WWE 2K20 – Recensione

“Do you smeeeeeeeeell what The Rock is cooking?”

Così iniziava l’iconica intro di Dwayne Johnson quando saliva sul ring, ma se la canzone ci chiedeva se sentivamo cosa The Rock stesse cucinando, se facciamo la stessa domanda agli sviluppatori di WWE 2K20 qualcosa deve essere andato terribilmente storto, perché l’unica cosa che si sente è la puzza di bruciato.

WWE 2K20 ha avuto infatti uno sviluppo abbastanza travagliato, e lo storico team Yuke’s ha infatti abbandonato la serie lasciando il timone a Visual Concepts, team che fino a poco tempo fa si limitava ad assistere Yuke’s ma che evidentemente non è ancora pronto a gestire tutto da solo.

A farne le spese purtroppo è stata la qualità di WWE 2K20 e soprattutto la fiducia dei giocatori, perché la sensazione di “tradimento” una volta inserito il disco si palesa fin dai primi minuti di gioco.

Vediamo quindi nel dettaglio come WWE 2K20 sia un gioco da cui dovreste stare alla larga se amate la serie… a meno che 2K non compia un vero e proprio miracolo con le prossime patch, ma forse farebbero prima a rifare il gioco da zero.

Iniziamo però con il dire che WWE 2K20 non è proprio tutto da buttare e che ha anche qualche spunto interessante e valido, per cui è giusto indorare la pillola spiegando anche i pochi ma pur sempre presenti pregi che potrebbero comunque invogliare ad acquistare il gioco.

Il fulcro di WWE 2K20 è la modalità “Il mio Giocatore”, dove con un classico editor dovremo necessariamente creare due Superstar, una maschile e una femminile: il motivo è che la storia ruoterà intorno a Red e Tre, due amici d’infanzia con la passione per il wrestling che sognano di diventare campioni.

Per motivarsi durante gli anni del liceo creano una lista di obiettivi da raggiungere fino ad arrivare alla Hall of Fame, un traguardo che naturalmente riusciranno a raggiungere visto che la storia inizia proprio con la loro celebrazione e noi rivivremo tutte le tappe fondamentali tramite una serie di flashback.

La storia scorre piacevolmente ed è ricca di colpi di scena, faide, tradimenti e sacrifici, le stesse caratteristiche che hanno reso grandiose alcune delle storie della vera WWE e che ci hanno tenuti incollati davanti allo schermo.

WWE 2K20 non è proprio tutto da buttare e ha qualche spunto interessante e valido

WWE 2K20 inoltre ha condito tutta la trama con una sana dose di umorismo e autoironia grazie anche alle diverse personalità dei due protagonisti: Red è una vera e propria “testa calda” che si lascia guidare dalle emozioni e reagisce con ferocia sia verbalmente che fisicamente alle provocazioni, mentre Tre è quasi una spalla comica con una mentalità molto più ingenua e con la battuta sempre pronta, ma con una profondità psicologica che spesso emerge ed è anche al centro di alcuni momenti clou della storia.

Nel corso della nostra avventura dovremo anche effettuare alcune scelte che influenzano il corso degli eventi, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di modifiche marginali che non hanno un vero e proprio impatto visto che il risultato finale sarà sempre già deciso.

Ad ogni scontro vinto guadagneremo dei punti da spendere per aumentare le statiche dei nostri personaggi e sbloccare nuove mosse e abilità, tra cui due meccaniche “Payback” che possono aiutare ad uscire da situazioni difficili e ribaltare le sorti di un match, come ad esempio contrattaccare automaticamente per alcuni secondi, diventare momentaneamente invulnerabili ai colpi o guadagnare istantaneamente una mossa finale.

Tramite i crediti infine si potranno acquistare numerosi accessori per personalizzare ulteriormente l’aspetto delle Superstar, oppure affidarsi alle immancabili loot box spendendo sia credito guadagnato giocando sia soldi veri.

Molto interessante anche la modalità “Showcase” che ripercorre la storia delle “Four Horsewoman” Sasha Banks, Bayley, Charlotte Flair e Becky Linch (che tra l’altro appare sulla copertina del gioco) in quello che è un vero e proprio documentario interattivo.

Le quattro protagoniste infatti raccontano la loro storia e i retroscena di quella che è stata definita come la “Woman’s Revolution” e che ha portato la sezione Divas da essere un mero spettacolino di contorno ad un vero e proprio fenomeno degno di eventi dedicati e maggiore attenzione e rispetto per le atlete coinvolte.

I video sono ricchi anche di spezzoni estrapolati dai veri match storici, mentre il nostro compito è quello di rigiocare gli incontri rispettando alcuni momenti cruciali seguendo le mosse e le indicazioni che appaiono a schermo per proseguire nella battaglia.

