Dopo una prima esperienza alla gamescom di quest’anno, World of Final Fantasy torna ancora una volta fra le nostre mani per essere passato al vaglio. Negli uffici di Koch Media a Milano abbiamo potuto infatti dissipare quei piccoli dubbi e le curiosità che la demo ci aveva lasciato, approfondire un poco il carattere di Lann e Reyne attraverso le interazioni reciproche e con altri personaggi ma, soprattutto, abbiamo scoperto che il ruolo dei gemelli in questa storia è molto più importante di quanto pensavamo dopo la kermesse tedesca.
Prima di ripercorrere meglio i nostri passi lungo i già visitati Wellsprings Woods, assistiamo a quella che sembra essere la routine di Lann e Reyne nella piccola cittadina di Nine Woodhills; una routine prossima tuttavia a spezzarsi, perché c’è qualcosa di strano nell’aria e sotto gli occhi – e non stiamo parlando della piccola Tama che ha messo radici, apparentemente ignorata, sulla testa di Lann. Mentre questi si dirige al café dove lavora, noi possiamo accorgerci dell’assenza di persone nei dintorni, del silenzio che regna sovrano e, particolare che ci è subito balzato all’occhio, del fatto che il giovane sia privo del guanto con cui l’abbiamo visto in azione: il braccio, tuttavia, è marchiato da misteriosi segni che lo ricalcano alla perfezione.
Come se tutto questo non fosse già abbastanza strano, la bizzarra nonché unica cliente del locale pare trovarsi a suo agio in una situazione che Lann non ha minimamente colto. Serve l’intervento della gemella per smuovere le acque, spingere la donna sconosciuta a fare un minimo di chiarezza su cosa stia succedendo e portarci a muovere i primi passi verso quel destino che Grymoire, il mondo teatro delle nostre avventure, ha in serbo per noi. I Wellspring Woods ci aspettano, eppure non sono come li ricordavamo.
All’inizio era tutto familiare in World of Final Fantasy. Il passaggio intercambiabile da Lilikin a Jiants, lo scontro-tutorial con il tenerissimo Chochick… ma una volta “imprismato” il piccolo pennuto, le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa: anzitutto abbiamo scoperto che i Mirage non sono utili soltanto in battaglia, bensì anche durante la fase esplorativa. Insegnando loro l’abilità Stroll potremo infatti vederli vagabondare assieme a noi e, a volte, svelare oggetti utili nascosti alla vista. Non tutti i Mirage hanno “fiuto” per il medesimo oggetto, perciò sarà interessante farsi accompagnare da tipi diversi e scoprire cosa succede: avere più mostri al seguito dotati dell’abilità Stroll non sarà un problema, poiché potremo facilmente cambiare da uno all’altro usando i tasti direzionali.
Novità anche per la Mirage Board, il sistema di sviluppo dei Mirage che ricorda molto la sferografia di Final Fantasy X, e presente in World of Final Fantasy: ci aveva già colpito all’inizio per l’inattesa profondità che conferiva alla struttura ludica del gioco, grazie all’ottenimento dei potenziamenti attraverso l’uso di skill points, ma scoprire che alcuni spazi sono regolati da specifiche condizioni (come, ad esempio, il dover raggiungere un determinato livello) l’ha reso più intrigante e divertente di quanto ci aspettassimo.
Square Enix ha deciso di sorprenderci anche riproponendo l’iconica Giara Magica, o Botte Magica se preferite, sotto spoglie del tutto inaspettate: stiamo parlando del Gimme Golem – nomen omen – che occasionalmente ci sbarrerà il passaggio e lì resterà fino a quando non avremo soddisfatto la sua richiesta. Non sappiamo se queste creature possano rivelarsi ostili in qualche modo, nel dubbio abbiamo preferito accontentarle senza colpo ferire. Le sorprese non sono finite in World of Final Fantasy e alcune sono brutte per il nostro orgoglio di videogiocatori: ricordate la boss fight accennata nella demo gamescom?
Allora le cose sono state semplici. Gli strani cubi fluttuanti abbelliti da un paio di occhi rossi che a volte troveremo lungo il cammino sono chiamati Murkrifts e sono i portali d’accesso a una sorta di dimensione oscura dove dimorano Mirage rari ma mortalmente pericolosi. Come ha dimostrato con un paio di artigliate il Behemoth che abbiamo disturbato.
Raramente i Murkrifts saranno alla nostra portata al primo incontro ma niente paura, potranno essere affrontati in un secondo momento quando saremo più forti. Cosa ci aspetta dall’altra parte è un mistero, l’unico modo per scoprirlo è verificare di persona o analizzare tramite la magia Libra (l’equivalente di Scan). L’ignominiosa sconfitta contro il Behemoth ci ha tuttavia permesso di scoprire una qualità interessante di Tama: nel caso dovessimo soccombere a uno scontro, una delle sue vite verrà consumata per consentirci di tornare a Nine Woodhills e scampare il Game Over. Il piccolo Mirage avrà bisogno di riposare per poter ripetere questo miracolo, quindi è opportuno non fare un uso sconsiderato di un’abilità che può veramente fare la differenza in situazioni critiche.
Sebbene World of Final Fantasy sia pensato per un pubblico giovane, come abbiamo già sottolineato, è da notare comunque che la difficoltà del titolo non è esattamente tarata verso il basso. L’abbiamo appena illustrato con i Murkrifts e lo ribadiamo anche per quanto riguarda le battaglie con i boss: saper sfruttare sapientemente i turni è un must se si vuole sopravvivere e ancora più importante è padroneggiare l’innovativo sistema di stoccaggio. Affrontare un nemico divisi per avere più turni a disposizione oppure uniti per essere più forti e resistenti è solamente una questione di strategia e versatilità. Think out of the box.
Uno spin-off con una precisa identità
Il tempo a disposizione è stato relativamente breve ma una cosa possiamo affermarla con certezza: World of Final Fantasy è uno spin-off con una sua precisa identità, che ci ha positivamente impressionato alla gamescom e l’ha fatto anche in quest’ultima occasione. Il comparto grafico, morbido e fiabesco, strizza senza dubbio l’occhio ai giocatori giovani, diffidenti verso le tinte cupe piuttosto tipiche nella saga, ma il suo livello strategico (che abbiamo appena potuto assaggiare) invita anche i più navigati a farsi avanti.
Poco siamo riusciti a capire della sua qualità narrativa ma le premesse ci sono tutte perché si scavi una personale nicchia nel cuore dei videogiocatori. Non ci rimane che darvi appuntamento fra poco più di un mese con la nostra recensione per avere le risposte.