Dopo ben due prove, è finalmente giunto il tempo di mettere le mani sulla versione definitiva di Wo Long: Fallen Dynasty. Il nuovo soulslike del Team Ninja, già prenotabile sullo shop online di GameStop. Koei Tecmo ci ha aperto le porte del tempo per portarci in una Cina mitologica piena di misteri e avventure. Come le precedenti due volte, ho avuto l’opportunità di provare Wo Long: Fallen Dynasty poco prima della sua uscita e posso dire che il tempo delle anteprima è finito, perché è giunto il momento di condividere con voi la mia esperienza di gioco. Prima di cominciare, posso già anticiparvi che Wo Long: Fallen Dynasty offre una combinazione più che efficace di trama coinvolgente, meccaniche di gioco funzionali e adeguate al genere senza disdegnare un comparto grafico di buona fattura. Tutto questo senza dimenticare una difficoltà spiccata tipica dei titoli soulslike.
I creatori di NiOh hanno riversato il loro know-how in un un titolo a tratti simile, a tratti diametralmente diverso dalle avventure di William Adams e compagnia bella. Il gioco è ambientato in una Cina mitologica, dove il giocatore interpreta un/a giovane guerriero/a in un mondo oscuro e pervaso dalla malvagità. Qui ci troveremo a risolvere misteri complicati e a combattere con creature uscite direttamente dai racconti del mito per salvare il mondo.
Wo-Long: Fallen Dynasty è ambientato in una Cina mitologica, in un mondo permeato da magia e avventure. Il gioco attinge a molte delle tradizioni e delle leggende della cultura cinese, portando il giocatore o la giocatrice in un mondo dove gli dei, i draghi e le creature mitologiche sono parte integrante della realtà vissuta.
La ricostruzione dell’ambientazione di gioco trova le sue radici nella Cina dell’era imperiale, con riferimenti storici e culturali presenti in tutto il gioco. L’attenzione ai dettagli storici e culturali è evidente, segno che il Team Ninja ha prestato un’incredibile quantità di tempo e dedizione a questa parte del gioco, che presenta edifici, costumi e oggetti tipici dell’epoca. Inoltre, Wo Long: Fallen Dynasty si trova spesso a ragionare su temi importanti della cultura cinese, come l’equilibrio tra Yin e Yang e, più in generale, sulla filosofia taoista.
Wo Long: Fallen Dynasty offre una combinazione più che efficace di trama coinvolgente e meccaniche di gioco funzionali
La trama del gioco si sviluppa in un periodo di agitazione politica e sociale, in cui l’impero cinese è minacciato da forze oscure che cercano di destabilizzarlo, in una versione più che romanzata della rivolta dei turbanti gialli. Il giocatore avrà l’opportunità di esplorare vari luoghi e villaggi della Cina mitologica, interagendo con personaggi importanti e scoprendo la storia del mondo di gioco. Premetto che non sono un grande appassionato del genere soulslike, ma ho avuto modo di apprezzare Wo Long: Fallen Dynasty nonostante ciò. Certo, non si può nascondere che il gioco ha una difficoltà elevata e richiede, anzi pretende una certa dose di pazienza e di strategia per affrontare i nemici (il calendario che ho tirato già al primo boss, Zhang Liang, la dice lunga), ma il sistema di combattimento è estremamente soddisfacente, anche se non privo di difetti. Tuttavia, la varietà di armi e di abilità a disposizione del giocatore o della giocatrice è così elevata da permettere di personalizzare quasi senza sforzo il proprio stile di gioco, rendendo l’esperienza offerta da Wo-Long Fallen Dynasty sicuramente più coinvolgente e divertente. C’è da dire che per me è stata la trama ad avermi convinto sulla bontà del titolo di Team Ninja e Koei Tecmo, forse perché personalmente sono molto attratto dalla cultura asiatica con vari riferimenti al folklore storico, particolarità sulla quale Wo Long dedica molto del suo effort artistico.
