Ambizioso. Estremamente ambizioso.
Il primo pensiero, al termine della lunga presentazione del gioco a cui abbiamo assistito nel corso della Games Week 2019, è legato a doppio filo alle aspirazioni sperimentali di questo capitolo del brand di Ubisoft, chiamato non solo a risollevarlo, dopo un esordio non proprio esaltante ed un sequel più convincente e tutt’altro che stupefacente, ma anche a conferirgli una ragione d’esistere, potendo ambire ad un posizionamento di tutt’altro genere nel mercato odierno.
La saga che fino ad oggi è stata percepita dal grande pubblico come una sorta di GTA con la possibilità di hackerare qualche device, più improntato allo stealth che non allo scontro diretto, definizione certo imprecisa, ma dominante nel pensiero comune, con Legion potrebbe finalmente emanciparsi, prendendo le distanze dall’innegabile fonte ispiratrice citata poco sopra.
L’hacking di computer, telecamere e sistemi di sicurezza, così come l’imperativo, in molte situazioni, di mantenere un profilo basso, sono feature che si ripropongono praticamente immutate anche in questo episodio.
A cambiare radicalmente, oltre al setting, la Londra di un futuro distopico, è l’approccio alle missioni, oltre che la gestione dell’avatar, che per l’occasione si moltiplica virtualmente all’infinito.
L’aspetto più interessante della creatura di Ubisoft, che è poi anche quello più delicato e su cui poggia il concept rivoluzionario di Legion, è la possibilità di assoldare i cittadini accomunati dalla volontà di rovesciare il governo tirannico che si è insidiato, mettendo al servizio di DedSec le proprie abilità.
La presentazione effettuata durante la Milan Games Week 2019, non a caso, si è concentrata proprio su questa caratteristica, evidenziandone tutte le potenzialità, oltre che sottolineandone un’innegabile verità: funziona davvero.
All’avvio della prima partita, il software genera casualmente un numero quasi incalcolabile di NPC, ognuno con un proprio background biografico, le sue potenzialità, una specifica routine che si traduce, il più delle volte, nel frequentare gli stessi posti, lungo l’arco della giornata virtuale.
A partire dal primo avatar di cui disporremo, grazie all’avveniristico smartphone di cui dispone ogni personaggio, potremo invadere la privacy di chiunque, scoprendone, soprattutto, l’inclinazione ad unirsi al gruppo di ribelli, ma non solo.
Sì, perché tutte le potenzialità di Watch Dogs: Legion si palesano non appena ci si accorge che gli NPC posseggono anche una memoria personale. Se per caso, direttamente o indirettamente, sono stati aiutati da DedSec, saranno incentivati a mettersi in gioco in prima persona. Al contrario, se hanno subito un incidente collaterale, durante una vostra incursione, saranno restii e convincerli, tramite missioni create ad hoc, sarà inevitabilmente più difficile e non sempre certo.
Le conseguenze di una scelta di design del genere sono principalmente due e caratterizzano ottimamente l’esperienza di gioco.
Da una parte ha impegnato artisti e attori nella modellazione di tutta una serie di NPC, ognuno ben caratterizzato e diverso dagli altri. Un’anziana signora, correndo, non raggiungerà chissà quali velocità e zoppicherà vistosamente. Allo stesso tempo, un giovane intriso di sottocultura (neo)punk, durante le scene d’intermezzo si esprimerà attraverso neologismi e slang.
Secondariamente, come potrete ben intuire, nel momento di intraprendere una missione dovrete scegliere attentamente chi impersonare, dal momento che potrete contare su specifiche abilità e caratteristiche. Un campo nemico ben sorvegliato può essere conquistato sia con la forza bruta, a patto di disporre di un avatar con buone doti fisiche e con grandi abilità con le armi da fuoco, sia eliminando in silenzio ogni guardia e disabilitando tutti i sistemi di sicurezza. La scelta spetta solo a voi e alle forze in possesso.
Sì, perché non dovete mai dimenticare che la morte di un personaggio, in Watch Dogs: Legion, è permanente. Eventualità che potrebbe costringervi a rinunciare persino ad un soldato esperto, su cui avete investito molto tempo e punti esperienza per svilupparlo.
La produzione Ubisoft promette di rilanciare il nome della saga, proponendo qualcosa di unico e originale. Manca ancora molto al 6 marzo 2020, data di pubblicazione di Watch Dogs: Legion. La speranza è che gli sviluppatori possano utilizzare il tempo a loro disposizione per affinare ulteriormente un gameplay che sembra già funzionare alla grande.
[wp-tiles post_type=’post’ posts_per_page=5 orderby=’date’ order=’DESC’]