Xbox Series S non è una console canonica o facilmente inquadrabile e ascrivibile ad un preciso gruppo di appartenenza. Next-gen sulla carta, non ha la stessa potenza di Xbox Series X e persino Xbox One X, in termini di definizione, può spingersi un po’ più in là della nuova piattaforma della casa di Redmond. Priva di un lettore ottico, con un SSD relativamente contenuto, parliamo di 364 GB di spazio effettivamente liberi, apparentemente è un po’ come Balto: sa solo quello che non è, che non può fare.
Apparentemente, appunto, perché scavando oltre la superficie della questione, provando intensivamente Xbox Series S come ha fatto il sottoscritto negli ultimi giorni, si scopre una verità interessante, difficile da carpire, certo, ma che una volta interiorizzata offre una chiave di lettura della strategia ideata da Microsoft per questa nuova generazione di hardware.
La piccola di casa, difatti, ha tutte le carte in regola per diventare la nuova PS Vita. Invenduta e diseredata da Sony stessa? Non proprio. I videogiocatori più smaliziati, quelli che magari non disegnano dedicarsi di tanto in tanto al retrogaming, o che trovano magnetica la scena indie, sanno bene quanto l’handheld nipponico abbia incontrato l’affetto e l’amore di una community non certo estesa, ma coesa e arroccata attorno ad una piattaforma che aveva molto più da dire e da dare di quanto la stessa casa produttrice potesse immaginarsi.
Una buona autonomia, uno schermo OLED da urlo, un hardware che faceva impallidire quello del diretto concorrente, il Nintendo 3DS. Alla piccola PS Vita non mancava nulla, se non una softeca puntellata da killer application firt party, mancanza che si fece sentire con sconsolante pesantezza quando più contava, ovvero durante i primi due anni dal lancio. Eppure, nonostante il mancato supporto di Sony stessa, PS Vita trovò comunque modo e maniera di sopravvivere, perché in realtà il PSN si arricchì progressivamente di una lista sempre più lunga di produzioni intriganti, spesso e volentieri condivise con le sorelle maggiori PlayStation 3 e PlayStation 4.
Giochi come Rayman Origins e Legends, come Guacamelee!, come lo splendido Gravity Rush o il geniale Tearaway, nel corso degli anni sono stati accostati da una marea di produzioni di matrice nipponica, dai più svariati JRPG alle visual novel, che hanno fatto la gioia di nicchie di pubblico ben liete di possedere una console che assecondasse ogni loro (strambo) desiderio.
PS Vita è diventata, per farla breve, una console cult, uno scrigno traboccante di piccoli tesori a portata di mano per chi sapesse cercare e, soprattutto, per chiunque aspirasse a qualcosa di diverso dal solito, magari da giocarsi sotto le coperte, con ridotti tempi di caricamento.
Xbox Series S, da questo punto di vista, ha molte caratteristiche in comune con PS Vita. Condivide lo stesso catalogo della sorella maggiore, tanto per cominciare. Si presta alla grande per un certo tipo di esperienze, come titoli indie o giochi bidimensionali. Costa poco e grazie all’SSD e al Quick Resume, tutte caratteristiche già lodate in questo articolo, è una console ideale per partite mordi e fuggi.
Esattamente come si poteva mettere in stand-by il portatile Sony in qualsiasi momento, persino durante l’avventura proposta in Uncharted: L’Abisso d’Oro, con Xbox Series S si può riprendere la partita esattamente dove la si era lasciata, anche dopo aver spento la console, a tutto vantaggio dell’immediatezza che la piattaforma riesce a garantire alla sua utenza.
Non solo, ma pur senza lo splendore dei 4K, la risoluzione massima consentita è di 1440p, su uno schermo Full HD siamo stati testimoni, in ogni occasione, di ottimi risultati. Che si trattasse del realistico, ma non troppo, Forza Horizon 4, con tempi di caricamento ridicoli tra una schermata e l’altra, o del “retrò” Bloodstained: Curse of the Moon, siamo rimasti foglorati dalle prestazioni sprigionate da una console così piccola, così silenziosa.
Xbox Series S, pur non essendolo affatto, ci ha restituito la stessa sensazione di comodità ed immediatezza che solo una console portatile sa restituire, quasi fosse un piccolo e comodo alleato, pronto a farci giocare a qualcosa, qualsiasi cosa, nel giro di pochi secondi.
Già, ma a cosa giocare? Da questo punto di vista, non ci sono paragoni che reggano. Grazie a Game Pass, Xbox Series S ha sempre qualcosa da proporre, da consigliare, da far scoprire. Del resto, già dal primo avvio può fregiarsi di una libreria quasi sconfinata, che mette al servizio dell’utente non solo tantissime produzioni first party di qualità, c’è anche Gears 5 per dire, ma anche tanti titoli delle terze parti, Electronic Arts su tutte.
C’è un’altra caratteristica, tuttavia, che accomuna PS Vita e Xbox Series S. Nonostante alla console di Microsoft non manchi nulla per essere il punto di riferimento di un gamer senza particolari pretese, in entrambi i casi parliamo di piattaforme che si prestano strepitosamente a fungere da console di supporto.
Mentre la mia Xbox Series X troneggiava e troneggia fieramente di fianco allo schermo OLED 4K nel salotto, Xbox Series S ha trovato il suo naturale giaciglio affianco al televisore Full HD dello studio. Morale della favola? Può capitare che la sorella maggiore non venga chiamata in causa durante la giornata, mentre la piccola di Microsoft, con una scusa o l’altra, riesce sempre a regalarmi almeno mezz’ora di spensierato divertimento durante i momenti morti o nel corso di una pausa dal lavoro.
Il processo, mentale ed empirico, che si attiva avendo sempre a portata di mano una console reattiva e scattante come Xbox Series S è incomprensibile per chi non ha mai posseduto almeno un handheld nella propria vita da gamer. Ma esattamente come PS Vita, la sorellina minore di Microsoft è l’ideale per partite mordi e fuggi che, grazie all’SSD e al Quick Resume, non svaniscono nel nulla, anche a console spenta.
Inoltre, grazie al Game Pass, e allo store digitale sempre pronto ad accogliere produzioni indie dal sapore atipico, come il portatile di Sony, Xbox Series S ha tutte le carte in regola per diventare la piattaforma di riferimento per chi, spendendo relativamente poco, cerca un portale d’accesso con cui esplorare nuovi orizzonti o, perché no, finalmente recuperare e giocare quel titolo mancato all’epoca del suo debutto sul mercato.
Xbox Series S è un compagno discreto, che entra in casa quasi in punta di piedi, ma a cui basta dare confidenza una volta per entrarci in sintonia. Silenziosa, economica ed esteticamente bellissima, anche e soprattutto perché vagamente bizzarra, grazie alla strategia di Microsoft, che fa perno sul Game Pass, può diventare, nel bene, la nuova PS Vita: amatissima dai tanti che punteranno su di lei, attratti dal prezzo vantaggioso e dall’idea di dotarsi di una perfetta console di supporto, che all’evenienza, al costo di qualche ovvio compromesso, può anche ambire a diventare l’unica console di casa.
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