Giocare uno strategico a turni su console è eccezionale, nel senso letterale del termine: un’occasione non frequente. E certo, è un evento più unico che raro dilettarsi con l’erede di una serie che è nata nel 1994 e rappresenta una pietra miliare nella storia di questo genere di nicchia. Il reboot del 2012 (XCOM: Enemy Unknown) è stato acclamato da critica e pubblico, per merito del lavoro di Firaxis Games. Gli sviluppatori sono veterani della strategia a turni; hanno avuto la capacità di (r)innovare ancora una volta quel segmento di mercato e conquistare il favore di appassionati e neofiti.
A quattro anni di distanza da XCOM: Enemy Unknown, è giunto il seguito XCOM 2: distribuito prima per PC (pubblicato lo scorso febbraio 2016 e già recensito da GameSoul) e ora finalmente disponibile per Xbox One e PlayStation 4. Ed eccoci a parlare dell’edizione per console: il vero e proprio debutto del marchio XCOM sull’attuale generazione di piattaforme di gioco: il precedente capitolo era destinato a funzionare su Xbox 360 e PlayStation 3, poi “ripescato” tra i titoli retrocompatibili per Xbox One. Dunque il sequel sfrutta la maggiore potenza di calcolo delle attuali console a beneficio di una migliore resa grafica, sebbene inferiore alla versione PC. Del resto, le meccaniche di gioco sono pressoché invariate rispetto al predecessore e conservano la struttura che caratterizzava la serie originale (a proposito, il vecchio logo era X-COM, col trattino).
Il perché è facile a dirsi, si tratta di un gameplay che funziona e cattura, inducendo il giocatore a fare ancora un turno e poi un altro e un altro ancora. Come avviene per i romanzi best-seller, i cosiddetti page-turner: ancora una pagina poi smetto…
Quello che serviva alla saga (ed è stato egregiamente svolto da Firaxis Games) era un restyling per rendere il prodotto più appetibile secondo i moderni canoni estetici. Sì, XCOM 2 amplia le possibilità in termini di interazione e presenta nuovi risvolti narrativi, ma in fondo non tradisce il “patrimonio genetico”, né camuffa la propria identità. La versione base di XCOM 2 per console non comprende i DLC (con missioni della campagna, trofei e contenuti extra), che restano un’esclusiva dell’edizione Digital Deluxe.
La trama introduce una prospettiva inedita nella serie che – per definizione – ha sempre visto gli XCOM (ovvero le unità da COMbattimento anti eXtraterrestri) come presidio per contrastare l’invasione aliena. Corre l’anno 2035, è passato un ventennio dagli eventi raccontati in XCOM: Enemy Within (espansione di XCOM: Enemy Unknown) e quello che ci troviamo a vivere è un futuro distopico. In questo episodio, infatti, le forze aliene hanno soggiogato la razza umana e instaurato una tecnocrazia. Governano la Terra reprimendo ogni tentativo di ribellione e manipolando l’opinione pubblica attraverso i mezzi d’informazione e un’incessante propaganda.
La partita comincia con una missione di salvataggio (che vale anche da tutorial) dell’alter ego del giocatore, cioè l’ex comandante della base e delle operazioni XCOM. Tutto ciò che resta dell’organizzazione e delle sue infrastrutture sono sparuti gruppi di ribelli e cumuli di macerie. Il comandante, reduce da misteriosi esperimenti condotti dai nemici sul suo corpo (e soprattutto sulla sua mente) ma ancora integro a livello fisico e intellettuale, ha appunto il compito di riunire sotto la sua guida gli oppositori del regime e ricostruire le basi dell’agenzia segreta XCOM.
Le novità narrative si riflettono sullo stile di gioco
Le novità narrative si riflettono sullo stile di gioco, perché non ci si trova sul campo di battaglia per contrastare l’avanzata delle forze straniere (o meglio estranee al pianeta), bensì a condurre incursioni e operazioni di guerriglia in scenari dove la parte degli “invasori” tocca a noi. I ruoli sono ribaltati, non siamo più i benvenuti in casa nostra e ciò si traduce spesso in un iniziale stato di occultamento della squadra, fintanto che i componenti restano fuori dall’area visiva degli ostili (e dei civili asserviti al potere) o non intraprendono azioni offensive. Si muovono le unità una per volta, come pedine: hanno due punti ciascuna per ogni turno, spendibili per agire in due mosse, per esempio spostarsi e sparare, curare e lanciare una granata, ricaricare e mettersi in guardia (ma alcune opzioni tattiche li consumano entrambi). Esaurite le azioni disponibili, il turno passa agli alieni che seguono le stesse regole (o quasi, ce ne sono di speciali dotati di capacità di reazione a ogni mossa del giocatore).
Le missioni variano per tipologia ma vertono quasi tutte sull’annientamento delle forze extraterrestri; talvolta bisogna trovare oggetti, scaricare informazioni da un terminale, salvare persone, proteggere o rapire qualcuno.
