Colonia – Chi ha detto che gli sparatutto hardcore stanno morendo? Sicuramente non per i ragazzi di The Farm 51, uno studio indipendente polacco che ha lavorato su giochi del calibro di Painkiller e Get Even. La loro ultima fatica vuole riportare in auge proprio il genere dello sparatutto simulativo, l’estrema arte dello shooter perfetto. World War 3 è il nome del gioco che stanno sviluppando, e come potete facilmente intuire si basa proprio su di un ipotetico conflitto che coinvolgerà tutto il mondo conosciuto. La parola d’ordine è realismo, e per ottenerlo lo studio si è impegnato nella ricostruzione di balistica, accessori, armi e via dicendo.
Prima della prova su strada abbiamo parlato un po’ con Dawid Biegun, PR Manager di The Farm 51, che ci ha spiegato un po’ come World War 3 porterà lo sparatutto su di un nuovo livello di fedeltà. Innanzitutto la personalizzazione è la chiave di volta sopra la quale è stato costruito il complesso sistema che muove il gioco: saranno disponibili centinaia di parti per customizzare armi, mimetica, accessori e persino i veicoli: potremo progettare il nostro carro armato da zero, decidendo torretta, armatura, copricingoli e così via. Questo incredibile e profondo sistema di personalizzazione si applica praticamente a qualunque cosa all’interno di World War 3: persino i perks, come il bombardamento aereo, possono essere personalizzati scegliendo il caccia che sgancerà le bombe, il suo aspetto e i suoi accessori.
Dopo aver visto le molteplici trasformazioni di un soldato, di un carro armato e di un caccia, abbiamo deciso di addentrarci nel vivo del terzo conflitto mondiale immaginato da The Farm 51 provando una mappa multigiocatore al booth di World War 3 alla Gamescom di Colonia. Il terreno di scontro è stato la città di Berlino, una delle capitali europee più famose, assediata e tormentata dalla guerra. Esattamente come in Battlefield, ci è stata proposta una sorta di modalità “Conquista” dove prendere possesso di diversi punti strategici sulla mappa è l’unico modo per vincere e sconfiggere la squadra avversaria. Tornano anche le classi, che per questa demo erano solamente tre: il classico soldato, un assaltatore pesante e uno specialista nel demolire veicoli. A differenza di Battlefield V, che schiera 64 giocatori, World War 3 permette uno scontro tra 32 utenti divisi in due team da 16 VS 16.
Meno giocatori vuol dire anche meno caos, specie in una mappa dalle dimensioni colossali come quella di Berlino. Riducendo il numero di operativi sul campo aumenta per forza di cose il fattore strategico, che ci ha costretto a ponderare bene i nostri movimenti e le nostre armi, che per la cronaca sono tre: due primarie e una sorta di arma “speciale”. Una volta entrati sul suolo berlinese, abbiamo dovuto immediatamente fare i conti con la cattura di uno dei sei punti di interesse sparsi sulla mappa. Da lì è stato tutto una sorta di gioco al gatto col topo, evitando un carro armato, nascondendoci negli angoli bui e cercando di sorprendere i nemici meno accorti. Un cambio di ritmo totalmente differente rispetto a quanto provato allo stand di Electronic Arts.
Il gunplay invece sembra solido e sufficentemente accurato, anche se qualcosa mi ha lasciato una sensazione di incompletezza. Forse le armi devono essere ancora calibrate al meglio per poter rendere sulla versione finale. Anche il fattore salute è abbastanza sui generis: la nostra vita si rigenererà se subiamo danni, ma mai del tutto. Per guarire completamente occorrerà utilizzare un medkit, merce rara in un campo di battaglia. Mi ha stupito la totale assenza di una minimappa di sorta: per orientarsi bisognerà premere un pulsante che apre una mappa vera e propria, con tutti i rischi del caso. Esattamente come nei vecchi sparatutto come il primissimo Call of Duty o Vietcong.
Le premesse (e le promesse) sono tante e tutte ammirevoli. Tuttavia è lecito chiedersi se uno studio relativamente piccolo come Farm 51 riuscirà a far fronte a tutto quello che sta mostrando agli appassionati e alla stampa specializzata. Il rischio (ovviamente) è quello di non riuscire a dar seguito a tutte le promesse fatte, perché di lavoro da fare su World War 3 ce ne è ancora e pure tanto. La build provata da noi non brillava infatti per fluidità su PC, anche se ammetto di non conoscere le specifiche delle macchine sulla quale girava. Tuttavia mi sembra che la build pre-alpha da noi provata non abbia mai superato i 30 frame al secondo, e questo ci ha lasciati abbastanza perplessi. Insomma, il realismo e la personalizzazione sono fantastici, ma la strada è ancora lunga.
World War 3 è un gioco che sembra puntare davvero molto, molto in alto. Realismo senza precedenti e personalizzazione infinita, con centinaia di divise, accessori, gadget e veicoli per migliaia di combinazioni differenti. Anche per un profano del genere, questa offerta pare estremamente ricca e sopratutto molto allettante. Bisogna vedere se The Farm 51 riuscirà a portare a termine questo delicatissimo compito senza incappare in troppi ostacoli. Per ora c’è da dire che World War 3 è forse lo sparatutto che mi ha colpito di più di tutta questa Gamescom, mostrandomi finalmente qualcosa che non sapesse di già visto e che fosse in qualche modo davvero originale. Coraggio ragazzi, la strada per la vittoria è lunga e piena di insidie, ma ce la potete fare.