Il protagonista, o la protagonista di Wo Long: Fallen Dynasty è un guerriero/a dal passato ignoto (e possibilmente tormentato) che cerca di combattere per un mondo migliore e di proteggere l’impero dagli attacchi di forze oscure, le quali sono armate di una sorta di elisir in grado di “mutare” coloro che lo ingurgitano conferendogli caratteristiche sovrumane e mostruose. Comunque sia, ci troviamo davanti al classico personaggio silenzioso e riservato con abilità da combattente straordinario: insomma, un piccolo cliché al quale siamo oramai abituati da anni. Il giocatore/giocatrice potrà personalizzare, come ho già detto poco sopra, il proprio personaggio scegliendo tra varie abilità e armi, ma la personalità del nostro o della nostra protagonista rimarrà una costante durante tutta l’avventura, anche grazie a un maggiore impegno verso la sceneggiatura che si concretizza in un incremento di cutscene dedicate a portarci appieno attraverso le evocative vicende narrate in in Wo Long: Fallen Dynasty. Ci troviamo infatti in un periodo storico ben preciso, il 184 d.C., alla fine della dinastia Han, in un periodo di incertezza e dolore. Chiunque sia familiare alla storia cinese non avrà difficoltà a collocare il periodo storico con le famose Cronache dei Tre Regni, il testo di Chen Shou che ha plasmato moltissime opere videoludiche (e non) negli ultimi decenni.
Wo Long richiede, anzi pretende una certa dose di pazienza e di strategia per affrontare i nemici
Agli ovvi riferimenti storici si aggiunge l’arrivo del nostro eroe o eroina, il “Wo Long” di questa storia. Sì, perché il termine che definisce il nome del gioco può significare letteralmente “drago accovacciato” oppure riferirsi a un eroe incredibile che sta per compiere alcune imprese così magnifiche da essere colme di rilevanza storica. La crasi di questi due significati conferisce una sintesi perfetta della magnitudo che il nostro o la nostra protagonista avrà sul mondo di gioco, certo, a patto di maneggiare al meglio la filosofia del “git gud” e dedicarsi anima e corpo a imparare i tempi di parry in modo da addestrare la vostra memoria muscolare ad agire prima ancora dei vostri pensieri. Altrimenti la vostra avventura all’interno di questa versione dark-fantasy dei Tre Regni finirà molto presto (e in maniera particolarmente truculenta).
Sulla trama di Wo Long: Fallen Dynasty preferirei non aggiungere altro per non rovinare l’esperienza di gioco a nessuno. Dedichiamoci invece al gameplay, perché qui c’è tanto da dire per gli/le appassionati/e di soulslike. Iniziamo dalla grande novità che Wo Long introduce nel genere, ovvero il sistema legato al Morale che lo rende sui generis anche rispetto alla precedente saga di Team Ninja, NiOh. Probabilmente una delle caratteristiche più interessanti del gioco, la struttura del Morale è la chiave per comprendere il sistema di combattimento di Wo Long: ad ogni avversario è attribuito un rango morale che indica sostanzialmente la loro forza. Anche il nostro o la nostra protagonista ha un indicatore morale: possiamo aumentarlo in maniera piuttosto semplice e immediata (indovinate un po’) sconfiggendo i nemici che incroceranno il nostro cammino. Ma non è così banale, la faccenda: essendo un sistema totalmente dinamico, va a incidere direttamente sulla progressione del personaggio e sull’esplorazione. Mi spiego meglio: la morale è un indicatore mai statico; cresce quando uccidiamo un nemico oppure… quando alziamo uno stendardo (di questo parleremo più avanti), mentre e decresce quando veniamo uccisi dagli avversari.