Le unità XCOM acquisiscono esperienza e aumentano di livello, guadagnando nuovi talenti. Si distinguono in cinque classi – ranger, granatiere, specialista, tiratore scelto e truppe MEC(caniche) – con addestramento ed equipaggiamento dedicati. L’arsenale in dotazione può essere modificato (o assemblato con componenti specifici che ne accrescono l’efficacia). Nelle fasi avanzate di gioco, col progredire della ricerca sui reperti ritrovati, si sbloccano poteri psionici e preziosi dispositivi d’attacco e difesa. Per vincere è fondamentale saper anticipare le mosse del nemico e prevedere l’esito di ogni singola azione delle unità schierate sul campo. Bisogna procedere con prudenza, non fare passi avventati, affinché la schermaglia non finisca con soldati feriti (o peggio, deceduti). Lo stato di salute delle vittime conta in termini di giorni di ricovero o numero dei caduti (la cui esperienza e dotazione bellica è persa per sempre).
Quando non siamo impegnati a coordinare le operazioni militari, il gioco ci pone alla guida della base mobile XCOM (una nave Avenger che necessita di lavori di manutenzione e costruzione). Dalla sala controllo si organizza la tabella di marcia per la riconquista del pianeta: ci troviamo a prendere scelte drastiche, con importanti ripercussioni sul quadro globale, quindi è necessario pianificare passo per passo. Ultimo, ma non meno preoccupante, c’è l’aspetto finanziario: il costo della ribellione si paga non solo con la vita di valorosi soldati. Occorre centellinare le risorse, perché sono assai limitate e impongono tagli su alcune voci di bilancio se si decide di investire su altre.
Per vincere è fondamentale saper anticipare le mosse del nemico e prevedere l’esito di ogni singola azione delle unità schierate sul campo
Il motore grafico che anima XCOM 2 è l’Unreal Engine 3.5: rispetto al precedente capitolo è evidente una maggiore pulizia, complessità e varietà degli scenari, nonché modelli poligonali e texture più dettagliate. Confrontata con la versione PC, la definizione è minore, ma il risultato finale si discosta di poco, a colpo d’occhio. Se le animazioni paiono ancora un po’ rigide in alcuni frangenti, gli effetti particellari sono stati notevolmente migliorati. Vi è un nuovo campionario di nemici (certi derivano da quelli già visti in passato, altri fanno la loro prima comparsa) e una nuova gamma di vestiti, tratti (come tagli di capelli, cicatrici e tatuaggi) e accessori per personalizzare le unità XCOM.
Come già anticipato, si nota la precisa volontà da parte degli sviluppatori di scongiurare la monotonia del primo remake, che alla lunga finiva per ripetersi e riproporre situazioni già note. Hanno inoltre aumentato e reso più varie le ambientazioni e le circostanze di gioco (fin nei minimi particolari dei protagonisti). A differenza di XCOM: Enemy Unknown, il sequel implementa un sistema di generazione casuale di zone circoscritte della mappa ed eventi non predefiniti (come la collocazione dei rinforzi nemici).
Si notano sporadici rallentamenti e la durata dei caricamenti è davvero estenuante. Non mancano problemi di inceppamento dell’Intelligenza Artificiale e bug di varia natura, ma si spera che tutti questi difetti siano riparati coi prossimi aggiornamenti. E comunque non interferiscono troppo col divertimento che il titolo è capace di garantire.
Il primo (remake di) XCOM fu prodotto e uscì in contemporanea per tutte le piattaforme (PC, Xbox 360, PlayStation 3). Invece, XCOM 2 è stato anzitutto sviluppato per PC e solo adesso convertito per Xbox One e PlayStation 4. Il porting – affidato a terzi (The Workshop) – non è perfetto. O meglio, non si è colta l’occasione per risolvere i problemi tecnici già noti e segnalati. In fondo, però, gli utenti console possono finalmente giocare il seguito di uno dei migliori (e pochi) strategici a turni in circolazione. Al di là di qualche difetto e tralasciando l’attesa per la realizzazione del porting, è il caso di festeggiare l’arrivo di un gioiello videoludico di tale caratura.
Un prodotto di qualità con una trama ben scritta e una grande longevità: se ci si lascia sedurre dalla sua complessità, non stanca tanto presto. Si può giocarlo e rigiocarlo: un altro turno e poi smetto…
Il livello di sfida è elevato, anche impostando un grado di difficoltà standard: XCOM 2 non è un passatempo da prendere alla leggera, ma è in grado di coinvolgere e risucchiare il giocatore in lunghe sessioni, come pochi altri esponenti del genere riescono a fare. È uno spettacolo per gli occhi, un gradevole rompicapo per affinare la mente e un’esperienza ludica da assaporare senza fretta. Un seguito all’altezza delle aspettative e degno del nome che porta. Peccato solo per i (pochi) difetti tecnici che si trascina dalla versione PC e per l’assenza di contenuti extra nell’edizione standard. |
Good
Maggiore varietà rispetto al precedente capitolo. Modelli poligonali e grafica con più dettagli. Cattura e coinvolge dall’inizio alla fine.Bad
DLC assenti nell'edizione base del gioco. Cali di frame rate e problemi di I.A. Tempi di caricamento lunghi.
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