L’estate è un ottimo periodo per darsi ai recuperi o alla scoperta di titoli minori. Del resto le uscite più scoppiettanti di questo 2020 sono ampiamente alle spalle, con una pausa che ci proietta direttamente all’autunno. Lì ci attenderanno grandi uscite e la tanto attesa nuova generazione di console.
Ma perché non fare un passo indietro e pensare al presente, magari dedicando questo afoso Agosto ad un titolo più piccolo, ma dalle premesse piuttosto interessanti? E’ il caso di Windbound, sviluppato da 5 Lives Studios e in arrivo il 28 Agosto su PC, Stadia, PS4, Xbox One e Switch. Ho avuto modo di provarlo per circa un’ora, gettandomi nel suo mondo selvaggio e scoprendo qualcosa in più su quello che ci aspetta.
Kara è naufragata, ma non ha molto con sé. Anzi, praticamente nulla se non il suo fidato pugnale. Il gioco inizia senza tanti giri di parole, ma con una cutscene introduttiva che lascia presagire motivazioni più specifiche sul perché la nostra protagonista si sia ritrovata su una spiaggia, inerme. Queste “isole proibite” sembrano circondate da un vasto e infinito oceano e da tempeste che ne nascondono i segreti. Del clan di Kara non c’è traccia, siamo solo noi e le nostre capacità di sopravvivenza.
Windbound non si perde troppo in spiegoni, è un survival piuttosto diretto in questo senso. Alcuni tutorial ci insegnano piano piano le basi, mentre esploriamo la prima isola con solo un pugnale a nostra disposizione. La prima isola ha delle risorse limitate, giusto lo stretto necessario per costruire una fionda, una lancia e una piccola barca. Quest’ultima è importantissima, visto che tutte le isole di Windbound hanno risorse limitate.
Che siano piccole o grandi non importa, dovrete abbandonarle prima o poi e proseguire in mare il vostro viaggio. La cosa interessante è che le isole vengono generate proceduralmente, rendendo Windbound mai uguale a sé stesso, soprattutto considerata la natura survival del titolo. Insomma, l’idea di poter ricominciare e vedere scorci nuovi è alla base dell’esperienza, anche se resta da valutare quanto questo possa impattare sul design delle stesse.
La barca, che potrà essere migliorata piano piano fino a diventare una solida e grande zattera con più strutture, sarà la vostra compagna di viaggio. Tutto ciò che otterrete dalle isole andrà investito in armi (sono presenti anche gli archi) o arnesi generici, ma andranno conservati creando bauli sulla vostra barca. Sarà un po’ come avere una casa sul mare, laddove ogni cosa che avrete con voi verrà persa in caso di morte.
Un survival vero e proprio, che non indietreggia e propone anche un livello di sfida abbastanza intenso, soprattutto nelle prime ore. Dovrete esplorare, stare attenti agli animali più aggressivi e recuperare materiali per la sopravvivenza. Sarà necessario anche procurarsi da mangiare, per evitare che la stamina scenda troppo portandovi allo svenimento. Windbound non è semplice, ma ti dà tutti gli strumenti per poter superare le sue avversità, anche con approcci differenti. Il sistema di combattimento è molto basilare, con la presenza del lock on e di una schivata. Non è perfettamente fluido, considerata anche la precisione massima richiesta per schivare alcuni attacchi: fa il suo dovere, pur con dei palesi limiti.
Interessante invece l’approccio all’esplorazione e alla storia scelto dagli sviluppatori, che hanno confermato come Windbound pur navigando nel genere dell’avventura survival voglia raccontare una storia. Da quel che ho visto lo fa in modo silenzioso, con Kara impegnata a risvegliare degli strani monoliti connessi al mare. Il tutto mentre una voce le descrive in modo criptico i tasselli di un puzzle ancora tutto da scoprire. In un titolo survival, il limite più grande spesso è la volontà di proseguire. La mancanza di obiettivi può essere una grande discriminante per chi si getta in queste esperienze.
Windbound invece mi ha messo tanta curiosità di proseguire il viaggio di Kara, alla scoperta dei segreti di questo strano ecosistema marino. Un mondo da esplorare a bordo della propria barca, con una direzione artistica estremamente piacevole. Cartoonesca ma ispirata, che ben nasconde i limiti tecnologici di una produzione minore. Gli unici dubbi sono sulla qualità del viaggio e sul bilanciamento dell’esperienza. Convince invece il crafting, ricco di possibilità, che premia il coraggio e chi deciderà di esplorare a fondo le isole proibite. Il primo approccio a Windbound in attesa della recensione è positivo, dunque.
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