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WRC 6 – Recensione

C’era una volta Colin McRae. Perché dite un po’ quello che vi pare, ma se state cercando un’icona, un emblema con cui identificare l’intera storia del Rally videoludico, da quasi 20 anni a questa parte, difficilmente troverete altro. Non è infatti un caso se oggigiorno, nell’anno domini 2016, esista un solo dominatore indiscusso del fango e dello sterrato, quel DiRT Rally targato Codemasters; un trono che non teme rivali su PC e console, nonostante i contendenti non mancano certo. I primi sono italiani, fino al 2014 tenevano ben salda la licenza ufficiale WRC e da poco si sono rigettati nella mischia con un nuovo franchise esclusivo, che risponde al nome di Sébastien Loeb Rally Evo. I secondi non sono nemmeno geograficamente lontani da Milestone: un piccolo studio con sede a Parigi, che ha acquisito nel 2015 la licenza WRC e dall’anno scorso tenta la faticosa scalata mantenendo viva la dinastia della serie omonima: loro sono i ragazzi di Kt Games, e la loro ultima creatura, inutile dirlo, è WRC 6.

Gli amanti di questo ramo del racing ricorderanno di certo che i ragazzi di Kylotonn ci avevano già provato lo scorso anno con WRC 5: un prodotto comprensibilmente acerbo, vista la gioventù e la parziale inesperienza del proprio team di sviluppo, ma non per questo privo di carattere e di una serie di aspetti che ne lasciavano supporre un’evoluzione positiva. La guerra a DiRT era ancora un obiettivo al di fuori di ogni ragionevole dubbio, ma il modello di guida proposto e la simulazione meno esasperata e complicata, ma non per questo meno divertente, di WRC 5 rappresentavano una buona base da cui ripartire. WRC 6 nasce sotto queste premesse: quello che solitamente si dice un cammino non certo facile, ma se affrontato come si deve potenzialmente foriero di soddisfazioni. Alla luce delle nostre prove possiamo dirvi che, pur rimanendo ancora molta strada da fare, proprio così malaccio non è andata: i ragazzi di Kylotonn sbagliano alcune cose e ne azzeccano altre, migliorano alcuni elementi di gameplay, evidenziano l’acquisizione di una certa maturità rispetto allo scorso anno. Ma questo, per loro, è solo l’inizio.

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Il primo punto a favore di WRC 6 è il suo motore fisico, un engine proprietario prodotto internamente dal team di sviluppo che si traduce in gameplay in modo brillante. Parlando di racing game, un occhio di riguardo deve essere necessariamente riservato al modello di guida, che in questo caso ci è apparso convincente, oltre che piacevole e divertente, nonostante il ridimensionamento delle velleità simulative del titolo. Sia chiara una cosa: non stiamo affatto dicendo che WRC 6 sia un racing arcade. Vale invece l’esatto contrario, laddove sarà infatti possibile impostare una lunga serie di parametri per ottenere una guida e una gestione del veicolo che si avvicina sufficientemente al modello reale. Pure con un settaggio completamente simulativo, tuttavia, WRC 6 rimane alla portata anche di quei giocatori meno esperti di rally, magari soliti attivare quanti più assist possibili alla guida per evitare di schiantarsi sulle rocce della prima curva stretta a sinistra. La parola chiave del titolo Kylotonn è dunque accessibilità, nonostante – lo ribadiamo ancora una volta – il comportamento dei veicoli sia corretto e verosimile nella maggior parte delle situazioni, dal comodo asfalto al fango più imprevedibile.

La presenza di un sistema di alternanza giorno/notte e un set variabile di condizioni atmosferiche, oltre ad avere un impatto interessante dal punto di vista estetico, influenzano non poco il modello di guida del giocatore: guidare in uno sterrato all’imbrunire sotto una pioggia battente richiederà di tenere in considerazione un numero di variabili molto maggiore del normale, tra cui – ad esempio – l’aderenza stessa del veicolo, il tipo di pneumatici montati o lo stesso carico sugli assi. L’esperienza di gioco, tuttavia, rimane alla portata dei meno esperti anche in queste condizioni limite: certo, il coefficiente di difficoltà è destinato ad innalzarsi fisiologicamente, ma non aspettatevi un modello punitivo come quello di Assetto Corsa, tanto è spinta la ricerca assoluta di fedeltà alla guida reale. WRC convince dunque per la sua simulazione semplificata con cognizione di causa, per quell’equilibrio azzeccato tra verosimile e accessibile che mette d’accordo (quasi) tutti.

La parola chiave del titolo Kylotonn è accessibilità

In questo contesto, vale la pena sottolineare la presenza di un buon modello di danni e di deformazioni, che ripropone con buona cura del dettaglio gli effetti che la nostra guida scellerata ha sulla carrozzeria del bolide prescelto. Al netto, ancora una volta, dell’aspetto estetico, il danno del veicolo rappresenta per Kylotonn una modifica al gameplay da non sottovalutare – una macchina scassata, intuitivamente, non potrà far ancora tanta strada prima di cadere a pezzi – visto che è stata del tutto rimossa la possibilità di effettuare un Rewind della gara e, cosa ancora peggiore, il danno non verrà magicamente “aggiustato” nel passaggio da una gara all’altra. Aggiustare i pezzi rotti sarà compito del nostro team di meccanici, che tuttavia prima di ogni gara avrà un tempo massimo entro cui operare: un tempo che, alle volte, potrebbe non essere sufficiente a rimetterci in pista al 100%. Risultato: un pizzico di attenzione e strategia nel garage, prima di ogni gara, potrebbe fare la differenza. E farvi guadagnare quella manciata di centesimi per farvi scalare il podio.

