Watch Dogs 2
18 Ago 2016

Watch Dogs 2 – Anteprima gamescom 2016

Colonia – Il reveal trailer del primo Watch Dogs, annuncio conclusivo a sorpresa di una arrembante Press Conference di Ubisoft in quel dell’E3 2012, rappresenta ancora oggi una delle sorprese meglio riuscite del publisher francese. Con una IP nuova di stecca, focalizzata sull’evoluzione della tecnologia digitale e sul come essa, all’atto pratico, riuscisse a governare ogni istante della nostra quotidianità, lo studio d’oltralpe non solo si era guadagnato l’attenzione globale tanto di stampa quanto di pubblico, ma anche – e soprattutto – una potenziale gallina dalle uova d’oro, comodamente tramutabile in un franchise alternativo a quell’Assassin’s Creed che, dopo il ciclo di Ezio Auditore, iniziava inesorabilmente a mostrare il fianco. La storia di Watch Dogs e del suo enigmatico protagonista, Aiden Pierce, la conosciamo tutti: un titolo dalla narrativa interessante e dalle meccaniche di gameplay, almeno sulla carta, particolarmente curiose – la componente indotta dall’hacking, poco da fare, ha un fascino magnetico anche su chi non conosca il significato di ctrl+alt+canc. Qualcosa però andò storto: tecnologicamente il titolo c’era, al netto di qualche calo di frame rate e di modelli non sempre definiti. Lo stesso non valeva per il gameplay, vincente all’inizio ma fortemente derivativo dopo poche ore, destinato a ripetersi sino allo sfinimento (e ai credits) senza variare la propria formula base. E questo senza citare il modello di guida, una delle cose più terrificanti nell’ambito delle Triple A della passata generazione.

Non è dunque un caso se, con Watch Dogs 2, le ambizioni di Ubisoft e annessi team di sviluppo siano cresciute a dismisura: assurdo non riprovarci, nonostante la tiepida accoglienza del capitolo iniziale, alla luce di un leit motiv ancora in grado di dire la propria. Meglio dunque ricominciare da capo: un nuovo personaggio, Marcus, diametralmente opposto al vecchio Aiden, e una nuova location, San Francisco, che mai come oggi gode di una ricostruzione digitale dettagliata e verosimile. Il resto ovviamente lo fa il “vecchio” cityOS, quel Grande Fratello informatico meno futuristico di quello che sembri, così pieno di bug da poter essere pilotato con un semplice smartphone – con risultati che, fossero possibili, aprirebbero nuove categorie di reato informatico. Dopo averlo provato a Los Angeles nel corso dell’ultimo E3, qui a Colonia abbiamo provato una nuova build dell’IP di casa Ubisoft: una demo fiammante aggiornata tanto in grafica quanto in gameplay, che ha dato un ulteriore assaggio – tutto tranne che fugace – delle doti informatiche di Marcus e dei suoi strani amici, a proprio agio di fronte ad una tastiera e con un mitra in mano nonostante i risvoltini. E, discutibili gusti in fatto di moda a parte, Watch Dogs 2 pare essere sulla strada giusta.

watch dogs 2

Nel corso della demo odierna presso il booth di Ubisoft abbiamo potuto provare una componente inedita del titolo, mostrata proprio in occasione della kermesse tedesca. Watch Dogs 2 vanta infatti una componente Player vs Player (PvP) online, Bounty, che permette ad un massimo di 4 giocatori di prendere parte ad un match di eliminazione senza regole dove la posta in palio coincide con la crescita smisurata di follower. Il gameplay di questa modalità presenta enorme versatilità, laddove sarà possibile instaurare una sfida simmetrica ad armi pari, con un classico due contro due, oppure gettare benzina sul fuoco e rendere il tutto più emozionante con una tre (inseguitori) contro uno (bersaglio). La parola magica alla base di Bounty, come detto dallo stesso sviluppatore, è caos: maggiore sarà il caos generato da un giocatore connesso (uccidendo civili, generando incidenti o semplicemente effettuando hacking critici a destra e a manca), maggiore sarà la taglia sulla sua testa. Taglia che, una volta raggiunta una soglia critica verrà notificata ad altri giocatori il cui compito, in sostanza, sarà trovare una soluzione a questo impellente problema.

I giocatori allertati si troveranno in aree limitrofe a quelle del bersaglio corrente, e verranno notificati con un apposito popup di colore viola: starà a loro decidere se abbandonare temporaneamente la propria missione, in favore di una caccia grossa (e annessi follower in giro per il mondo) o, al contrario, ignorare il tutto e procedere indifferenti. La sfida “standard”, dicevamo, è asimmetrica nella composizione delle squadre: un giocatore fa il bersaglio, tre i cacciatori. Questi ultimi non saranno tuttavia soli, visto che la polizia di San Francisco non rimarrà con le mani in mano ad osservare quanto succede per strada: la situazione del target finisce per farsi rapidamente critica, considerando la doppia incombenza rappresentata da tre giocatori umani (pronti a tutto pur di portare a casa punti aggiuntivi) e dalla polizia gestita da AI, che magari non avrà la stessa malizia di un essere umano ma, quando si tratta di ostacolare una fuga in macchina o in moto, sa comunque il fatto proprio.