La struttura del Morale è la chiave per comprendere il sistema di combattimento di Wo Long
Il che significa che morire contro un boss è un’opzione terribile, che potenzierà lo stesso al punto di rendere i combattimenti sempre più ostici ancora e ancora e ancora. Ma attenzione; per quanto il nostro indicatore di morale possa abbassarsi, non andrà mai sotto il punteggio di Fortitude, la forza d’animo. E c’è un solo modo per aumentare quest’altro parametro chiave: innalzare uno stendardo. Capite bene che esplorare la mappa di gioco e trovare altri stendardi non è più quindi un vezzo per soli perfezionisti: diventa, a tutti gli effetti, una caratteristica chiave per la progressione del personaggio, nonché una necessità per prepararsi al meglio contro i boss più complicati. Se posso dirlo, Team Ninja ha trovato un modo estremamente scaltro per incoraggiare l’esplorazione, trasformandola in un mezzo per migliorare lo sviluppo del nostro personaggio. Certo, questo modo di vivere la mappa di gioco si tramuterà in un’analisi un po’ forzata delle aree di Wo Long: Fallen Dynasty, ma il tutto non potrà che beneficiare longevità e, perché no, anche il comparto grafico ricco di dettagli che Team Ninja si è tanto impegnato a creare.
Chiaramente gli stendardi hanno anche altri usi: chi conosce i Soulslike saprà già la funzione del tipico “falò” introdotto dalla casa di sviluppo di Miyazaki; sostanzialmente issando uno stendardo recupereremo la salute fino al massimo, daremo nuova vita a pozioni esauste, permetteremo (purtroppo) il respawn nei nemici e via dicendo, esattamente in linea con gli altri esponenti del genere. Chiaramente l’enorme vantaggio dato dalla possibilità di aumentare una delle caratteristiche fondamentali di gioco incita direttamente a gettarsi fuori e esplorare, cercando i vari stendardi da innalzare e mettendosi in gioco sconfiggendo più nemici. Se pensate di fare una run più “safe” sappiate che Wo Long non premierà affatto questa vostra scelta. In questo modo, sarete incoraggiati a battere ogni metro delle mappe di Wo Long: Fallen Dynasty, cercando di potenziare il vostro o la vostra protagonista in modi molto diversi rispetto a quelli offerti dal classico action RPG in salsa souls. Chiaramente, il sistema della morale non esclude gli altri modi per rendere il nostro personaggio più forte o più in generale per una crescita verticale più ortodossa.
Il gioco incita direttamente a gettarsi fuori e esplorare
Torna quindi la gestione dei cinque elementi che modificano sensibilmente le caratteristiche del nostro personaggio. Si tratta, in termini di gioco, di una “stella a cinque punte” in un menù dove ogni punta è collegata a uno degli elementi essenziali: fuoco, acqua, terra, legno, metallo. In ognuno di questi elementi è presente un sistema in stile (incredibile che io stia scrivendo questa analogia) Pokémon: l’acqua fa più danni al fuoco, il metallo distrugge il legno, la terra batte l’acqua, il legno sconfigge la terra e il fuoco distrugge il metallo. In questo modo gli sviluppatori hanno creato un modo per rendere più dinamica la progressione del personaggio inserendo un elemento variabile in modo che il giocatore o la giocatrice possa adattarsi progredendo nell’avventura. Il sistema che regola la magia di Wo Long: Fallen Dynasty quindi, oltre ad avere una pletora di incantesimi offensivi e difensivi unici, è in grado di infondere nelle loro armi una certa affinità elementale in modo da rendere più strategica la scelta degli incantesimi in modo da aumentare i danni inflitti durante i combattimenti, siano essi contro i classici “mob da percorso” siano essi contro un boss.