Si tratta di una modalità particolarmente interessante sia per chi conosce già la storia e vuole scoprire qualche retroscena, sia per chi invece non ha seguito molto la vicenda e può imparare come e perché la categoria femminile è riuscita ad emergere in uno sport che per anni è stato quasi esclusivamente maschile.

A livello di contenuti inoltre WWE 2K20 si dimostra ricco di attività, e oltre alle due modalità appena descritte troviamo anche le Torri (una serie di battaglie con diverse condizioni speciali) e il WWE Universe dove creare il proprio show scegliendo nel dettaglio tutti gli eventi settimanali e creare anche faide, alleanze e sponsorizzazioni tra le varie Superstar. Chiudono il cerchio i classici Incontri sia offline che online che possono partire dal semplice 1 v 1 fino a match più particolari come Hell in a Cell, No Disqualification e Money in the Bank.

A livello di contenuti, WWE 2K20 si dimostra ricco di attività

WWE 2K20 si sforza anche di rinnovare il gameplay con una nuova mappatura dei comandi che, nonostante un certo spaesamento iniziale per chi era abituato al vecchio sistema, si rivela anche abbastanza riuscito e con una certa profondità una volta disattivata la modalità Assistita (e una volta presa confidenza).

Fin qui WWE 2K20 sembrerebbe essere un titolo con tutte le carte in regola per essere un degno esponente del genere, se non fosse per un “piccolo” dettaglio: il comparto tecnico è semplicemente disastroso sotto ogni punto di vista.

Parlando puramente dell’aspetto visivo WWE 2K20 sembra uscito da una console di due generazioni fa, e la qualità delle texture è bassissima.

Si salvano (più o meno) giusto i modelli di alcune Superstar più famose come The Rock, ma la maggior parte dei lottatori risulta veramente difficile da riconoscere e non mi stupirei se qualcuno decidesse di fare causa a 2K per il “danno di immagine” nel vedere come sono stati riprodotti alcuni volti.

La situazione diventa tragicomica con i lottatori dai capelli lunghi, perché quando va bene sembra abbiano una parrucca di plastica tipo LEGO, quando va male (e succede molto spesso) i capelli prendono vita muovendosi completamente a caso con un effetto che ricorda Medusa.

Questo tipo di bug è solo la punta dell’iceberg, e sinceramente non capisco come WWE 2K20 sia riuscito ad arrivare sul mercato in uno stato che definire pietoso è poco.

Capisco l’obbligo di rispettare l’uscita annuale, ma qui stiamo parlando di problemi che a volte strappano una risata amara come il caso dei capelli, ma fin troppe volte influiscono proprio sul funzionamento del gioco.

Ci si chiede come WWE 2K20 sia riuscito ad arrivare sul mercato in uno stato che definire pietoso è poco

Ho perso il conto delle volte in cui ho dovuto riavviare un match perché il mio personaggio o l’avversario si fondevano letteralmente con il ring creando una situazione di stallo in cui era impossibile muoversi, oppure personaggi e oggetti che prendevano il volo, arti che diventavano invisibili o si allungavano come se fossero di gomma e un sistema di hitbox particolarmente impreciso.

Potrei continuare ancora per molto, e per quanto non possa negare di essermi anche divertito a vedere certe scene assurde, se penso che questo è un gioco venduto a prezzo pieno e pure con DLC a pagamento allora la situazione non è più così divertente.

Nel momento in cui vi scrivo 2K ha già annunciato di essere al lavoro su diverse patch correttive, ma a parte che non ci sono certezze che tutti i problemi vengano risolti, era da tempo che non vedevo un gioco arrivare nei negozi con così tanti problemi, e questa politica di arrivare sul mercato in condizioni disastrose e poi (forse) risolvere solo dopo aver intascato i soldi dei giocatori non è proprio etica.

Conclusioni

In questo momento non me la sentirei di consigliare WWE 2K20 neanche al mio peggior nemico, il che mi dispiace anche perché il gioco ha tutte le potenzialità per essere divertente e le modalità Il mio Giocatore e Showcase delle Four Horsewoman meriterebbero davvero di essere giocate.

Se siete fan irriducibili della WWE potreste dargli una possibilità e sperare nel miracolo delle patch, altrimenti il consiglio è tenervi stretto il precedente capitolo e attendere il prossimo che arriverà sicuramente anche sulle nuove console, si spera con un nuovo motore in grado di gestire meglio il tutto.

WWE 2K20 lascia quindi l’attuale generazione nel peggiore dei modi, un vero peccato.

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