Xbox Series S è arrivata sul mercato circondata da dubbi e perplessità: come può una console venduta a 299€ e con un hardware completamente differente riuscire ad inserirsi nella nuova generazione di Xbox? Una domanda lecita, soprattutto se si accosta la piccolina di Microsoft con la sua ammiraglia Series X, una console potente, estremamente ragionata e ottimizzata nel design e nel suo hardware.
Eppure, come dimostra anche la recensione che trovate su queste pagine, Xbox Series S è un prodotto davvero interessante. Si porta a casa qualche compromesso, qua e là, ma anche il risultato. Per un prodotto di nuova generazione da 299€ direi che è una grande vittoria.
Lo è anche per me, che ogni giorno guardo con grande interesse alla console. Mi stuzzica e mi tenta, dopo un’intera generazione (quella di Xbox One) passata lontana dai lidi Microsoft. Ho avuto una PS4 ed ora una PS5, proprio lei sì: quell’ecomostro bianco che aleggia sul mio mobile come l’occhio di Sauron sulla Terra di Mezzo. Nonostante qualcuno di voi possa storcere il naso e odorare puzza di fanboysmi vari, la mia storia con Xbox risale alle origini. Una Xbox originale regalatami in un’ormai lontano Natale, con una copia di Harry Potter e Oddworld Munch’s Oddyssey.
Chi se ne frega se sulla confezione non c’è l’icona 4K, di flexare con gli amici non ne ho più voglia
Una Xbox difettosa per giunta, ma questa è un’altra storia. Quella che voglio raccontarvi oggi, è una storia con un lieto fine, che culmina con la magnifica Xbox 360. Una console economica (rispetto a PS3) che mi ha regalato dei ricordi e delle partite davvero indimenticabili. Halo Reach, Fable e tantissime ore spese su The Witcher 2, la cui rarissima copia day one custodisco ancora gelosamente. Nonostante questo, la magia si è rotta con Xbox One. Una console nata sbagliata, con un output di proprietà intellettuali davvero deludente.
L’avvento di questa nuova generazione era necessario, e nonostante sia partito con qualche difficoltà e con un Halo Infinite un po’ scricchiolante, ha riacceso in me un grande interesse per l’ecosistema Microsoft. Ma non col 4K, non con la console più potente sul mercato. Questi slogan li lascio dove stanno meglio, sulle pubblicità e le confezioni.
Perché la mia pretesa non è mai stata quella di vedere i pori sul viso di Master Chief, anche perché ha il casco e non funzionerebbe. Il mio interesse sono i giochi e il modo in cui posso fruirne. Ed è per questo che la fiamma si è riaccesa proprio con Xbox Series S. Una console piccola, elegante e sobria, che potrei portarmi sulle spalle come i boombox degli anni ’80, senza che nessuno batta ciglio (forse?).
Ma soprattutto una console democratica, la perfetta barriera d’ingresso nella nuova generazione di chi non ha pretese. Del resto il 4K non è ancora uno standard, e se non posso investire ora in un grande televisore o in un monitor adatto? Chi se ne frega se sulla confezione non c’è l’icona 4K, di flexare con gli amici non ne ho più voglia. Tuttavia di giocare con loro a Sea of Thieves, con un frame rate migliorato in un banalissimo FULL HD sì, ne ho voglia.
Posso farlo grazie al Game Pass, che mi permette di rinunciare agilmente ai dischi per accedere a una libreria di giochi notevole ad un prezzo concorrenziale. Ma soprattutto potrò giocare le esclusive Microsoft che verranno senza costi aggiuntivi, al day one. E via di recuperi a cui ho rinunciato la scorsa generazione, o di nuove scoperte con titoli che altrimenti non acquisterei mai di mio pugno.
La combo di Series S e Game Pass non è solo estremamente convincente, ma anche molto vicina a chi, a sentir parlare di “budget”, china il capo e guarda dall’altra parte. I videogiochi sono una passione, sicuramente non un bene di prima necessità. Ma rinunciarci è davvero difficile, nonché molto triste. Viviamo in un periodo storico complesso e fatto di rinunce, ma l’offerta di Microsoft è l’unica che è riuscita ad andare oltre il bene costoso, potente, premium.
Si è posizionata con una console di nuova generazione economica, dalle componenti tecnologiche all’avanguardia e con un’architettura performante. Una console per tutti, che con il Game Pass riesce a togliere ai videogiochi quell’aura di giocattolo costoso irraggiungibile. Siamo tutti stati bambini, c’è chi si è visto passare davanti il ragazzino con la PS3 nuova fiammante e chi per comprare una Xbox 360 ha dovuto vendere la sua intera collezione. Sappiamo cosa si prova.
Non interessa a tutti il 4K, o quanti teraflops si possono sprigionare e se sono così tanti da non poterli contare sulle dita di una o due mani. C’è a chi interessa giocare, magari anche con qualche compromesso. Se in questo momento dovessi acquistarne una, sceglierei Xbox Series S senza tante perplessità. E chissà se il tempo mi darà ragione, se la console avrà vita lunga o se sarà solo una gran bella idea finita male.
Io sono fiducioso, come sono fiducioso del fatto che Xbox Series S abbia reso felice (o lo renderà) qualcuno col portafoglio più stretto. Il videogioco non è elitismo, dopotutto. Brava Microsoft, hai di nuovo il mio interesse.
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