Editoriale 18 Ott 2017

Wolfenstein II: The New Colossus – Intervista a Andreas Öjerfors

Poco più di due settimane e, finalmente, gli amanti dello sparatutto “vecchia scuola” potranno tornare a fare quello che più adorano da oramai svariate generazioni: ammazzare Nazisti come se non ci fosse un domani. Wolfenstein II: The New Colossus, a partire dal prossimo 27 Ottobre, sarà infatti disponibile su PC, PS4 e Xbox One per la gioia di milioni di giocatori, affezionati da tempo immemore alle incredibili imprese di BJ Blazkovic e al suo modo così “peculiare” di elargire democrazia nelle terre del Terzo Reich. Certo, in The New Colossus la musica è destinata a cambiare parecchio: il teatro della battaglia sarà infatti un’inedita versione Nazista degli Stati Uniti, soggiogati dallo strapotere teutonico che – ironia della sorte – è riuscito pure a dominare il più grande conflitto mondiale di sempre. Un’invasione in piena regola, quella in terra Americana, a cui un convalescente Blazko dovrà far fronte avvalendosi dell’aiuto della neonata Resistenza – senza rinunciare a quelle doti che da sempre lo contraddistinguono: l’abilità con le armi e una dote pazzesca nello sbudellare crucchi armati.

In attesa del lancio ufficiale del titolo, già ritenuto da molti come una potenziale killer application dell’autunno, abbiamo avuto occasione di toglierci qualche curiosità su Wolfenstein II: The New Colossus con Andreas Öjerfors, Senior Game Designer dell’atteso sequel nonché mente pensante a cui si devono gran parte delle novità introdotte da questa new entry del franchise. Quattro chiacchiere sull’importanza della narrazione nell’eterna guerra ai Nazisti, sul peso di una direzione artistica così peculiare, sulla necessità di reinventare parte delle proprie meccaniche di gioco per emergere ulteriormente da fondamenta di successo senza deludere le aspettative. Sul perché, insomma, di Wolfenstein II: The New Colossus ne sentiremo parlare per parecchio tempo…wolfenstein II the new colossus

GS) Wolfenstein: The New Order (e per estensione anche l’ottimo The Old Blood) è stato senza dubbio una delle killer hit più sensazionali nel panorama dello sparatutto in prima persona della passata generazione. Alla luce dell’incredibile successo (sia in termini di critica che di accoglienza del pubblico) di questa reinterpretazione dell’universo di Wolfenstein, qual è stata la sfida più difficile nel creare un sequel come The New Colossus?

AO) Come possiamo fare un gioco ancora migliore? Ecco, questa era la domanda principale. Siamo stati molto soddisfatti da The New Order: aveva il gameplay che desideravamo creare, e raccontava delle storie esattamente nel modo in cui noi volevamo venissero raccontare. Ma si sa, è sempre necessario voltar pagina e andare avanti, cercando di fare cose ancora migliori di quelle fatte l’ultima volta. Così abbiamo analizzato ogni componente del titolo e ci siamo chiesti in quale modo avremmo potuto migliorarle. Volevamo innalzare ulteriormente l’intensità, la qualità del prodotto. Quando The New Colossus sarà giocabile, spero vivamente che tutti vedranno un titolo ancora migliore, più frenetico e intenso, ma allo stesso modo più umano e coinvolgente.

Wolfenstein II the new colossusGS) Una delle caratteristiche più impressionanti di The New Order è stata senza dubbio la sua sceneggiatura: una trama a dir poco avvincente, con un taglio cinematografico riuscitissimo capace di rendere il tutto più impressionante ed indimenticabile. Possiamo aspettarci qualcosa “di simile” anche in questo sequel o ci stupirete nuovamente, innalzando l’asticella verso nuovi record?

AO) Proprio come tutto il resto, abbiamo cercato di spingerci oltre anche con lo storytelling. Ritengo siamo stati in grado di creare una storia audace, ma anche più personale. Del resto, la posta in gioco questa volta è decisamente più alta. In The New Order la Guerra è stata persa, ma la Resistenza cerca di nascosto di scatenare una rivoluzione. Blazko, per giunta, sta per diventare padre. E l’idea di un America “nazificata” degli anni ’60 ci ha permesso di sbizzarrirci con innumerevoli riferimenti alla cultura pop più iconica e conosciuta.