Spendiamo poi qualche parola per esaminare lo Spirito, ovvero un elemento di gameplay che va a tradurre in termini di gioco la volontà del nostro personaggio. L’indicatore di spirito, il Qi, può essere speso durante i vari combattimenti in incantesimi, attacchi di spirito e arti marziali. Per aumentare questa barra è sufficiente colpire un avversario o effettuare una difesa con deflessione. Su quest’ultima si basa l’intero sistema di combattimento: praticamente in Wo Long: Fallen Dynasty è possibile deflettere praticamente qualsiasi tipo di attacco, a patto che si riesca a comprende il giusto timing per farlo (e non è assolutamente semplice). Deflettere darà l’occasione per generare un contrattacco o persino un attacco letale. Sulla carta è bellissimo, nella pratica sarete costretti o costrette a spendere parecchio tempo per padroneggiare questa meccanica essenziale, pena una morte brutale sul campo di battaglia. Personalmente, mi sono trovato bene con le armi più agili (come spada o falcione) per concentrare la combinazione di schivata e contrattacco. Devo dirlo, la schivata perfetta, quando radicata nei vostri muscoli delle dita, è una delle cose più soddisfacenti che Wo Long: Fallen Dynasty può offrirvi. Spesso poi vi ritroverete a combattere assieme a un alleato, il che tenderà a darvi un po’ più di fiducia in voi stessi (ma non troppa) rendendo anche l’esperienza leggermente meno punitiva. Ma solo all’apparenza. Chiudiamo questo enorme paragrafo sul gameplay parlando brevemente delle bestie divine, a tutti gli effetti delle vere e proprie summon che potremo ottenere (come nel caso di Zhuque e Baihu) tramite alleanze con personaggi non giocanti: evocare le Bestie Divine vi darà sicuramente una marcia in più durante le battaglie più concitate, ma non pensate di poter cambiare le sorti dello scontro, a meno che non siate davvero molto (ma molto!) abili.
Wo Long: Fallen Dynasty è possibile deflettere praticamente qualsiasi tipo di attacco
Il comparto tecnico è forse il tallone d’Achille di questa produzione Team Ninja: la versione PC ha sofferto, almeno per quanto riguarda la mia prova, di alcuni cali di framerate e qualche crash. Nulla di davvero invalidante, sia chiaro, ma abbastanza fastidioso da innervosirmi per un mancato salvataggio e una boss fight da rifare. Durante la mia prova è stata pubblicata anche la patch 1.02, che ha sistemato molti dei problemi riportati. Probabilmente al day one la maggior parte delle difficoltà sarà risolta, anche se penso che per il framerate ci sarà ancora qualche lavoretto tecnico da fare. Ottimo invece il comparto audio, con una colonna sonora molto ispirata che completa l’ambientazione, con melodie tradizionali cinesi e musiche epiche che accompagnano il giocatore o la giocatrice in ogni momento della sua avventura. Consiglio poi di allontanarsi dal più canonico doppiaggio inglese per provare quello cinese o giapponese, decisamente più vicini alla fonte originali al quale Wo Long: Fallen Dynasty è ispirato.
Wo Long: Fallen Dynasty rappresenta un’evoluzione a tutto tondo della formula di NiOh, con diverse novità che rendono il nuovo lavoro del Team Ninja appetibile a tutti e tutte coloro che sono appassionati/e di videogiochi Soulslike. La trama, basata sulle immortali Cronache dei Tre Regni in salsa dark fantasy, è ben scritta e coinvolgente, con una serie di missioni e cutscene che portano il giocatore o la giocatrice attraverso il mondo di gioco coinvolgendolo o coinvolgendola direttamente. Il sistema di morale incoraggia l’esplorazione e premia il/la gamer che getta alle ortiche il safe play per un approccio più completazionista e aggressivo, mentre la schivata con deflessione è probabilmente una delle meccaniche più soddisfacenti del gioco. Peccato per un comparto tecnico che offre prestazioni a tratti altalenanti e che non sempre riesce a star dietro alle esigenze del gioco. In definitiva comunque, Wo Long: Fallen Dynasty è un gioco di ruolo d’azione eccellente che offre una buona combinazione di trama coinvolgente, meccaniche di gioco solide e grafica di elevata qualità su una cornice storica iconica e, se devo dirlo, non ancora esplorata abbastanza. Consigliato! Potete acquistare Wo Long: Fallen Dynasty sullo shop online di GameStop. |
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