World War Z
03 Mag 2019

World War Z – Recensione

Nell’affollatissimo panorama videoludico a tema zombi sembra esserci ancora spazio per le nuove produzioni. Solo questo aprile infatti sono usciti World War Z e Days Gone, entrambi titoli che basano parte delle loro meccaniche su immense orde di non-morti famelici.

E se Days Gone è già sulla bocca di tutti gli appassionati da qualche tempo (grazie anche ad una campagna marketing piuttosto aggressiva da parte di Sony), World War Z tenta timidamente di far breccia nel cuore dei videogiocatori online, ispirandosi neanche troppo alla lontana a produzioni ben più blasonate, come Left 4 Dead, una delle più rilevanti suggestioni del lavoro di Saber Interactive.

World War Z è uno sparatutto in terza persona che, basandosi (molto alla lontana) sul blockbuster della Paramount Pictures, racconta gli apocalittici scenari post-pandemici delle principali capitali mondiali attraverso gli occhi di quattro agguerriti sopravvissuti. Nei loro panni, i giocatori devono superare ostacoli, imprevisti e una marea di zombi instancabili per avere finalmente salva la pelle.

World War Z

World War Z si divide in 11 missioni, ambientate in 4 località diverse: New York, Gerusalemme, Mosca e Tokyo.

Nonostante l’elevato livello di rigiocabilità, su cui si basa ovviamente l’intero senso del titolo, il tempo necessario al completamento è piuttosto basso, circa 6-7 ore. Ciò vuol dire che dopo aver finito le 4 campagne, potrete solo ed esclusivamente ripetere gli episodi, magari aumentando la difficoltà. Neanche la trama principale può dirsi soddisfacente, dato che in ogni singolo episodio verremo semplicemente catapultati nell’azione, comandando uno dei 4 differenti sopravvissuti al disastro, nessuno dei quali si distingue per le abilità, che invece vengono gestite in separata sede, attraverso un menù molto esaustivo.

Se da un lato la storia narrata non è pervenuta (al di là di qualche sporadico filmato post-credit che racconta il passato dei protagonisti prima dell’epidemia), dall’altro la profondità del sistema di personalizzazione ci ha piacevolmente sorpreso: è possibile infatti scegliere tra 6 classi differenti (pistolero, devastatore, medico, meccanico, macellaio, sterminatore), ognuna delle quali possiede ben 22 potenziamenti sbloccabili con l’utilizzo dei crediti virtuali ottenuti con il passaggio di livello o con il completamento della missione in corso.

Il gameplay di World War Z è ricco di spunti interessanti e giocato in compagnia è ancora più divertente

La classe scelta influisce anche sull’equipaggiamento standard (che potrà poi essere modificato in-game): il medico ad esempio partirà con una pistola stimolante, un mitra compatto e un medikit che se applicato ad un compagno, avrà effetti anche sul proprio personaggio. Lo sterminatore avrà dalla sua le molotov e la capacità di aumentare i danni inferti durante gli attacchi dell’orda, mentre il meccanico aumenta la capacità delle armi di tutto il gruppo.

A questo si aggiunge la possibilità di personalizzare le armi, che si dividono in primaria, secondaria e speciale (molto rare e solitamente con poche munizioni, ma devastanti). Nonostante non sia possibile modificare ogni singolo componente ma solo migliorare tutta l’arma per gradi generati automaticamente, la varietà è eccezionale per un titolo del genere e il feeling dell’equipaggiamento si è sempre rivelato molto appagante.

È facile intuire quindi che in World War Z conta molto l’eterogeneità del gruppo di gioco, la capacità di adattamento e la cooperazione, tutti requisiti fondamentali per proseguire senza particolari intoppi. Ed è giusto ribadire che la campagna può essere sì affrontata interamente offline con l’ausilio di altri tre giocatori controllati dall’IA, ma il nostro suggerimento è quello di provare comunque ad affrontare il gioco con altre persone (meglio se amici e se dotati di microfono), onde mantenere quel senso di spaurimento e insicurezza che deriva dall’enorme numero di zombi su schermo, dalle anguste ambientazioni e dall’elevato tasso di difficoltà che spesso e volentieri vi farà sudare le proverbiali sette camicie.