wrc 6Se dunque in termini di gameplay WRC 6 ci ha soddisfatto più che ragionevolmente, i tasti dolenti iniziano a suonare quando si parla di contenuti. E il motivo è presto detto: le differenze rispetto allo scorso anno sono inesistenti. Ancora una volta avremo a che fare con due modalità di gioco principali, Stagione e Carriera: la prima metterà il giocatore di fronte alle prove del Mondiale di Rally organizzate in diciassette tappe distinte, lasciando libertà sulla scelta del pilota (tra quelli rigorosamente ufficiali disponibili) e veicolo (WRC 6 offre tutte le vetture delle tre classi in licenza); la seconda permetterà invece di muovere i primi passi all’interno delle scuderie della Junior WRC sino a raggiungere, vittoria dopo vittoria, i ranghi più alti della Championship e puntare al titolo di campione assoluto. In ambo i casi le novità sono praticamente inesistenti, obbligando il giocatore a percorrere una seconda volta un tragitto sì divertente quando si scende su strada, ma privo della minima variazione sul tema: chiunque fosse alla ricerca di un qualcosa di più appassionante o di un proverbiale “colpo di scena su 4 ruote“, anche quest’anno, dovrà restarsene sulla linea di partenza con le pive nel sacco. Speriamo vada meglio la prossima edizione…

WRC 6 è un compromesso di realismo simulativo e giocabilità accessibile

L’assenza di novità di rilievo si manifesta anche nel comparto tecnologico, che pur migliorando alcune delle evidenti mancanze del predecessore (a tratti inaccettabile per i dettami della generazione corrente) dimostra ancora una certa acerbità nella visione complessiva. La versione PlayStation 4 da noi provata offre una modellazione dei veicoli soltanto accettabile, indiscutibile dal punto di vista del realismo ma scevra di dettagli e di una carica poligonale degna di nota – una situazione che appare lampante qualora si vada ad utilizzare la visuale “in prima persona” dall’abitacolo del veicolo. A questo si aggiungono problemi non infrequenti di tearing, cali di frame rate e texture a risoluzione minore: non siamo di fronte ad un colpo d’occhio disastroso, certo che no, ma il paragone a tratti schiacciante (in negativo) con la concorrenza dovrebbe fungere da pungolo allo sviluppatore per intraprendere la via del miglioramento tecnologico, oltre che contenutistico. Il fronte sonoro, dal proprio canto, si comporta dignitosamente: buono l’effetto del motore e la sinfonia orchestrale delle gomme che macinano asfalto e sterrato, un po’ meno il doppiaggio del nostro navigatore – che alle volte risulta essere più fastidioso che utile chiamando a gran voce pericoli inesistenti. Poco da dire sul comparto online del titolo, che replicando l’offerta del single player in termini di modalità non fa altro se non metterci di fronte ad una lunga lista di tempi altrui da battere, senza l’ombra di un ulteriore contorno. Ok che l’obiettivo è tagliare il traguardo prima degli altri, ma un qualche fronzolo o una trovata che ci motivasse maggiormente a farlo, tutto sommato, non avrebbe dato fastidio.

Conclusioni

WRC 6, tra qualche alto e un paio di bassi in più, è un titolo tutto sommato interessante. Non è il titolo di rally definitivo che passerà alla storia, almeno nella memoria degli amanti di questa disciplina, ma considerando la giovane “età videoludica” del team di sviluppo e gli interessanti risvolti del modello di guida, simulativo quanto basta senza però eccedere in rigore e pretese, il secondo tentativo di Kylotonn riesce astutamente a rivolgersi ad uno spettro di pubblico ampio e variegato, non necessariamente esperto di racing game. WRC 6 è un compromesso ben congegnato di realismo simulativo e giocabilità accessibile, laddove una più evidente semplificazione delle meccaniche di gioco (se paragonate a quelle della concorrenza) non va a sottendere un comportamento fisico parziale o, più in generale, una guida interamente arcade.

Dove WRC 6 necessita di maggior attenzione, lo ribadiamo, è sulla propria offerta, laddove i contenuti proposti quest’anno (speculari a quelli presenti in WRC 5) da un lato non sono assolutamente più in grado di stupire e, dall’altro, appaiono un po’ troppo risicati per un titolo comunque previsto per PC e console current gen. Allo stesso modo, il versante tecnologico ha bisogno di rifarsi come si deve il trucco: quello di Kylotonn non è certo un titolo brutto da vedere, ma una carica poligonale complessivamente bassa e una modellizzazione un po’ altalenante, a cui vanno aggiunti fenomeni di tearing e cali occasionali di frame rate, vanno a rimpolpare le fila di una squadra di problemi che merita di essere risolta una volta per tutte. WRC 6 si ferma sul gradino basso del podio: non sarà la prestazione migliore di sempre, ma se saprà imparare dai propri errori il titolo di Kylotonn potrà regalarci inaspettate sorprese.

 
wrc 6
  • Good
    Modello di guida interessante Motore fisico realistico e versatile Accessibile anche ai meno esperti delle 4 ruote
  • Bad
    Contenutisticamente povero e privo di novità Il comparto tecnologico necessita di un revamp Presentazione e "contorno" ridotti all'osso
  • 7
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  • Good
    Modello di guida interessante Motore fisico realistico e versatile Accessibile anche ai meno esperti delle 4 ruote
  • Bad
    Contenutisticamente povero e privo di novità Il comparto tecnologico necessita di un revamp Presentazione e "contorno" ridotti all'osso
  • 7

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