watch dogs

Come anticipato, esiste tuttavia una variante simmetrica di Bounty: nel caso di un match cooperativo a due giocatori basterà che essi si diano alla pazza gioia distruggendo e uccidendo a destra e a manca per essere automaticamente bollati come bersagli. La dinamica è in tutto e per tutto affine a quella precedente, con la sola differenza che uno dei due inseguiti rappresenta il bersaglio designato, mentre il secondo si configura come il suo protettore: la “caccia” termina solo quando il bersaglio viene abbattuto, lasciando dunque la possibilità di molteplici respawn al relativo guardaspalle – che, dal canto proprio, potrà cimentarsi nei modi più fantasiosi per infastidire, bloccare o anche abbattere temporaneamente gli inseguitori. Nel caso il bersaglio riesca a sfuggire a distanza considerevole dal gruppetto che lo bracca (sia umano sia CPU), l’incontro viene dichiarato chiuso – e premia il vincitore in modo proporzionale ai “danni” inferti nel mondo di gioco.

Rispetto alla precedente dimostrazione in terra californiana, incentrata sul gameplay single player e sull’intricato meccanismo di hacking a disposizione di Marcus, qui a Colonia abbiamo potuto provare un aspetto del titolo rimasto più in sordina nella passata declinazione, quella componente multiplayer “drop in drop out” divertente ma ancora acerba e priva di una propria identità. Con la demo odierna, Watch Dogs 2 non solo ci ha divertito mettendoci alla disperata rincorsa di un fuggitivo quasi imprendibile (quasi, visto che siamo riusciti ad investirlo dopo un inseguimento da film sull’arteria stradale principale della città), ma ha ribadito ancora una volta la natura poliedrica di questa nuova declinazione del franchise. Un tassello che offre sì una main story costellata da missioni facoltative interessanti e, all’apparenza, ispirate, ma riserva un occhio di riguardo alla componente online integrandola perfettamente e senza alcuna “interruzione” nell’esperienza tradizionale di gioco, rendendola appassionante e appagante. E, cosa da non sottovalutare, utile anche per raggiungere i credits nel migliore dei modi: più follower significa più potere, e più strumenti di hacking a propria disposizione. A buon intenditore, poche parole.

Watch Dogs 2 intrattiene ed entusiasma il giocatore

Sul fronte tecnologico, abbiano notato dei netti passi avanti rispetto alla nostra precedente prova. La resa visiva appare più nitida e pulita, nonostante abbiamo avuto pochi secondi per goderci il panorama avendo trascorso gran parte del tempo a bordo di bolidi alimentati a nitro. San Francisco è ispirata e dettagliata, e regala scorci meravigliosi – impossibile non apprezzare un sole enorme che tramonta dietro il Golden Gate o l’illuminazione della città all’imbrunire. Il motore di gioco ci è apparso più stabile e robusto, eliminando la fastidiosa incombenza di cali di frame rate o tearing che, nelle passate circostanze, erano apparsi a tratti evidenti. Tecnologicamente ci siamo, anche se rimane ancora un lavoro di polishing generale per quanto riguarda NPC e esplosioni particellari. E se il vostro cruccio rimangono i vestiti di Marcus beh, abbiamo visto un paio di negozietti niente male …

 

Come prevedibile, la prova odierna di Watch Dogs 2 ha messo ulteriormente in chiaro gli intenti di Ubisoft: rilanciare un’IP dalle carte potenzialmente vincenti, ma incapace alla prima apparizione di convincere appieno. Gli impasse di Aiden Pierce, in questa solare San Francisco, sembrano un brutto ricordo: da un modello di guida finalmente funzionante come si deve, passando per un gameplay che offre un numero ragguardevole di approcci ad una stessa missione (dal full stealth al combat tradizionale, passando per le numerose possibilità offerte dal sistema di hacking dei dispositivi elettronici), Watch Dogs 2 intrattiene ed entusiasma il giocatore, offrendogli una libertà di azione non ravvisabile nella precedente declinazione del titolo e, allo stesso tempo, eliminando quella linearità delle missioni che in tanti nella passata generazione avevano lamentato.

Se Watch Dogs 2 era partito con il piede giusto, oggi abbiamo avuto la seconda conferma. Certo, il carisma di Marcus al momento non è ancora paragonabile a quello di Pierce, anti-eroe solitario mosso dal desiderio di vendetta. Allo stesso modo, la caratterizzazione del nuovo protagonista, forse un po’ troppo “prezzemolina” e soggetta alle assurde mode del momento, sarà un ostacolo non da poco per la creazione di un legame empatico con i giocatori più stagionati. Al netto di questo, tuttavia, siamo di fronte ad un prodotto solido e ben articolato, con meccaniche di gioco consolidate e funzionanti che cedono man mano spazio ai prodigi dell’elettronica. Che è un po’ quello che tutti cercano, giocando ad un titolo come Watch Dogs. Risvoltini e scarpe terribili a parte.

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