Where the Water

Where The Water Tastes Like Wine – Recensione

Gli Stati Uniti d’America, possa piacere o no, rientrano sicuramente tra i paesi più affascinanti al mondo, e lo sono per ogni epoca che hanno attraversato. Dal colonialismo fino ai ruggenti anni dove il ceto medio viveva con un solo stipendio in famiglia, ogni momento della storia statunitense ha qualcosa di interessante da dire, da raccontare. Ed è proprio su questo principio che si basa Where The Water Tastes Like Wine, opera prima di Dim Bulb Games, pubblicata negli scorsi giorni per PC e Mac tramite Steam. Più che un gioco, un’esperienza narrativa che ci mette nei panni di un novello e scheletrico vagabondo alla conquista di storie, racconti, favole per tutto il territorio a stelle e strisce. Il tutto condensato in una formula che miscela alla perfezione 2D con 3D, con le musiche caratteristiche delle varie regioni e con ogni tassello al posto giusto.

La nostra avventura inizia in una piccola casa, dove si gioca a poker. La nostra mano sembra essere quella vincente, ma il sortilegio dell’uomo che gestisce la bisca trasforma la nostra scala reale di colore in 5 inutili tarocchi. Abbiamo perso e il nostro avversario rivela immediatamente la sua vera forma: quella di un lupo. I soldi, però, non sembrano essere la sua priorità: per ripagare il nostro debito dobbiamo raccogliere storie. Sì, ma quali? Quelle dell’America vera. Dai contadini in miseria fino agli amanti del faro, passando per il brutale omicidio in un campo di grano e la speranza di chi lavora nei campi di cotone. E così parte il nostro viaggio: vagabondi senza pelle (nel vero senso della parola), pronti ad esplorare il lungo e in largo piccoli villaggi, case in aperta campagna e grandi città come Miami, Boston, Atlanta, Santa Fe, Chicago e New York.

Where The Water Tastes Like Wine non è un gioco nel vero senso della parola. Si tratta di un’esperienza più simile ad un libro game, come ad esempio quelli di Lupo Solitario. L’impostazione scelta da Dim Bulb Games d’altronde è decisamente più che semplice, almeno sulla carta: si viaggia in totale libertà, si ascoltano le storie e si raccolgono in diversi mazzi di tarocchi, divise per esperienze. Storie di gioia, felicità, famiglia ma anche morte, terrore e così via. Tutto molto alla mano e veloce, ma dietro questo scheletro si nasconde qualcosa di più. Una volta raccolte le storie è infatti nostro compito barattarle presso alcuni accampamenti di fortuna per passare la notte. Accampamenti che sono di “proprietà” di diverse persone di diverso stampo sociale e anche loro hanno delle storie da raccontare, ovviamente. E così facciamo la conoscenza del religioso, della donna che si diverte a girare i casinò e ha fatto della sua casa un posto diverso ogni giorno, della signora anziana che vive vicino al Messico e non ha mai imparato veramente la nostra lingua, all’immigrato illegale e così via.

Storie che toccano nel profondo, storie che parlano di lutti, di vite difficili, di esperienze diverse e decisamente lontane dal nostro immaginario. Sarà possibile incontrarli più volte, sbloccando nuovi capitoli del loro viaggio semplicemente raccontando storie che vogliono loro: più lo faremo, più guadagneranno fiducia in noi. Un sistema semplice quanto complesso, che ci avvicina (almeno empaticamente) ancora di più a loro.

C’è poi una terza via, quella che rende Where The Water Tastes Like Wine definitivamente un gioco meritevole dell’attenzione di tutti. Le nostre storie, infatti, iniziano ad un certo punto ad intrecciarsi. Capita molto spesso infatti di non poter semplicemente “raccogliere” una storia, ma sentirne una, che però abbiamo già vissuto. Il nostro bagaglio di esperienze si allarga e possiamo aggiungere nuovi dettagli ed espandere l’arco narrativo di quella che inizialmente era magari solo una “storiella”. Un espediente che funziona perfettamente e ci invoglia così a proseguire nel nostro percorso.

Se l’opera prima di Dim Bulb Games è praticamente perfetta sotto l’aspetto narrativo, non si può dire lo stesso sul piano tecnico. Where The Water Tastes Like Wine è infatti afflitto da una serie di problemi tecnici non indifferenti. Micro freeze, cali di frame rate e una telecamera decisamente ingestibile riescono inevitabilmente a guastare (almeno in parte) l’esperienza che stiamo vivendo. Sul piano sonoro, invece, le musiche riescono inevitabilmente a conquistarci. La rapidità, inoltre, con cui si passa dal folk vero e proprio fino al country, per poi ripartire con un blues e una canzone tipicamente messicana è da applausi. La colonna sonora è completamente originale e vale davvero la pena, durante una sessione, fermarsi anche solo un secondo per ascoltarla e lasciarsi così trasportare dalla bellezza delle note miscelate dal compositore Ryan Ike.

Più che un gioco, un’esperienza narrativa bellissima e toccante

Al netto di tutto ciò, il gameplay del gioco è davvero ridotto all’osso. Le uniche parti in cui possiamo avere la parvenza di essere davanti ad un videogioco sono quelle esplorative (quando ci muoviamo sulla mappa, per intenderci). Esplorazione che può essere fatta a piedi oppure scroccando un passaggio o addirittura salendo clandestinamente su un treno (se non possiamo permettercelo, ovviamente), con tutti i rischi del caso. C’è anche un inventario, una mappa, un log dei progressi e alcuni indicatori di salute, che incidono però molto meno di quanto pensiate nel corso della nostra avventura. Insomma, siete stati avvisati: di gameplay in Where The Water Tastes Like Wine ce n’è davvero poco, ma se siete disposti ad andare oltre, potreste incappare in un’esperienza decisamente unica quanto bellissima e toccante.

Conclusioni

Pur distaccandosi dai canoni classici del videogioco, Where The Water Tastes Like Wine riesce in qualche modo ad arpionare il giocatore, rapirlo e portarlo in un mondo così distante da lui. Esplorare il folklore americano è sicuramente una sfida non facile, eppure i ragazzi di Dim Bulb Games ci sono riusciti, creando così un’offerta decisamente meritevole, di indubbia qualità. Per un piccolo prezzo è possibile portarsi a casa non solo un’esperienza narrativa unica nel suo genere, ma un vero e proprio gigantesco libro che tocca il cuore dei giocatori per ogni singola storia.

Gli unici ostacoli sono la mancata localizzazione in italiano e i piccoli problemi tecnici, ma se siete giocatori che riescono a superare la barriera linguistica ed attendere patch e fix già in dirittura d’arrivo, non c’è alcun motivo per perdervi questa grande opera che rimarrà, per un motivo o per l’altro, nella vostra mente per sempre.

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