Ys Origin recensione

Ys Origin – Recensione

Giocare Ys Origin è, con ogni probabilità, la maniera migliore per approcciarsi alla saga di Nihon Falcom, per motivi strettamente ludici, prima di tutto, ma anche dal punto di vista della coerenza narrativa, visto che ne è, cronologicamente, il primo episodio, ambientato 700 anni prima delle altre avventure. A molti potrebbe risultare un po’ indigesta la vetustà ludica della raccolta che include le versioni praticamente originali dei primi due capitoli, e a poco servirebbe a coloro desiderosi di iniziare a conoscerla partire dal più recente, Ys VIII: Lacrimosa of Dana, perché si tratta del secondo esponente del nuovo corso della serie, quello che da hack and slash con una struttura ruolistica, a ben vedere non troppo dissimile da un Diablo, l’ha portata a diventare quasi un JRPG tradizionale. Non che Ys Origin sia un prodigio di modernità, ma è dotato di un’accessibilità e di un’immediatezza che rendono il suo spiccato classicismo apprezzabile (quasi) appieno.

Delle vicende di Adol Christin, lo storico protagonista della serie (qui non giocabile, unico caso tra i titoli che la compongono), YS Origin fonda la mitologia, anche se assolutamente non bisogna pensare a una produzione con una forte componente narrativa. Il prologo racconta di come la terra di Ys sia diventata florida e pacifica grazie alla benedizione di due dee, ma il giocatore non la vede né esplora; né è testimone dell’invasione demoniaca che l’ha successivamente squarciata. Unico teatro dell’azione è un’alta torre, costruita proprio dai demoni per raggiungere, in cielo, l’ultimo rifugio degli uomini, e bastano pochi minuti per giustificare la sua presenza in essa. Da lì si sviluppa un intreccio a larghi tratti prevedibile, ma comunque godibile, che cambia a seconda del personaggio utilizzato.

Ys Origin screenshot

Sì, perché in Ys Origin inizialmente sono due gli eroi che è possibile selezionare per affrontare la scalata alla torre, con la storia e i dialoghi che differiscono nel dettaglio ma non nello schema più grande. Non potrebbero invece essere più diversi per quanto riguarda lo stile di combattimento, a corto raggio quello di Yunica Tovah, grazie alla sua poderosa ascia, dalla distanza quello di Hugo Fact, grazie ai suoi proiettili magici. Non solo: cambiano anche le tre abilità di supporto a loro disposizione, per un’esperienza di gioco, sempre limitatamente alla maniera nella quale possono sbarazzarsi dei nemici, totalmente differente. A loro, dopo aver completato il gioco con entrambi, si affianca un terzo personaggio, sul quale non vi riveleremo alcunché, e che permette di vivere la storia sotto tutt’altra prospettiva, in maniera molto interessante.

È impossibile annoiarsi, a meno che mal si digerisca un impianto di gioco estremamente basilare

Indipendentemente da con chi si decida di affrontare i demoni Ys Origin si presenta come un hack and slash rapido e intuitivo, nel quale poche azioni, nello specifico l’attacco normale, il salto, l’utilizzo di un’abilità speciale e la possibilità di entrare in uno stato di tensione, che rende gli attacchi più potenti e dimezza i danni, sono tutto quanto costituisce un sistema incentrato sull’accessibilità più totale. Ci si fa strada tra i nemici in maniera veloce (ma non per questo facile, attenzione), tagliuzzandoli o blastandoli, secondo una progressione fluidissima, della quale i combattimenti rappresentano la maggior porzione ma nella quale non mancano anche occasionali fasi platform e enigmi ambientali. A dir la verità lo stile di Tovah è quello che è ad essa più coerente, Hugo impiega quei pochi secondi in più per stecchire i demoni che a tratti sembrano rompere un ritmo altrimenti perfetto.

Ys Origin screenshot

Scalare piano dopo piano, sconfiggendo al volo minion infimi così come impegnativi boss, in battaglie che offrono spesso sfiziose variazioni sul tema (per esempio una sembra presa di peso da un bullet hell), è sempre e comunque veramente un piacere, perché di fatto sono totalmente assenti tempi morti. Ys Origin è un costante crescendo di azione, anche quando ci si concede quel minimo di esplorazione che un level design tutto sommato lineare permette, scovando magari potenziamenti e quei pochi pezzi di equipaggiamento; persino i momenti più statici, quelli delegati alla progressione della trama, scorrono via agilmente grazie a dialoghi snelli (ma ben scritti).

Di fatto è impossibile annoiarsi, a meno che mal si digerisca un impianto di gioco estremamente basilare. È bene sottolineare infatti come al di fuori di un semplice sistema di potenziamenti più o (per la maggior parte) meno utili, la produzione manchi totalmente di un qualunque aspetto che almeno rievochi una certa modernità, nel gameplay così come nella tecnica, tra l’altro, visto che si tratta del porting esatto di un gioco del 2006, per quanto comunque apprezzabile nella direzione artistica.

Conclusioni

Per la capacità di divertire senza troppi fronzoli, per l’estrema rapidità dell’azione, per la sua natura immediata e compatta (perfettamente affine al senso di Nintendo Switch) e per una rigiocabilità assoluta (ogni run è completabile in sei ore circa), Ys Origin è un po’ un compendio della serie classica, sicuramente validissimo per conoscerla, ma ancor di più per godersela come inizialmente concepita, prima che l’evoluzione moderna ne cambiasse le dinamiche.

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