GS) La cosa che più abbiamo amato del gameplay di The New Order è stata la sua spontaneità: era immediato, divertente, ma offriva anche un livello di sfida estremamente soddisfacente e a tratti, specie nelle battute finali, era tutto tranne che facile. Abbiamo visto che avete in serbo una serie di novità interessanti per quanto concerne le meccaniche di gioco – una nuova armatura evoluta, una nuova gestione del dual wielding: cos’altro possiamo aspettarci da questo capitolo? Quali sono le novità principali, tanto nel gunplay quanto nelle meccaniche?

AO) Uno tra i nostri obiettivi principali che ha avuto un grande impatto nella creazione di The New Colossus è stato dare ai giocatori la possibilità di affrontare l’intera avventura nel modo che ritengono più congeniale al proprio gusto. Abbiamo così creato tre differenti stili di gioco, facendo il possibile per renderli disponibili – ed efficaci – per tutta la durata del playthrough. C’è quello che noi chiamiamo Mayhem, quando opti per un approccio dual wield e ti getti nel vivo della battaglia. C’è l’opzione Tattica, che consiste nell’utilizzare ripari e coperture, nel tenere i nemici a distanza o fiancheggiarli a dovere. E infine Stealth, una forma estremamente aggressiva di omicidio silenzioso scivolando alle spalle del nemico.

Questi tre stili di gioco ci hanno guidato nella progettazione e nel design del titolo. Livelli, nemici e persino le armi ruotano del tutto attorno a loro.

GS) Durante le nostre prove di Wolfenstein II: The New Colossus ci siamo immediatamente innamorati della direzione artistica del titolo. Nel senso, Roswell è semplicemente stratosferica, con tonnellate di dettagli sensazionali e così tanti particolari che rendono il tutto così realistico e vivo. Anche l’Area 52 è stata una rivelazione incredibile, con tutta quella scienza Nazista che sembra provenire dal cinema fantascientifico degli anni ’80. Ecco perché una delle prime cose che si siamo chiesti è stata: dove hanno trovato l’ispirazione per dare vita a tutto questo? Cinema, letteratura, altri giochi? Ad essere del tutto onesti, quando abbiamo assistito la prima volta alla sequenza del “milkshake alla fragola” non siamo riusciti a non pensare per un attimo a Inglorious Basterds…

AO) Lo sai, le fonti di ispirazione in questo settore sono a migliaia. Lo stesso Inglorious Basterds che hai citato ha colorato, almeno in parte, lo stile di The New Order e di The New Colossus, ma capirai che è praticamente impossibile mappare del tutto le influenze ricevute all’interno di un processo creativo di queste dimensioni. Di certo dobbiamo moltissimo alla science fiction degli anni ’50 e ’60, così come al filone del pulp in generale. Poi certo, anche i moderni show e serie televisive hanno contribuito in modo sensibile al nostro modo di fare storytelling.

wolfenstein II the new colossusGS) Uno degli aspetti più discussi e controversi del Wolfenstein di nuova generazione è proprio l’assenza di una componente multiplayer – una modalità oramai imprescindibile, almeno secondo l’opinione di molti affezionati del genere FPS. Con The New Colossus avete intrapreso la stessa linea tracciata con The New Order, concentrandovi sullo sviluppo di un’enorme campagna single player “old school”. Per quale motivo, secondo voi, questa è la scelta vincente per un titolo come Wolfenstein? A raggiunto qualcosa nel single player a cui, sviluppando una modalità multi completa, avreste dovuto rinunciare?

AO) La risposta in realtà è molto semplice: si tratta di una decisione artistica. Come avremmo potuto dare vita al nostro miglior gioco possibile? Concentrando tutte le nostre energie in una sola modalità di gioco, quella per giocare singolo. E questo è tutto, davvero.

GS) Nel primo capitolo, Blazko era una sorta di Robocop indistruttibile il cui unico scopo era portare la democrazia all’interno della Germania Nazista a suo di pistole, fucili e bombe. Ora Blazko non solo ha una compagna di vita, ma sarà presto padre e, nel mentre è impegnato a liberare la propria nazione dalla più grande e pericolosa invasione mai vista in questo pianeta… Beh, cos’altro vi inventerete nel futuro?

AO) C’è un filo conduttore che lega tutti gli episodi, ma ogni Wolfenstein ha una propria storia peculiare. In The New Colossus gli affari si fanno più preoccupanti per Blazko, ma c’è comunque una speranza di fondo. E se mai riusciremo a fare un terzo capitolo, sarà quello destinato a chiudere la nostra trilogia. Per ora, però, abbiamo riversato tutte le nostre anime, i nostri giorni e pure parecchie notti insonni su The New Colossus. E speriamo davvero ve ne innamorerete.

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