Quello dei videogiochi è un mercato estremamente competitivo, lo è sempre stato, ma mai come in questo periodo storico si nota il peso di un’affermazione simile. Sviluppare videogiochi costa sempre di più, e produrre nuove serie diventa quindi un rischio non indifferente. Va da sé che, una volta trovata la famosa “gallina dalle uova d’oro” è più che mai importante saperla gestire per tenere a galla la barca e il suo equipaggio. Yo-kai Watch nasce in quest’ottica: un progetto crossmediale che prevede una linea di giocattoli, una serie animata e un videogioco.
Un’idea di Level-5 che dopo Inazuma Eleven e il Professor Layton aveva evidentemente la necessità di trovare il suo prossimo grande successo. Si può dire quindi che Yo-kai Watch sia nato con l’idea di dover avere successo, a dimostrazione di quanto sia importante approcciarsi al business in una certa ottica per evitare di fallire rovinosamente. Dopo qualche anno dalla pubblicazione in Giappone, dove il titolo Level-5 ha avuto un successo inaspettato (al debutto il titolo si rivelò un fiasco, ma dopo la serie animata tutti lo volevano), Yo-kai Watch arriva finalmente in Europa, con lo stesso obiettivo per cui è nato in terra natia: travolgere il proprio pubblico non solo con un videogioco, ma con un microcosmo che si estendesse anche oltre.
Il focus principale, come giusto che sia, sarà rivolto al videogioco, che pur nascendo con un target ben preciso si è rivelato molto più entusiasmante di quanto credevamo. Yo-kai Watch racconta le (dis)avventure di un giovane bambino (o bambina) nella piccola città di Valdoro, quando in un classico pomeriggio di estate trova quella che sembra essere la porta per un’altra dimensione, liberando un simpatico spiritello che lo porterà a scoprire i misteriosi Yo-kai: spiriti, creature di un’altra realtà che sono finiti misteriosamente sulla Terra, e che spesso infestano e influenzano le vite degli esseri umani che la popolano.
Da questo presupposto si articola quella che a conti fatti non è una vera e propria narrazione orizzontale, ma a capitoli, ognuno dei quali racconta una piccola storia legata agli amici del nostro protagonista o ad alcuni personaggi rilevanti della città di Valdoro. Questo tipo di approccio si rivela estremamente adatto alla natura portatile del titolo, pur sacrificando una certa complessità in termini di spessore narrativo. Dopotutto però stiamo parlando di un titolo pensato per un pubblico giovanile, nonostante possa risultare appetibile ad un pubblico cresciuto a pane, Pokémon e jrpg.
L’avventura tra le strade di Valdoro scalda il cuore e fa spuntare qualche sorriso
Yo-kai Watch si articola infatti su tutta la città di Valdoro, divisa in 6 macrozone principali, che vanno a comporre una mappa sì contenuta e non proprio vastissima, ma estremamente ricca di dettagli e di attività secondarie. Insieme alle missioni storia infatti, il titolo Level-5 propone svariate attività, missioni secondarie e favori, che oltre a permetterci di accumulare esperienza si riveleranno utili per racimolare oggetti speciali ed articoli di “equipaggiamento” per i nostri Yo-kai.
L’esperienza risulta spesso improntata all’esplorazione e alla cattura di specifici Yo-kai, laddove le missioni storia tendono a svilupparsi intorno ad una particolare zona e al potenziamento dello Yo-kai Watch, di cui parleremo tra poco. In questo senso, il breve intreccio (completabile in appena 20 ore, o meno se si è capaci) intessuto da Level-5 risulta convincente per quella nicchia di pubblico abituata, o annoiata, dalla generale piattezza narrativa di un titolo Pokémon a caso, con un approccio decisamente più carismatico e appassionante ed una serie di personaggi (tra cui gli Yo-kai) con personalità riconoscibili e ben definite. Non è Ni No Kuni, ma l’avventura tra le strade di Valdoro scalda il cuore e fa spuntare qualche sorriso.
Ma cos’è esattamente lo Yo-kai Watch che dà il nome al gioco? Un orologio, in sostanza, su cui ruota attorno tutta la vicenda e buona parte del gameplay. Attraverso questo misterioso aggeggio (potenziabile attraverso una serie di missioni secondarie) potremo infatti scoprire gli Yo-kai nascosti per le mappe, attraverso una lente che andrà gestita attraverso il touch screen in una sorta di piccolo minigioco. Gli Yo-kai con cui fare amicizia sono tantissimi, circa 250, e andranno ad aggiungersi al nostro fianco solo se ci riterranno degni. Qui entra in gioco una meccanica non proprio riuscita, che vede nella “cattura” degli Yo-kai il punto più debole di tutta l’esperienza creata da Level-5.
