasteland 3 ci mette in condizione di dar vita a una vera e propria coppia di sopravvissuti in un mondo sconvolto dalla catastrofe
Il sistema di combattimento prevede la possibilità per i due protagonisti di spostarsi e in seguito effettuare azioni quali attaccare, ricaricare, e altro, proprio come in XCOM (o in Mario + Rabbids, per dire). Le coperture possono essere utilizzate per ripararsi dai colpi dei Dorseys, ma hanno anche esse un limite alle botte che possono prendere prima di finire in frantumi.
Occorre quindi valutare con attenzione l’ambiente circostante e sfruttare la meglio ogni turno (magari facendo detonare qualche barile esplosivo e procurare un po’ di danni extra). InXile unisce anche combattimento ed esplorazione grazie a un sistema di gioco davvero interessante il quale permette, ad esempio, di evidenziare nuovi punti di interesse (o scorciatoie varie) se i nostri protagonisti sono dotati di determinate skill.
Abbandonati i combattimenti non possiamo che elogiare il nuovo sistema narrativo, che sposa la scelta effettuata anche da Baldur’s Gate 3 di portare “a terra” la telecamera durante i dialoghi con i personaggi non giocanti. Si tratta di una scelta che premia l’immersività ed evidenza la buonissima fattura della sceneggiatura di InXile Entertainment. Terminata la sezione introduttiva possiamo reclutare dei nuovi personaggi (scegliendo nuovamente se passare dagli archetipi o creare da zero nuovi comprimari) e dirigerci dal “Patriarca” Saul Buchanan, un nerboruto omaccione che comanda tutto in Colorado e, ovviamente, non si fida degli ultimi arrivati nel suo territorio. Per provargli quanto valiamo, il Patriarca ci assegna un insediamento da gestire e da rendere produttivo (che ci permetterà di reclutare nuove leve).
Possiamo quindi scorgere la lungimiranza del sistema narrativo di Wasteland 3, che vede infatti il buon Buchanan contrapporsi alla sua prole per il dominio sul Colorado. Va da sé che i nostri personaggi potranno (e dovranno) schierarsi con una o con l’altra parte per cambiare il destino di questo gelido stato. I toni di Wasteland 3 sono decisamente scanzonati e sopra le righe, tanto da ricordare alcune produzioni recenti in quanto a momenti nonsense.
In generale di carne al fuoco sembra essercene tanta, vedremo a maggio se InXile Entertainment sia riuscito a fare centro con il suo nuovo gioco di ruolo che è in lavorazione dal 2016.