Impossibile del resto non paragonare il titolo sviluppato da Saber Interactive al già citato Left 4 Dead, sparatutto online cooperativo di Valve, uscito qualche anno fa: le dinamiche di gioco sono pressoché identiche, così come alcuni nemici speciali (che si distinguono dai classici zombi per le abilità fuori dal normale) condivisi da entrambi i giochi.

Tecnicamente World War Z ha un andamento altalenante

Questo parallelismo però, più volte manifestato da parte della software house statunitense, non ci ha convinto del tutto. World War Z cammina su binari troppo sicuri, battuti già molte volte e sembra voler consapevolmente rinunciare ad una propria identità, favorendo un insieme di fattori che per quanto di successo, non apportano nulla di innovativo, se non la visuale in terza persona e l’aggiornamento grafico.

Per fortuna il gameplay generale offre tanti spunti e se si condivide l’esperienza con altri giocatori è ancora meglio.Gli obiettivi di missione si assomigliano un po’ tutti, ma la varietà delle ambientazioni, la moltitudine di armi da fuoco e di nemici contemporaneamente su schermo garantiscono una cospicua dose di adrenalina e di genuino divertimento. D’altro canto il gioco spinge volontariamente l’acceleratore sull’azione più che sulla strategia ed è infatti raro riuscire ad abbattere più di un paio di morti in silenzio, senza scatenare un inevitabile putiferio di piombo e sangue.

World War Z

Alcuni momenti sono poi caratterizzati dall’ormai celebre orda di zombi (vista anche nel film) che distruggerà barriere e scavalcherà muri altrimenti invalicabili, mettendo sotto pressione i giocatori che dovranno fare affidamento sulle loro capacità difensive e sul corretto posizionamento di trappole e torrette automatiche (disponibili esclusivamente durante questi assalti “programmati”).

Oltre alla campagna cooperativa, ci sono ben 5 modalità competitive che mettono contro due squadre per il controllo di specifici obiettivi (numero di uccisioni, cattura del territorio, recupero di oggetti). Nulla di imprescindibile, ma si tratta comunque di un’aggiunta sensata che dà quel pizzico di varietà sempre ben accetto in una produzione online-oriented.

Tecnicamente World War Z ha un andamento altalenante. Dal punto di vista grafico soddisfa gli occhi e il cuore, grazie sia allo Swarm Engine che tra le altre cose regola in modo eccellente le orde di mostri, sia ad un sapiente utilizzo di luci e ombre che restituiscono un inaspettato senso di realismo in quasi tutte le ambientazioni provate.

Purtroppo abbiamo notato in più di un’occasione un input lag abbastanza seccante (sia online che offline) che costringe a calibrare mentalmente i tempi di reazione in base ai ritardi delle reazioni su schermo; se nei momenti di relativa calma questo problema si riduce ad una impalpabile sensazione, durante gli scontri più efferati ritorna a galla in modo serio, compromettendo delle volte il buon lavoro di squadra.

Conclusioni

World War Z è uno sparatutto online onesto e divertente che mostra il suo lato migliore se giocato in compagnia. Rifacendosi a Left 4 Dead e recuperando da esso le meccaniche cooperative e molti dei nemici più iconici, il titolo di Saber Interactive riesce a convincere solo parzialmente a causa di alcuni problemi tecnici evidenti e a fronte di una campagna molto risicata e priva di personalità, seppur godibile.

Il livello di personalizzazione è alto e la vasta libertà di scelta riguardo classi e armi è apprezzabile, senza dimenticare che gli scontri nemici (minati da una ripetitività latente che si manifesta abbastanza in fretta) sono tutti molto appaganti e restituiscono un buon feeling pad alla mano. All’offerta si aggiungono anche alcune modalità competitive che regalano la giusta varietà, soprattutto per un gioco che viene venduto al pubblico a prezzo budget.