Basandosi su un sistema qualitativo, gli Yo-kai andranno convinti attraverso oggetti particolari da usare in battaglia o attraverso una prova di forza che li convinca a seguirci. Come avrete sicuramente notato, se da un lato la somministrazione di oggetti è una variabile controllabile dal giocatore, lo stesso non lo si può dire per l’altra meccanica, troppo poco chiara per essere applicata con ferrea scienza dallo stesso. Catturare gli Yo-kai, soprattutto quando servono per completare determinate missioni, può diventare quindi un’attività snervante e frustrante perché troppo affidata al caso, sebbene alcuni accorgimenti della community possono sicuramente aiutare. Soprattutto in vista delle lotte competitive, possibili anche attraverso il wi-fi.
Il gameplay si presenta in modo peculiare ed interessante: proprio seguendo la meccanica dell’orologio, il sistema di combattimento prevede una ruota, composta da 6 Yo-kai
Fortuna che, al di là di questa pecca, il gameplay si presenta in modo peculiare ed interessante: proprio seguendo la meccanica dell’orologio, il sistema di combattimento prevede una ruota, composta da 6 Yo-kai, schierabili a proprio piacimento e ruotabili in qualsiasi momento per cambiare la propria strategia a seconda della situazione. I nostri spiritelli, colpo di scena, attaccano automaticamente, e andranno gestiti attraverso i comandi oggetti, purifica, bersaglio e mossa speciale.
I due comandi che richiedono una spiegazione sono proprio purifica e mossa speciale: il primo entra in gioco quando lo spirito di uno Yo-kai viene portato a zero dagli attacchi nemici, non permettendogli più di attaccare attraverso le abilità, starà a noi quindi purificarlo attraverso una serie di comandi da effettuare tramite touchscreen; il secondo è invece l’aspetto più importante per controllare la battaglia e portarla al proprio favore, con attacchi micidiali che possono essere effettuati una volta che lo spirito dei nostri compagni raggiunge il picco, che andranno poi confermati sempre con una serie di comandi tramite touchscreen (toccare dei cerchi in movimento o tracciare particolari segni).
Per quanto tale sistema possa risultare semplicistico, padroneggiarlo non è per niente semplice, e una cattiva gestione dei vostri Yo-kai potrà mettervi in seria difficoltà, soprattutto con i boss più coriacei. Aspetto questo, che va a collegarsi ad un’altra gradevole possibilità legata agli spiritelli, che prevede fusioni ed evoluzioni basate sulla crescita di livello, proprio come in Pokémon o nei più recenti Digimon. Una vera e propria commistione di esperienze evolutive che pecca un po’ in numero (non sono moltissimi gli Yo-kai che possono evolversi o fondersi), ma non in quanto a possibilità offerte e, soprattutto, a design.
Yo-kai Watch è un titolo leggero, delizioso e di cuore
Come il nome suggerisce infatti, gli Yo-kai sono basati sul classico folkore nipponico legato agli spiriti, resi qui in chiave comica e cartoonesca con un classico stile giapponese, tanto stravagante quanto familiare. Il character design è bello e fresco, e in generale tutta la componente grafica stupisce ed incanta con i suoi colori ed una visuale a volo di uccello precisa e riuscita.
Valdoro è una città mediamente grande, ma ricca di segreti, edifici interattivi e soprattutto popolata da tantissimi personaggi secondari e Yo-kai. Esplorarla è un piacere (soprattutto in bici!) e la sua ispirazione ai classici quartieri residenziali ed alle città giapponesi la rende ancora più affascinante per chi è abituato a vivere in un paese europeo. Level 5 si conferma quindi ancora una volta estremamente capace nel creare micro-universi credibili e che riescono a trattenere il giocatore nella loro dimensione alternativa, tra le altre cose graziata da un ottimo effetto 3D e da un accompagnamento sonoro (e di doppiaggio italiano!) di prim’ordine.
Yo-kai Watch è un progetto interessante, che ha già conquistato il Giappone, dove si prepara ad uscire addirittura con il terzo capitolo. Qui siamo un po’ indietro, e possiamo solo immaginare cosa riservi il futuro della serie, ma partendo da questo primo capitolo la sensazione è di avere tra le mani non un nuovo Pokémon, ma un qualcosa che si basa sulle stesse emozioni a cui dà voce in modo piuttosto diverso. Il sistema di combattimento e di cattura sono estremamente peculiari, forse troppo, e non ci hanno convinto a pieno, ma funzionano: se sfruttata al meglio la “ruota” del combat system si rivela molto divertente da usare, e sfruttare le affinità tra i tipi di Yo-kai e le loro peculiarità può rivelarsi entusiasmante per un videogiocatore navigato, mentre le poche variabili permettono ai neofiti o ai giovani (target di riferimento, dopotutto) di non scoraggiarsi. Un lavoro di localizzazione eccellente e la bellissima città di Valdoro vanno ad arricchire quindi un titolo adatto a tutti, sempre che si riesca a scendere a patti con una trama infantile e poco sviluppata. Yo-kai Watch è un titolo leggero, delizioso e di cuore, che all’apparenza può risultare limitato e limitante, ma che col tempo dimostra quanto gli sviluppatori giapponesi possano ancora stupire. Per i più piccini poi, non farà male sapere che è in arrivo una linea di giocattoli dedicati (con tanto di orologio indossabile) e la serie animata, presto sui palinsesti italiani. |